Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Serie più recente tra le ultime fatiche di Taryn Simon (1975), Paperwork and the Will of Capital rappresenta un viaggio, un’indagine tesa tanto alla riflessione sulla precarietà del potere e della vita, quanto alla duratura persistenza e memoria di archivi e testimonianze. Le 12 sculture e 36 fotografie che costituiscono la serie nascono infatti dalla riflessione dell’artista suscitata dalle immagini d’archivio testimonianti la firma di trattati e incontri ufficiali avvenuti in occasione della Conferenza Monetaria e Finanziaria di Bretton Woods del 1944, oltre allo studio botanico compiuto da George Sinclair nel XIX secolo e successivamente ripreso dal biologo-naturalista Charles Darwin. Le foto scattate durante la conferenza documentano infatti, oltre alla sottoscrizione di accordi riguardanti decisioni cruciali quali la nascita del Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, anche gli ambienti ospitanti e le composizioni floreali appositamente create e assemblate ad hoc per omaggiare i Paesi partecipanti.
Studiando accuratamente gli ornamenti floreali e tentando di ricostruirne le varietà avvalendosi dell’aiuto di un botanico, Taryn Simon ha quindi importato dalla città olandese di Aalsmeer – luogo della più grande asta mondiale di fiori – oltre 4000 esemplari per ricostruire la propria versione delle composizioni. Nel farlo, ha ripreso il concetto del “bouquet impossibile” proprio delle nature morte olandesi del XVII secolo, rappresentanti in un unico mazzo varietà floreali impensabili poiché appartenenti a regioni geografiche e periodi stagionali diversi, oggi invece possibili grazie al fenomeno della globalizzazione. L’artista ha poi fotografato le composizioni stagliandole su sfondi bicolori dall’ardito sapore pop ispirati agli ambienti originari, abbinando a ogni fotografia una didascalia illustrante minuziosamente l’accordo ufficiale che l’ha ispirata.
Il progetto di Taryn Simon è proseguito poi attraverso il prelevamento di alcuni campioni dalle 36 composizioni e la conseguente essiccazione degli stessi che, successivamente pressati e cuciti su carta d’archivio, hanno dato vita a collage botanici posti sulle presse cementizie. Attraverso quest’ultima fatica, Taryn Simon – fotografa e pittrice, che in quest’occasione esplora per la prima volta la scultura – ha voluto riflettere sull’instabilità del potere e la precarietà della vita, contro la trasversalità temporale della documentazione e della testimonianza archivistica. Stagliandosi nella stanza ovale della galleria, foto e sculture si completano e contrastano, restituendo al tempo stesso l’austerità degli incontri di Stato che le hanno ispirate.
Eleonora Scoccia
mostra visitata il 19 aprile 2016
Dal 14 aprile all’8 luglio 2016
Taryn Simon – Paperwork and the Will of Capital
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi, 16 – (00187) Roma
Orari: da martedì a sabato dalle 10:30 alle 19:00
Info: Tel. 0642086498 – www.gagosian.com – roma@gagosian.com