-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 8.VI.2001 Intercity da Torino Roma, Associazione Futuro
roma
All’inizio sembra un gioco, una riflessione divertita sui termini dell’ovvio e della funzionalità. Degli oggetti ci mostrano il lato inaspettato e la possibilità di essere “altro”: tre giovani artisti e il nuovo appuntamento con la rassegna “Intercity”...
Il titolo è “Sistemi di adattamento”, il denominatore comune è il confronto con quelle cose che utilizziamo ormai automaticamente, con quei luoghi che percorriamo senza vedere, perché già guardati migliaia di volte. Il risultato è un piccolo allestimento in cui le opere sono gli oggetti “adattati” (o forse i termini andrebbero invertiti… perché gli oggetti “adattati” potrebbero essersi trasformati in opere!), in cui l’azione degli artisti ne ha trasformato, smontato, modificato, alterato le caratteristiche: “parlano di esperienza, di memoria, di percezione, ma anche di gioco e di immaginazione nei segni di un programmatico détournement ”, spiega Luisa Perlo, curatrice della mostra, nel testo che introduttivo.
Lo zainetto multifunzione di Marco De Luca (Torino, 1964) si adatta perfettamente ad ogni situazione: contenitore capiente, seggiolino, altalena, airbag, giubbotto salvagente, imbracatura di sicurezza… talmente “troppo” utile da diventare inquietante. Le “Scale”, tavole di un progetto apparente, sono percorsi impossibili, architetture rigorosamente assurde: un’illusione di normalità, in cui ad una presentazione “canonica” degli elaborati grafici si contrappone l’essere irrealizzabile praticamente.
Un “Condominio” come una scatola, chiusa ermeticamente da cui fuoriesce solo un insieme confuso di voci: è l’opera di Maurizio Borzì (Catania, 1970), il modello tridimensionale di una palazzina e la registrazione dei racconti sovrapposti degli inquilini. L’edificio, riprodotto nei minimi dettagli, sembra una scatola riempita dal suono dei suoi abitanti: quel che dicono resta incomprensibile, ma è l’unica testimonianza della loro “esserci”.
Potremo montare il nostro Giardino Alchemico seguendo semplicemente le istruzioni: “The Alchemic Garden” di Gian Luca Ranno (Rivoli, 1973) è quasi un kit “fai – da – te”, su di un tavolo ci sono bulbi, semi, terra… tutto l’occorrente e, immancabili, le istruzioni di assemblaggio.
Neanche l’alchimia sfugge all’epoca della riproducibilità tecnica.
articoli correlati
Intercity da Palermo
Intercity da Bologna, terzo appuntamento all’associazione Futuro
maria cristina bastante
mostra vista il 28 maggio 2001
Associazione Culturale Futuro – Piazza Manfredo Fanti, 40 tel 0644702861 fax 0649385854 e mail futuro2000@tiscalinet.it; web site www.futuroonline.org. Orari fino all’8 Giugno 2001, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 18,30.
[exibart]