Il rapporto fra luce e buio è come la dialettica tra odio e amore. Irrinunciabile ed eterna. Questo è ciò che continuano a scoprire Werner Gasser e Gabriele Giugni procedendo nel loro percorso di ricerca artistica. Eppure, non appena si visita la mostra che li vede protagonisti allo Studio Casagrande, subito ci si accorge che anche altri attori recitano sulla scena ideale creata dalla collaborazione tra i due fotografi. Ecco allora che appare il cielo con la sua immensità, ma anche il tempo, il cui immenso concetto continua a dilatarsi a ogni nuovo sguardo.
E ancora, le forme geometriche delle fotografie di
Gabriele Giugni si contrappongono alla totale assenza di linee di alcuni scatti di Gasser, creando un dualismo che sembra complementare. Va notato come tutte le opere esposte trasmettano un forte senso di realtà, sebbene spesso i soggetti ritratti non rimandino direttamente a oggetti e ambienti direttamente riconoscibili. Gasser e Giugni realizzano fotografie non immediate, è vero, ma eleganti e visionarie, che mostrano il lungo lavoro d’indagine nei meandri del linguaggio artistico, dell’emotività e della percezione.
Nell’affascinante spazio espositivo, in un luminoso loft dello storico quartiere di San Lorenzo, sulle pareti bianche si susseguono le fotografie, che sembrano rincorrersi tra loro. Impossibile non accorgersi della rete di rimandi che intercorre, seppure da una sala all’altra, tra le opere appartenenti alla mostra
Memory Imprint di
Werner Gasser e a quella di Gabriele Giugni, emergente artista romano, intitolata
Evasioni.
Con la serie
Horizon, composta da sei fotografie scattate dall’oblò di un aereo, Werner Gasser sfida il visitatore a scoprire le impercettibili variazioni presenti nell’atmosfera, e contemporaneamente lascia che chi osserva venga coinvolto nell’azzurro prepotente del cielo. Lo stesso cielo, nel suo “pesare” sulla Terra, è il protagonista delle opere
Senza titolo di Giugni, illuminate da suggestive luci elettriche. In quest’ultimo, però, si avverte il conflitto tra forme geometriche e assoluta mancanza di confini: a volte il desiderio di uscire all’aperto, senza meta, alla ricerca di una libertà necessaria e di un “altrove” perduto, diventa impellente. Affiora allora il tema del viaggio e del viaggiatore instancabile, ossia l’artista e la sua ricerca espressiva.
L’obiettivo della macchina fotografica diventa, nelle mani di Gasser e Giugni, uno strumento indispensabile. Viaggiano su strade parallele che a tratti s’incontrano su un terreno mai neutro; anzi, fortemente caratterizzato. Quello in cui due artisti rileggono con la propria creatività i segni che la realtà offre loro, fornendone un’interpretazione intima e originale.