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I tragici eventi sismici dello scorso anno sono, in parte, motivo di questa preziosa mostra che ha portato nella Capitale, dal territorio marchigiano, straordinari tesori d’arte non ancora fruibili nelle chiese e nei musei da cui provengono, temporaneamente inagibili per le gravi lesioni subite. Ci troviamo nel Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, sede del Pio Sodalizio dei Piceni, la Fondazione scolastica e assistenziale originata dalla seicentesca Associazione dei marchigiani residenti a Roma. Una premurosa signora all’ingresso ci informa che la mostra si sviluppa in due sezioni allogate in altrettante sale, e subito ci introduce nella prima dove sono esposte, a confronto, tre grandi pale d’altare dipinte a olio e ispirate al medesimo tema evangelico dell’adorazione dei pastori, un tema in cui molti artisti, allora, si cimentavano. Ci sorprende un improvviso chiarore – balzato da una delle tele – che cattura con prepotenza tutta la nostra attenzione. Esiste – l’abbiamo qui sperimentata – la possibilità di un piacere retinico. Ci avviciniamo con stupore a questo capolavoro di Pieter Paul Rubens (1577- 1640), proveniente dalla Pinacoteca civica di Fermo e dipinto- apprendiamo- nel 1608, a conclusione quindi della permanenza dell’artista in Italia (durata otto anni); e giochiamo, con cauta solerzia, a rintracciare alcuni “ingredienti” verosimilmente attinti dal fruttuoso magistero italiano: la lezione luministica e compositiva del Caravaggio e dei veneziani (segnatamente del Tintoretto), lo studio attento dell’arte antica e rinascimentale, la consuetudine con la maniera classico-barocca dei Carracci. Il tutto trasfigurato da una poderoso pensiero immaginativo che imprime allo spazio e alle figure una tormentata tribolazione metafisica.
Accanto, le pale di due protagonisti del barocco romano, entrambi “contagiati” dal maestro fiammingo: Pietro Berrettini (1596 –1669) detto Pietro da Cortona, e Giovan Battista Gaulli (1639 – 1709) detto il Baciccio, allievo del Bernini. Una veloce rampa di scale ci separa dall’altra sala, al piano inferiore, che raccoglie tavole e polittici del Rinascimento marchigiano ad opera dei fratelli veneziani Crivelli – Carlo (1430 ca. – 1495) e Vittore (1440 ca. – 1502 ca.) -, dell’austriaco Pietro Grill detto Pietro Alemanno ( 1430 ca. – 1498), allievo di Carlo e dei meno noti Ottaviano Dolci (1480 ca. – 1565 ca.) proveniente dalla bottega di Giovanni Santi, il padre di Raffaello, e Giuliano Presutti (1490 ca. –1557 ca.) fortemente influenzato dal Perugino. Osservate le tavole dei Crivelli! Non è sorprendente che in pieno fermento rinascimentale vi sia chi con meticolosa passione sappia rendere ancora vivente l’astratta e ricercata cultura pittorica gotico-bizantina? La storia degli uomini è decisamente più complessa delle mappe e dei manuali con cui siamo soliti rappresentarla.
Luigi Capano
mostra visitata il 25 maggio
Dall’11 aprile al 9 luglio 2017
Dai Crivelli a Rubens. Tesori d’arte da Fermo e dal suo territorio
Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro
Piazza San Salvatore in Lauro 15, Roma
Info: 06 692050220-258; www.piosodaliziodeipiceni.it