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Fino all’11.IX.2016 | Alphonse Mucha | Complesso del Vittoriano, Roma

di - 10 Settembre 2016
Al Vittoriano la mostra di Alphonse Mucha, curata da Tomoko Sato, ripercorre l’intera vicenda creativa dell’artista ceco, attraverso più di 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni e anche gioielli e arredi.
L’artista, che percorse la sua parabola esistenziale a cavallo tra ‘800 e ‘900, è stato uno dei più celebri esponenti dell’Art Nouveau. Fu particolarmente noto per le sue opere grafiche, in particolare quelle dedicate a donne affascinanti come Sarah Bernardt e per un originale layout tipografico con cui innovò questa tecnica.
Mentre sbocciava un nuovo genere di arte visiva “floreale” nella Parigi della Belle Époque, Mucha diventava un punto di partenza dell’Art Nouveau in tutta Europa.
Salutato come il più grande artista decorativo al mondo, la sua poetica però restava legata alle sue origini.
Animato dal desiderio di contribuire all’indipendenza politica della terra ceca e delle regioni slave, soggiogate al sopruso del colonialismo, per Alphonse Mucha “la missione dell’arte è esprimere i valori estetici di ogni nazione seguendo a bellezza della sua anima”.

Del tutto utopica questa visione del mondo si esprime comunque a fondo nelle sue opere come in l’Epopea slava (1911-28) ritenuto a ragione il suo massimo capolavoro.
Pur se impegnato nella missione di “insegnare alla gente ad amare la bellezza”  attraverso il mezzo più pop assoluto dei manifesti, Mucha
contemporaneamente si dedicava a produrre opere meno note ma sempre mosse da una profonda riflessione filosofica sulla storia dell’umanità. L’universalità dell’arte fu il suo vizio estetico più radicato e la potenza con cui mise al servizio del popolo il suo genio creativo è la ragione per cui si riscontra ancora un grande successo delle mostre a lui dedicate, come quella di Praga, ancora in corso (fino al 31 dicembre 2016).
Senz’altro però sono i manifesti, quelle litografie a colori lucenti che restano impressi: tra gli altri, la seducente donna dell’opera Summer del 1896 reclina su un fuscello di foglie, ma anche le pose e i nudi delle modelle per le foto (in mostra sono in stampa moderna da negativi originali).
«La mia arte, se così la si può chiamare – afferma Mucha – si cristallizzò. Divenne moda. Si diffuse nelle fabbriche e nelle botteghe con il nome di stile Mucha».
Ed è questo stile floreale e di linee flessuose, di contorni morbidi e colori accesi che hanno accompagnato l’estate del Vittoriano, lasciando nel visitatore un’impressione di gusto e piacere dal sapore bohèmien.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 15 aprile
Dal 15 aprile all’11 settembre 2016
Alphonse Mucha
Complesso del Vittoriano
Ala Brasini
Orari: da lunedì a domenica dalle 9.30 alle 17.30
Info: tel. 06 678 0664

Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi  nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi.   Gli articoli di Anna su Exibart.com

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