Categorie: roma

fino al 9.V.2008 | Debora Hirsch | Roma, Fondazione Olivetti

di - 30 Aprile 2008
Debora Hirsch (San Paolo, Brasile, 1967; vive a Milano) è uno di quegli attori transnazionali che la sociologia moderna amerebbe: è in parte italiana, nella formazione e nell’attuale vita lavorativa, e in parte, di nascita, è brasiliana. Straniera in terra di stranieri. Per la Fondazione Olivetti offre la rappresentazione del suo status incerto, fluido e finanche critico, con BR-101.
La sigla identifica una linea ferroviaria che percorre la costa brasiliana da nord a sud, un vettore di modernizzazione che traccia una pura linea e che omette tuttavia i suoi frastagliati contorni. Lungo una strada di circa 4500 chilometri, Hirsch pone il suo obiettivo e scatta fotografie che sono solo il primo passo di un processo di elaborazione digitale per estraniare soggetti dai propri contesti e riunirli in un’unità di spazio-tempo voluta, ponderata e offerta nuda allo spettatore. Nuda perché cruda, se l’assonanza permette il gioco di parole. Hirsch sottolinea il contraddittorio per denunciare la verità congenita di una ricchezza ostentata che si accompagna a sacche di povertà dilagante.
Delle 4mila fotografie appartenenti alla serie, la Fondazione ne espone circa una dozzina. Gli ambienti lussuosi di case aristocratiche si caricano di presenze neglette, con la domestica che attraversa il corridoio sfarzoso o una finestra che nella perfezione barocca del kitsch tardoborghese lascia intravedere realtà ai margini dell’esistenza. Scene desolate si animano di individui comuni in pose incongrue, eliminandone ogni ipotesi narrativa di un prima e un dopo che definisca l’azione; altrimenti, i paesaggi urbani mostrano una vita intenta in un lavoro, in un gioco tra amici, nella contemplazione del tramonto.
È un’intenzione che non ha un seguito, perché Hirsch congela le presenze; la fotografia, allora, stando alla sua propensione per una pluralità dei mezzi espressivi, è la scelta opportuna per condensare l’attimo. Movimento e immobilità sono le due dimensioni toccate. Anche la galleria si pone su entrambe nell’organizzazione espositiva. Il piano terra dedica spazio alle fotografie di BR-101 disponendo analogie più per formato che per eventuale gioco tra i contenuti, forse concentrando troppo il tutto nel corridoio iniziale.
Si scende invece a un piano inferiore per godere delle due sale simmetriche in cui vengono proiettati i video Last Supper e Uphill. Il primo è un tributo all’arte warholiana. Giocando sulla citazione dell’opera di Leonardo, di cui lo stesso Warhol era estimatore, Hirsch affronta il tema dell’origine sociale della criminalità giovanile: emarginazione ed esclusione le cause prime. La risoluzione delle immagini è quella minima che attesterebbe la riconoscibilità dell’identità del deviante. Dodici volti oscurati da pochi pixel, eredi digitali di invisibilità sociale.

Anche Uphill gioca sulla dicotomia tra movimento e stasi, cambiamento, transito e immobilità, status quo. La parte conclusiva della mostra riesce a creare un dialogo visivo più chiaro con il visitatore: nei temi trattati manca l’occidentale che dichiara indulgenza a fronte di realtà disadattate. È invece uno sguardo schietto, che Hirsch vuol far sostenere, perché a rigor di logica è quello che muove la ragione più che il sentimento.

articoli correlati
Debora Hirsch da Flora Bigai a Pietrasanta

chiara li volti
mostra visitata il 14 aprile 2008


dal 10 aprile al 9 maggio 2008
Debora Hirsch – BR-101
Fondazione Adriano Olivetti
Via Zanardelli, 34 – 00186 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 10-13.30 e 14.30-18
Ingresso libero
Info: tel. +39 066877054; fax +39 066896139; info@fondazioneadrianolivetti.it; www.fondazioneadrianolivetti.it

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

“La Caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos” in mostra a Vicenza

Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…

23 Dicembre 2024 0:02
  • Architettura

«L’umano al centro dell’architettura». La prossima edizione della Biennale di Seoul raccontata dal suo direttore

La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…

22 Dicembre 2024 19:15
  • Libri ed editoria

Quel che piace a me. Francesca Alinovi raccontata da Giulia Cavaliere in un nuovo libro

Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…

22 Dicembre 2024 17:00
  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02