La mostra, allestita in tre sedi (Istituto Nazionale per la Grafica, MAXXI, Casa dell’Architettura) e curata da Sandra Suatoni, illustra il percorso audace e avventuroso di un giovane architetto. Un architetto che negli anni Cinquanta, dopo la realizzazione dell’originale Fabbrica Solimene a Vietri, capisce che l’Italia non può offrirgli la possibilità di crescere e sperimentare il suo pensiero e la sua architettura. Si trasferisce quindi in Arizona e fonda due insediamenti urbani: Cosanti (1956-1974), dove sperimenta la tecnica dell’earthcasting, e Arcosanti, a partire dagli anni ’70. Quest’ultimo è un laboratorio urbano dove giovani e non giungono da tutto il mondo per contribuire alla costruzione di un prototipo di insediamento in cui è bandito l’uso dell’automobile, le distanze sono percorribili con pochi minuti di cammino, la versatilità degli spazi aiuta ad eliminare il superfluo, a costruire meno e lasciare la natura quanto più possibile incontaminata.
Ma Paolo Soleri (Torino, 1919) non è solo questo. Alla sua ricerca si accompagna un’intensa speculazione teorica, vivace e attenta alle problematiche ecologiche, politiche e sociali dei nostri giorni. Nonostante i suoi 86 anni, sorprende per la lucidità di indagine e la concretezza delle provocazioni che lancia per scuotere gli animi e le menti e sollecitare su risposte ormai urgenti. Coerenza e concretezza, una risposta a quanti lo additano come visionario e utopico.
Tornando alla mostra, nelle sale dell’Istituto Nazionale per la Grafica una strabiliante produzione grafica racconta gli anni della formazione, i primi progetti, le case arizoniane -ancora forti dell’insegnamento di Wright-, la fabbrica Solimene, i ponti e le dighe, e Mesa City, un progetto impressionante sia per la presentazione grafica -scrolls che sovrapposti occupano un’intera parete- che per i contenuti. L’allestimento rende onore e concede spazio ad opere che rivelano un’abilità artistica singolare e unica nel suo genere, un nuovo capitolo del disegno architettonico.
La mostra al Maxxi, prosegue cronologicamente il percorso: dalle splendide tavole metaprogettuali pubblicate in Arcology. The City In The Image of Man, al progetto Two Suns Arcology, dove Soleri teorizza la città dei due soli, ed alle arcologie spaziali.
La terza sede inaugura venerdì 14 ottobre alla Casa dell’Architettura: una mostra dedicata al cantiere, ad Arcosanti e agli aspetti più pratici, attraverso i progetti che delineano l’evoluzione della città laboratorio e i progetti presentati all’Expo di Hannover nel 2000.
Un evento nell’evento sarà il workshop su_Roma, curato da Marco Felici, che da anni studia e segue da vicino il lavoro di Soleri. Un invito rivolto agli studenti delle università romane e americane a Roma, che può essere anche una provocazione: ripensare lo sviluppo di un’area della capitale, dialogando con il pensiero di Soleri e con il suo fare architettura.
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