Protagonisti dell’avventura Benedetta Cestelli Guidi, Matteo Di Castro e lo chef Leonardo Palmieri. Una passione comune per la fotografia, la loro, che parte da lontano e si traduce in due consonanti (ST) che -puntate- altro non sono che la sigla di schedatura delle opere “senza titolo”. Obiettivo esplicito: “
Valorizzare le più diverse creazioni riconducibili al medium fotografico, dalla ricerca estetica contemporanea alle immagini anonime del Novecento”, come sottolineano all’unisono.
Primo appuntamento con una mostra insolita che offre parecchi spunti di riflessione,
Made in Italy before Reality. Fotografie ritrovate del Belpaese. Stampe in bianco e nero degli anni ‘40-’70 che raccontano spaccati inediti di un quotidiano italiano variegato. L’attenzione è focalizzata intanto sull’importanza degli archivi, dei fondi -cartacei o fotografici che siano- mai abbastanza valorizzati, voce della storia. Fascino ingordo, poi, quello della “scoperta” di un qualcosa che è rimasto assopito a lungo.
È il caso delle scatole, con il loro contenuto di circa un migliaio di positivi, acquistate nel giugno scorso nella bottega di un robivecchi romano. Materiale foto-giornalistico proveniente dal fondo di una rivista italiana. Anonimo il proprietario, come pure la testata legata alla documentazione nel settore agro-alimentare. La sezione degli “orti di guerra”, ad esempio -in mostra sono esposte incredibili immagini documentarie (come quella con i buoi davanti a un angolo del Vittoriano o quella con gli ortaggi a piazza di Siena) dei campi coltivati durante la Seconda guerra mondiale- identificata dalla dicitura “Fondo Stampa Rurale”, ha un suo collegamento con il semisconosciuto archivio fotografico del Ministero per le Politiche Agricole.
Volti di espressione neorealista nelle belle fotografie esposte (il loro prezzo oscilla tra i 50 e gli 800 euro), poi luoghi, oggetti. I laboratori, le tavole imbandite, la lavorazione del baco da seta, il corso per mungitura, le borse di rafia, il panettone confezionato, le piccole toque nel negozio di una modista. Aspetti e momenti che s’intrecciano nel mutevole scenario italiano del dopoguerra, esemplificate da quei due scatti in cui compaiono oggetti chiave come lo specchio, strumento di autorappresentazione da una parte, e la tv (spenta) in salotto, dall’altra. È l’Italia dei cambiamenti.
Intorno al tavolo rettangolare, nell’ambiente più espressamente bistrot della S.T., fotografie contemporanee di grandi autori, fra cui
Letizia Battaglia,
Franco Pinna,
Ugo Mulas. Sui ripiani della libreria, invece, libri e cataloghi di fotografia, anche questi in vendita. Spicca quel raro volume in spagnolo del lavoro di Dora Maar o il racconto fotografico di Ryszard Kapuscinski,
Dall’Africa.