La vetrina di Edicola Notte da tempo ormai abita una delle strade più frequentate del rione trasteverino, fruita più o meno consapevolmente nel viavai del passeggio di romani e turisti. Gli interventi artistici che si sono avvicendati negli anni in questo inconsueto spazio espositivo hanno dovuto accettare la sfida che le caratteristiche fisiche del luogo pongono.
La parete di coltelli di
Kounellis tagliava in due sezioni longitudinali l’ambiente, la freccia laser di
Mochetti generava la propria direttrice diagonale dall’angolo del muro, la più recente scritta al neon
Compro Oro di
Bruna Esposito giocava a mimetizzarsi con il circostante paesaggio metropolitano di insegne: sono alcuni tra i moltissimi lavori che hanno interpretato e animato questo luogo.
Protagonista a Edicola Notte è ora la giovane
Micol Assaël (Roma, 1979), che ha ideato il proprio intervento con un approccio radicale: l’annullamento dello spazio. Camminando per vicolo del Cinque ci s’imbatte in una parete nera, sigillata, senza maniglie né pulsanti d’apertura. S’intuisce la presenza di un ambiente nascosto dietro di essa; solo una linea di luce fuoriesce, in basso, a rilevare un luogo fisico all’interno.
Porta di Concentrazione Gravitazionale è il titolo di quest’opera, per la quale l’artista ha oscurato la vetrina, blindandola con pannelli magnetici sovrapposti che ne ricoprono interamente la superficie.
Avvicinandosi, si sente fisicamente la pressione delle onde elettromagnetiche; l’effetto di questa forza invisibile attira verso l’interno, inibendo allo stesso tempo la possibilità di varcare la soglia.
Lo spazio, componente essenziale nella ricerca artistica di Assaël, è sempre spoglio, se non completamente vuoto; quest’assenza di elementi concreti e visibili è colmata dalla presenza di vibrazioni, energie nascoste all’occhio ma percepibili dal corpo. La partecipazione di quest’ultimo alle opere dell’artista romana è da ricondurre a una volontà di superamento delle matrici della body art, poiché l’indagine è volta a innescare un dialogo a tre: artista, opera-spazio e osservatore.
Per realizzare molti dei suoi lavori, Assaël attinge a conoscenze fisico-meccaniche, e anche alla consulenza di scienziati: si pensi all’installazione
Chizhevsky Lessons, presentata alla Kunsthalle di Basilea nel 2007, dove lo spazio espositivo è stato trasformato in un enorme condensatore elettrico; o a
Mindfall, ancora del 2007, un container–officina all’interno del quale lo spettatore era sopraffatto da rumori di motori in azione, polvere e fumo.
L’impatto generato dagli interventi della giovane artista sul pubblico è dunque forte e inaspettato. La
Porta realizzata per lo spazio romano produce invece un effetto perturbante più sottile, forse perché sovrastato dai rumori esterni, ma riesce comunque a sortire il suo effetto: cattura, attira a sé, costringe ad avvicinarsi. Tracce di molti passaggi rimangono impresse: qualche centesimo, una spilla e un pezzetto di ferro.