Francis Alÿs è un nomade. Lo è culturalmente -nasce in Belgio, studia a Venezia, vive e lavora a Città del Messico- ma anche artisticamente. Da sempre la sua ricerca si muove attraverso mezzi e temi eterogenei: performance, video, pittura, installazioni e progetti web. Le sue opere più note sono i paseos (passeggiate), performance in cui l’artista, singolarmente o accompagnato da grandi folle, percorre a piedi enormi spazi, urbani e naturali. L’ultima performance in ordine di tempo è stata l’utopica When Faith Move Mountains, durante la quale una catena di 500 volontari ha tentato di spostare una duna di sabbia situata nei dintorni di Lima.
In Italia Alÿs era apparso già quest’anno al Castello di Rivoli con il progetto “telefonico” Free Matrix. Torna ora con una grande retrospettiva interamente dedicata alla sua produzione pittorica, allestita negli spazi del Centro d’Arte Contemporanea di Roma, diretto da Paolo Colombo. Un folto corpus di dipinti e disegni documenta la ricerca dell’artista belga dal 1992 ad oggi: una produzione fatta di piccole tele dipinte ad encausto e una selva di disegni, appunti, schizzi. A vederla tutta insieme, la produzione figurativa di Alÿs dimostra la sua immensa fiducia nel mezzo pittorico. Come dichiarava in un’intervista a Gianni Romano ormai
Protagonista e filo conduttore è sempre l’uomo. Un uomo simbolico e archetipico; una presenza che è sempre, allo stesso tempo, un uomo qualunque e tutti gli uomini. E le storie di Alÿs sono piccole parabole, raccontate con un linguaggio visivo essenziale che ricorda i libri illustrati per l’infanzia di inizio secolo. Le immagini trasmettono tuttavia riflessioni di tipo psicologico ed esistenziale; hanno la leggerezza della poesia e la lucidità del ragionamento filosofico. La tecnica ad encausto aumenta il fascino di questi quadretti, la cui superficie si incrina come sotto l’effetto del tempo e degli agenti atmosferici.
I disegni, che spesso precedono come bozzetti la realizzazione dei dipinti, oppure documentano impressioni e ricordi accumulati durante i paseos, sono tracciati su tanti frammenti di carta da lucido,
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valentina tanni
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