12 dicembre 2003

fino all’8.II.2004 Margherita Manzelli Roma, MAXXI

 
Fragili, magrissime, nervose. Abbandonate in pose languide. Con il volto attraversato da un ghigno. Sospese in un età imperfetta: già vecchie e non ancora cresciute. Sono le protagoniste dei quadri di Margherita Manzelli. Che inaugura i nuovi spazi del MAXXI di Roma…

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Definirla una delle promesse dell’arte italiana è improprio. Margherita Manzelli, classe 1968, si è ormai affermata come una forte realtà nel panorama internazionale.
La sua personalissima cifra stilistica sembra dar nuova luce e linfa alla pittura che talvolta – come pure la scultura – pare adombrata dall’arte delle nuove tecnologie. E così dopo la Whitechapel e la Greengrassi a Londra – da cui vengono la maggior parte delle opere esposte a Roma –, dopo il Centre d’art contemporain di Ginevra e la Biennale di Istambul, ora il Maxxi le apre le porte dedicando una mostra alle sue fanciulle. Margherita Manzelli
Creature longilinee, adolescenti seminude dalle posture solo apparentemente languide che nascondono un’anima inquieta: come sempre, sono queste le protagoniste delle tele –molte formato sopraporta (!)- della Manzelli, in una mostra che delude le aspettative di chi attendeva di vedere lavori nuovi. O almeno un’antologica –siamo in un Museo- composta accostando opere di migliore qualità.
Figure esili e sole che a tratti mostrano un fisico quasi nervoso e sfidano lo sguardo del visitatore, guardandolo fisso negli occhi con un piccolo ghigno disegnato sul viso.
È un tratto caratteriale che emerge solcando i volti: traduce –come un’espressione inconsapevole- i turbamenti e le inquietudini. Ed è allora che i connotati cambiano e le giovani diventano vecchie: la pelle avvizzisce, la freschezza, la luminosità, la solarità degli anni verdi viene meno, così i corpi non sono morbidi, dolci o rotondi, ma magrissimi e spigolosi. Anoressici. A sottolineare la condizione esistenziale anche loMargherita Manzelli spazio in cui l’artista inserisce le sue ragazze: stanze essenziali, fredde, talvolta buie.
E’ tutto femminile il mondo della Manzelli, che come moltissime altre artiste fa del corpo il centro della sua ricerca. Ed è un sentire, o meglio un’esigenza improrogabile, quest’esplorazione e quest’ analisi ossessiva della propria identità, che passa per prima cosa attraverso l’osservazione dei mutamenti – naturali o artificialmente voluti – dell’aspetto esteriore, in primis proprio e poi altrui. E anche la grande formica al lavoro durante il vernissage – che rivela la tendenza spesso performativa dell’artista – finisce per rispecchiare l’anima e l’attitudine tipicamente previdenziale delle donne.

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federica la paglia
mostra vista il 2 dicembre 2003


Margherita Manzelli a cura di Paolo Colombo
MAXXI, via Guido Reni 6 (teatro Olimpico), www.maxximuseo.org , 063202438, mar_dom 11-19 ch lun, ingresso gratuito


[exibart]

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