Un complesso palatino tra i più antichi al mondo (siamo alla fine del IV millennio a.C.); i primi esempi di serrature e spade conosciuti; i più arcaici sigilli utilizzati per regolamentare gli iniziali ruoli di potere; un’inquietante e primitiva sepoltura con tanto di annessi sacrifici umani. Un mix perfetto per alimentare la curiosità di chi desidera scoprire un capitolo fondamentale della storia umana, alla ricerca delle radici sulle quali si fonda la complessa organizzazione sociale che ci caratterizza.
Gli scavi condotti fin dal 1961 in Turchia dalla Missione Archeologica Italiana in Anatolia Orientale, dell’Università di Roma La Sapienza (MAIAO) hanno riportato alla luce numerosi siti presenti ad Arslantepe. Il tell (rilievo artificiale) che prende il nome da due statue di leoni del periodo ittita (arslan-leoni tepé-collina) nascondeva templi, villaggi, una cittadella fortificata. Distrutti e riedificati nel tempo l’uno sull’altro, hanno concretizzato la storia urbana del vicino oriente dal IV millennio a.C fino all’epoca bizantina, passando per il regno Assiro di Sargon II (722-705 a.C), che spazzerà via i palazzi di Arslantepe sotto la furia conquistatrice del nuovo impero.
In mostra ai mercati di Traiano un vasto repertorio di oggetti, molti dei quali a testimonianza dei processi che, attraverso la gerarchizzazione economica e sociale, favorirono la solidità di uno dei poli più antichi della civiltà urbana. Dai vasi e attrezzi utilizzati per la lavorazione e conservazione del cibo alle cretulae (argille con le impressioni dei vari sigilli) che testimoniano l’uso dei contrassegni come documenti-ricevute per la distribuzione di alimenti a compenso per le prestazioni di lavoro. Fino alle armi, soprattutto spade – tra le prime conosciute al mondo – utilizzate per difendersi dalle pressioni dei regni vicini. E poi un significativo corredo funebre proveniente da una tomba reale, con annessa una tra le più antiche testimonianze di sacrifici umani. Per il resto, impossibile da trasportare – la tomba, le mura dipinte dei magazzini e dei templi – alcune ricostruzioni in scala reale riescono a fornire un’accettabile idea degli originali.
Buona parte della mostra, come giusta compensazione alla non eccessiva quantità di reperti, è costituita dall’apparato didattico di contorno. Tramite i video, la computer grafica e i numerosi – e chiarissimi – pannelli didascalici viene ricostruita punto per punto la storia di Arslantepe, dalla nascita allo sviluppo fino al declino di uno dei primari centri protostatali del Vicino Oriente. In particolare, l’accento è posto sulla legittimazione ideologica del potere che, ante-litteram nel vero senso della parola, riuscì a definire un sistema di controlli, riti e organizzazioni sociali statali più che cittadini. Un’occasione per comprendere le radici dell’ordinamento collettivo che ha determinato fin dall’inizio una forte disuguaglianza sociale tra gli individui. Così in mostra, insieme al più antico esempio di serratura conosciuta – secondo il sistema oggi definito di Yale – ritroviamo pure una chiave storica. Per recuperare una prospettiva particolare sul passato dell’umanità.
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www.arslantepe.com
cristina del ferraro
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