05 giugno 2001

fino al 8.VI.2001 Intercity da Torino Roma, Associazione Futuro

 
All’inizio sembra un gioco, una riflessione divertita sui termini dell’ovvio e della funzionalità. Degli oggetti ci mostrano il lato inaspettato e la possibilità di essere “altro”: tre giovani artisti e il nuovo appuntamento con la rassegna “Intercity”...

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Il titolo è “Sistemi di adattamento”, il denominatore comune è il confronto con quelle cose che utilizziamo ormai automaticamente, con quei luoghi che percorriamo senza vedere, perché già guardati migliaia di volte.Gian Luca Ranno Il risultato è un piccolo allestimento in cui le opere sono gli oggetti “adattati” (o forse i termini andrebbero invertiti… perché gli oggetti “adattati” potrebbero essersi trasformati in opere!), in cui l’azione degli artisti ne ha trasformato, smontato, modificato, alterato le caratteristiche: “parlano di esperienza, di memoria, di percezione, ma anche di gioco e di immaginazione nei segni di un programmatico détournement ”, spiega Luisa Perlo, curatrice della mostra, nel testo che introduttivo.
Lo zainetto multifunzione di Marco De Luca (Torino, 1964) si adatta perfettamente ad ogni situazione: contenitore capiente, seggiolino, altalena, airbag, giubbotto salvagente, imbracatura di sicurezza… talmente “troppo” utile da diventare inquietante.Gian Luca Ranno Le “Scale”, tavole di un progetto apparente, sono percorsi impossibili, architetture rigorosamente assurde: un’illusione di normalità, in cui ad una presentazione “canonica” degli elaborati grafici si contrappone l’essere irrealizzabile praticamente.
Un “Condominio” come una scatola, chiusa ermeticamente da cui fuoriesce solo un insieme confuso di voci: è l’opera di Maurizio Borzì (Catania, 1970), il modello tridimensionale di una palazzina e la registrazione dei racconti sovrapposti degli inquilini. L’edificio, riprodotto nei minimi dettagli, sembra una scatola riempita dal suono dei suoi abitanti: quel che dicono resta incomprensibile, ma è l’unica testimonianza della loro “esserci”.Marco De Luca
Potremo montare il nostro Giardino Alchemico seguendo semplicemente le istruzioni: “The Alchemic Garden” di Gian Luca Ranno (Rivoli, 1973) è quasi un kit “fai – da – te”, su di un tavolo ci sono bulbi, semi, terra… tutto l’occorrente e, immancabili, le istruzioni di assemblaggio.
Neanche l’alchimia sfugge all’epoca della riproducibilità tecnica.

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maria cristina bastante
mostra vista il 28 maggio 2001




Associazione Culturale Futuro – Piazza Manfredo Fanti, 40 tel 0644702861 fax 0649385854 e mail futuro2000@tiscalinet.it; web site www.futuroonline.org. Orari fino all’8 Giugno 2001, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 18,30.


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