Il ruggito della Roma antica. Mentre l’attenzione di larga parte dell’opinione pubblica -in tema museale- si concentra nella capitale sulle vicende dei “dioscuri” eternamente incompiuti, Macro e Maxxi, distraendosi giusto per la spettacolare inaugurazione del recuperato Palaexpo, proprio a poche centinaia di metri da quest’ultimo va in scena la rivincita dell’archeologia. Con l’inaugurazione dell’atteso Museo dei Fori Imperiali, che -localizzandosi nei restaurati Mercati di Traiano- va a colmare una vecchia lacuna dell’offerta culturale romana. Ovvero la mancanza di una struttura espressamente dedicata all’architettura antica, che presenti adeguatamente gli aspetti progettuali, costruttivi e decorativi. E la location ideale non poteva che essere quella dei Mercati di Traiano, complesso di sei edifici disposti su altrettanti livelli che avrebbe dovuto essere un centro amministrattivo connesso al Foro di Traiano con funzione multiuso. Costruito dall’architetto
Apollodoro per l’imperatore Traiano agli inizi del II secolo sulle pendici del colle del Quirinale, che vennero tagliate per ricavare lo spazio sufficiente per l’ultimo e più grandioso dei Fori imperiali, il Foro di Traiano.
Avviato a partire dagli inizi del 2004, il restauro della struttura costituisce il più impegnativo intervento realizzato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali nell’area da oltre cinquant’anni, e ha restituito alla fruibilità gli edifici della Grande Aula e il Corpo Centrale. Restauro condotto tenendo sempre presente l’esigenza di mantenere inalterata la leggibilità e l’agibilità del monumento, garantendo al pubblico la percezione reale della volumetria e della complessità costruttiva dei Fori.
Il museo si propone dunque come fulcro del percorso di visita dei resti antichi, ammirabili all’esterno nelle aree archeologiche, e dei frammenti delle decorazioni scultoree e architettoniche, esposti negli ambienti interni. E che si pone l’obbiettivo di ricontestualizzare i frammenti esposti, collocandoli in una visione complessiva degli edifici forensi, oltre a focalizzare e indagare le esigenze “encomiastiche” rappresentate dalle diverse sculture e rilievi in relazione a ciascun complesso.
“Al piano terra della Grande Aula -si legge nel progetto di allestimento-
è prevista l’introduzione alla visita di tutta l’area forense attraverso un apposito apparato multimediale e per mezzo di alcune sale dedicate ai singoli Fori, ognuno simboleggiato da un pezzo particolarmente significativo”. Quindi in successione le sezioni dedicate al Foro di Traiano, al Foro di Augusto, al Foro di Nerva, al Tempio della Pace.
“Al piano superiore -prosegue il prospetto-
si snodano due sezioni dedicate rispettivamente al Foro di Cesare (ambienti verso la via Biberatica) e alla ‘Memoria dell’Antico’, tema affrontato attraverso sculture ed elementi architettonici pertinenti il Tempio di Marte Ultore, già conosciuti e riprodotti dal Quattrocento in poi. Sempre allo stesso livello, l’itinerario prosegue nelle sale del Corpo Centrale dedicate alla decorazione architettonico-scultorea dei portici, delle esedre e dell’aula del Colosso del Foro di Augusto, anche con l’ausilio di prestiti e calchi di materiali non più conservati a Roma, o conosciuti solo da imitazioni realizzate per i Fori delle capitali provinciali di poco successivi”.