La storia dell’attuale Palazzo del Quirinale può farsi risalire ai primi del ‘500, ed esattamente al 1502, anno in cui il Cardinale Oliviero Carafa donò ai fratelli Alessandro ed Ettore la sua vigna a Monte Cavallo, ponendo come unica clausola la non alienazione della proprietà.
La vigna sorgeva in un’area già nota per la singolare tranquillità e salubrità, ma le attrazioni principali erano senz’altro i due gruppi scultorei dei Dioscuri. La proprietà comprendeva anche due edifici; il primo sul versante Nord, databile forse metà ‘400, residenza
La mostra ricostruisce attraverso planimetrie, incisioni, disegni e dipinti tutte le fasi costruttive del Palazzo, e non manca di illuminarci, sempre attraverso questi documenti, sull’uso della piazza del Quirinale, nell’avvicendarsi delle epoche, mettendo in risalto come l’occhio degli artisti fosse più attento alle feste e alle cerimonie celebrate sulla piazza, che non al Palazzo.
Il racconto si apre con la pianta di Roma di Mario Cartaro (1576) che ci consente di visualizzare la situazione urbanistica della Roma dell’epoca e, in particolare, dell’area di Monte Cavallo.
Il primo intervento significativo, voluto da Gregorio XIII (1583-85), è documentato da cinque rilievi e disegni progettuali di Ottaviano Nonni detto Mascarino, progettista e direttore dei lavori. Caratteristica del progetto, testimoniata dalle incisioni e dai dipinti dell’epoca, è la volontà di realizzare un immenso giardino che ospitasse la collezione di antichità classiche del pontefice.
Ampiamente illustrato l’intervento di Paolo V Borghese (1609-17) che progettò in prima persona i nuovi lavori e ne affidò la direzione all’architetto Flaminio Ponzio, al quale subentrò nel 1615 Carlo Maderno, che realizzò la facciata, l’ingresso principale e la Cappella Paolina per la celebrazione delle messe solenni nella stagione estiva.
Con Alessandro VII, il Palazzo si arricchì dell’opera del Bernini, che intervenne con l’inserimento della loggia sovrastante il portone principale e il primo tratto della fabbrica su Via Pia.
Il percorso espositivo prosegue con le vedute della piazza e del palazzo di Gaspar van Wittel (fine ‘600) e con le rappresentazioni di incisori quali, Giovan Battista Piranesi, Francesco Panini, Giuseppe Vasi e
Tra le opere esposte, tutte meritevoli di attenzione, segnaliamo la serie dei prospetti di Raffaele Stern, disegni a penna acquerellato in 3 colori (1774-1820), progetti di sistemazione del palazzo destinato a sede imperiale da Napoleone. Un insolito notturno che ha come protagonista la piazza e uno scorcio del palazzo, illuminati dallo sparo di un bengala, di Ippolito Caffi (1809-1866), chiude la mostra.
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