Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
07
dicembre 2007
fino al 7.XII.2007 The Secret Public Roma, The British School at Rome
roma
Gli ultimi aneliti del British Underground anni ‘80 rivivono a Roma. Impregnata di cultura psichedelica, la scena britannica rivela la sua ricchezza espressiva. Sperimentazione stravagante del circuito off...
di Marta Silvi
Evento interessante per la rarità dei video in mostra, pezzi poco conosciuti dal pubblico italiano. Sottofondo pirotecnico di un’epoca che ha vissuto anni ruggenti e ha assaporato libertà stilistiche e sperimentazioni forse mai più ripetute. Tra il 1978 e il 1988, artisti poco ortodossi, frequentatori della club scene londinese, mettono in atto una vera e propria rivoluzione del mezzo video. Precursori più o meno consapevoli del clip musicale, fanno incetta di iconografie simboliste e poetiche surrealiste per detournare le immagini raccolte e riproporle in contesti e abbinamenti assolutamente improbabili.
Così John Maybury, in Maledicta Electronica, miscela immagini sintetizzate con scene reali di protesta studentesca. Mark E. Smith indaga la misteriosa morte di Giovanni Paolo I in Hey! Luciani. The life and Codex of John Paul I, usando la telecamera in modo espressivo: zoom repentini, fuoco e fuorifuoco che raccontano cinicamente una storia senza verità. La musica dei The Fall completa il lavoro con riff di chitarra che stemperano i ritmi classici. Charles Atlas conduce la danza e il trasformismo verso i limiti estremi avvalendosi, per Because We Must, della collaborazione di Michael Clark e Leigh Bowery: la stravaganza dei costumi, gli scenari irreali e i colori allucinati tessono una trama narrativa ironica e provocatoria. Cerith Wyn Evans gioca con la sovrapposizione di immagini incongrue a dimensioni differenti e assembla materiali visivi disparati proiettandoli al contrario o modificandone la velocità, mentre lascia allo spettatore la scelta della colonna sonora.
La protesta delle donne contro lo stanziamento delle basi nucleari a Greenham diventa per Tina Keane il simbolo dei movimenti post-femministi di fine anni ‘70. L’evoluzione del ruolo femminile, la repulsione del ruolo stigmatizzato dai media sull’estetica della donna, la presa di coscienza di una condizione di disagio sono ingredienti indispensabili anche dei lavori di Sandra Lahire e Mary Pat Leece & Joanna Davis. Guerra, proteste, divaricazioni sociali, omosessualità, aids e riaffermazione dei diritti violati sono temi presenti nella cultura e controcultura di questi anni, tanto da determinarne gli sviluppi creativi: in particolare nei film di Derek Jarman, John Akomfrah & Black Audio Film Collective, Isaac Julien, Stuart Marshall e Neil Bartlett.
La mutuazione dello scratch video dalle tecniche di campionatura musicale hip-hop sono invece alla base di operazioni come Death Valley Days del collettivo Gorilla Tapes e di Blue Monday/War Machine dei Duvet Brothers.
Spesso di natura ibrida, i lavori proposti testimoniano una carica genuinamente trasgressiva che ha fatto degli anni ‘80 un periodo poco esplorato e spesso sottovalutato, a cui invece sarebbe necessario guardare con estatica ammirazione, cercando di carpirne gli spunti creativi e di riflessione.
Così John Maybury, in Maledicta Electronica, miscela immagini sintetizzate con scene reali di protesta studentesca. Mark E. Smith indaga la misteriosa morte di Giovanni Paolo I in Hey! Luciani. The life and Codex of John Paul I, usando la telecamera in modo espressivo: zoom repentini, fuoco e fuorifuoco che raccontano cinicamente una storia senza verità. La musica dei The Fall completa il lavoro con riff di chitarra che stemperano i ritmi classici. Charles Atlas conduce la danza e il trasformismo verso i limiti estremi avvalendosi, per Because We Must, della collaborazione di Michael Clark e Leigh Bowery: la stravaganza dei costumi, gli scenari irreali e i colori allucinati tessono una trama narrativa ironica e provocatoria. Cerith Wyn Evans gioca con la sovrapposizione di immagini incongrue a dimensioni differenti e assembla materiali visivi disparati proiettandoli al contrario o modificandone la velocità, mentre lascia allo spettatore la scelta della colonna sonora.
La protesta delle donne contro lo stanziamento delle basi nucleari a Greenham diventa per Tina Keane il simbolo dei movimenti post-femministi di fine anni ‘70. L’evoluzione del ruolo femminile, la repulsione del ruolo stigmatizzato dai media sull’estetica della donna, la presa di coscienza di una condizione di disagio sono ingredienti indispensabili anche dei lavori di Sandra Lahire e Mary Pat Leece & Joanna Davis. Guerra, proteste, divaricazioni sociali, omosessualità, aids e riaffermazione dei diritti violati sono temi presenti nella cultura e controcultura di questi anni, tanto da determinarne gli sviluppi creativi: in particolare nei film di Derek Jarman, John Akomfrah & Black Audio Film Collective, Isaac Julien, Stuart Marshall e Neil Bartlett.
La mutuazione dello scratch video dalle tecniche di campionatura musicale hip-hop sono invece alla base di operazioni come Death Valley Days del collettivo Gorilla Tapes e di Blue Monday/War Machine dei Duvet Brothers.
Spesso di natura ibrida, i lavori proposti testimoniano una carica genuinamente trasgressiva che ha fatto degli anni ‘80 un periodo poco esplorato e spesso sottovalutato, a cui invece sarebbe necessario guardare con estatica ammirazione, cercando di carpirne gli spunti creativi e di riflessione.
articoli correlati
Leigh Bowery alla British School
Il trentennale del Punk
marta silvi
mostra visitata il 14 novembre 2007
dal 14 novembre al 7 dicembre 2007
The Secret Public. The Last Days of the British Underground 1978 – 1988. A Video Library
a cura di Michael Bracewell, Stefan Kalmár e Ian White
The British School at Rome
Via Gramsci, 61 (zona Parioli) – 00197 Roma
Orario: da lunedì a sabato ore 16-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 063264939 / +39 06326493851; gallery@bsrome.it; www.bsr.ac.uk
[exibart]