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fino all’8.V.2010 Lucas Reiner Roma, Galleria Traghetto
roma
Gli alberi si rincorrono, uno dietro l’altro, immortalati nelle tele. Non hanno luogo né tempo, solo la linfa vitale che scorre incessante. A noi spetta contemplarli, nella speranza che possano sopravviverci...
di Marzia Apice
La Galleria Traghetto ospita la prima personale a Roma di Lucas
Reiner (Los
Angeles, 1960), intitolata A little painting, il cui fulcro è rappresentato
dagli alberi, tema che da anni ispira l’artista nella sua ricerca espressiva.
Reiner parte dalla sua città natale e dagli alberi di On
Pico Boulevard
per portare in giro nel mondo la sua visione della natura: per lui grande è
stato il dolore l’aver dovuto constatare l’evidente stato di sofferenza in cui
si trovano tutti gli alberi che ha incontrato lungo la propria strada. Inutile
dire che la causa di questo degrado sta tutta nell’irresponsabilità dell’uomo.
Sono piccole tele, tutte dipinte a olio, quelle realizzate
dall’artista in questa personale, in cui il colore gioca un ruolo determinante.
Lo spazio della galleria sembra trasformarsi in un piccolo e originale viale
alberato: il verde delle chiome (a volte brillante, altre più sfocato) si
staglia su uno sfondo “estraneo” ed etereo, completamente avulso dalla realtà,
le cui tonalità (rosso, blu, viola, rosa) sono ottenute sovrapponendo tono su
tono.
Il primo piano che Reiner dedica ai “suoi” alberi, di
dimensioni sempre più piccole rispetto allo sfondo in cui sono collocati, crea
un contrasto ancora maggiore con un immaginario e tutto sommato solo
vagheggiato ambiente circostante. Ciò che colpisce, sebbene gli alberi non
siano certo un tema poco sfruttato nella pittura, è proprio la capacità di
suscitare sensualità e sensibilità, e una certa volontà di comunicare, di
sedurre quasi, grazie anche alla particolare luminosità che le caratterizza:
ogni quadro è un ritratto aggraziato e malinconico, che “parla” a chi guarda,
gridando la sua sofferenza.
Testimone del suo tempo e dei luoghi della sua esistenza,
Reiner trasferisce sulla tela l’amore per querce e betulle, spinto dall’ansia
prepotente di sottolineare le trasformazioni del paesaggio – che per l’appunto
qui scompare – per effetto della mano dell’uomo e la difficoltà degli alberi
stessi a sopravvivere.

Non a caso gli alberi hanno insolite forme, che appaiono
storpiate, quasi innaturali: quei rami mutilati e storti, quelle chiome
tagliate senza criterio sono il risultato ottenuto per soddisfare superficiali
e spesso inopportune esigenze umane. Eppure questi alberi, in un certo senso decapitati,
sono tenaci e indistruttibili, metafora vivente della capacità di resistere
nonostante i trattamenti e le “sevizie” a cui sono sottoposti e la tortura
dell’inquinamento atmosferico.
Forse perché simbolo antichissimo della sacralità, emblemi
del concetto di “testimonianza”, questi alberi appaiono il più concreto,
tangibile collegamento fra la natura e l’essere umano: un contatto che Reiner
non vuol perdere. I suoi quadri sono un segnale di S.O.S. impossibile da non
ascoltare.
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Personale
da Claudia Gian Ferrari
marzia apice
mostra visitata il 2 aprile 2010
dall’undici marzo all’otto maggio 2010
Lucas
Reiner – A little painting
Galleria Traghetto
Via Reggio Emilia, 25 (zona Porta Pia) – 00198 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 14.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0644291074; roma@galleriatraghetto.it;
www.galleriatraghetto.it
[exibart]
Simpatici alberelli in stile “delicate signorine fine anni quaranta con lo studio a via Margutta e la tavolozza en plein air a villa Borghese”, è strano come sembri fresco e internazionale quello che una volta appariva strapaesano e provinciale; a proposito…Carlo Mattioli, chi era costui? Ah, saperlo, saperlo…