Il modello di proposta culturale/espositiva che caratterizzerà il Palazzo attingerà a quali riferimenti internazionali? La falsariga sarà la “multimedialità” del Centre Pompidou?
Riaprire oggi uno spazio espositivo come il Palazzo delle Esposizioni, in un contesto cittadino che si è arricchito negli ultimi anni di tanti luoghi della cultura, significa confrontarsi con l’offerta nazionale e internazionale e con un pubblico sì italiano, ma che sempre di più sta diventando internazionale. Certamente il Palazzo, che si configura come uno spazio espositivo e non un museo, si confronterà quindi con quei modelli internazionali che hanno rappresentato modelli di successo e, quindi, certamente il Pompidou o la Tate. Sono certa, però, che il Palazzo avrà una sua identità, legata alla specificità della cultura italiana e alla sua storia.
Come funzionerà la bigliettazione? Ticket unico per tutti gli eventi o biglietti diversificati per chi sia interessato a un solo evento?
Lo spazio espositivo del Palazzo, nonché la tipologia della sua struttura architettonica, suggerisce la strada del biglietto unico, al quale saranno affiancate formule convenienti e flessibili di fidelizzazione e, in alcuni casi specifici, un biglietto differenziato.
Un’apertura serale, magari il venerdì e il sabato, oltre a legittimare l’esistenza di un grande ristorante al vostro interno, contribuirebbe non poco a qualificare le frequentazioni notturne di una zona attualmente fuori dai circuiti serali come quella di via Nazionale. Ci avete pensato?
L’intento è certamente di tenere aperto più possibile il Palazzo, che dovrà vivere tutto il giorno. Via Nazionale, per la sua collocazione di prossimità alla Stazione Termini e al centro della città, è un’arteria fondamentale che, grazie anche al Palazzo, potrà beneficiare, speriamo, di una vita ancora più animata.
Parliamo dello staff che il Palazzo ha a disposizione. Chi saranno i professionisti dedicati a mostre, a programmazioni a latere, alle sale teatro e cinema? Vi sono delle new entries?
Il Palazzo ha già al suo interno professionalità molto qualificate, che potranno lavorare sui differenti aspetti e discipline legate all’organizzazione di mostre ed eventi di spettacolo. I singoli progetti, caso per caso, potranno evidentemente avvalersi anche di collaborazioni specialistiche temporanee, connesse ai singoli eventi.
Le prime mostre del Palaexpo (Rothko, Ceroli, Kubrick) sembrano una dichiarazione d’intenti per il futuro. Dunque davvero il Palazzo delle Esposizioni si concentrerà sull’arte e la cultura contemporanea, lasciando alle Scuderie del Quirinale –che fanno parte della stessa azienda– il ruolo di proporre eventi più classici?
La gestione di due spazi come le Scuderie del Quirinale e il Palazzo delle Esposizioni richiede una riflessione sull’uso delle due strutture che tenga conto della storia dei due spazi e della necessità di rispondere a una domanda culturale diversificata. Il Palazzo è, da sempre, simbolo della cultura del Novecento e ha rappresentato, in questa città, il luogo nel quale sono state presentate grandi mostre sull’arte italiana ma anche sulla contemporaneità. Le Scuderie, inaugurate nel 2000, sono state destinate a esposizioni sull’arte classica italiana, i suoi protagonisti, i suoi movimenti, i suoi rapporti con l’arte e con gli artisti di altri paesi. In questi sette anni, le Scuderie hanno fidelizzato un pubblico che, sempre di più, identifica questo spazio come uno spazio istituzionale, di grande qualità, destinato a mostre di richiamo internazionale.
Partendo con un evento di grandissimo richiamo come quello su Mark Rothko vi inserite in un filone di respiro internazionale. Continuerete così? Quali sono gli eventi di maggiore richiamo programmati per la stagione invernale? È ancora in programmazione la collettiva su “arte & tecnologia” ordinata dalla dottoressa Tolomeo, che in un primo tempo venne data come mostra d’apertura?
Si parte con tre grandi mostre di apertura che andranno avanti fino a gennaio 2008 e che sono: Mark Rothko, Stanley Kubrick, Mario Ceroli. Sarà la volta, poi, di una grande mostra sull’arte della velocità, un viaggio in cinquant’anni di storia del nostro Paese, letta attraverso questo concetto e attraverso le varie chiavi di interpretazione, dal design ai motori, all’arte, al cinema, al costume. In contemporanea, una grande mostra sulla Cina contemporanea, alla ricerca di una nuova identità. Negli spazi di via Milano, la mostra principale dell’edizione 2008 del Festival della Fotografia e, durante i mesi estivi, ritorna al Palazzo la Quadriennale. In autunno una grande retrospettiva dedicata a Bill Viola insieme a una mostra sugli Etruschi, tema quello delle grandi civiltà, che ritornerà nella programmazione del Palazzo.
Tornando alle Scuderie del Quirinale. Ci saranno rapporti e relazioni tra le due strutture? Tempo fa si era parlato anche di un percorso pedonale tra Palazzo e Scuderie. Al di là di questo, quali saranno i rapporti quanto a contenuti?
Come ho detto prima, i due spazi avranno programmazioni diverse ma saranno legati da un sistema integrato di offerta. Sono allo studio formule di facilitazione economica che incentivino l’accesso alle due strutture.
Stessa domanda per quanto riguarda le altre strutture del network “Azienda Speciale Palaexpo”. Come interagirà il Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale con strutture di successo come la Casa del Cinema e la Casa del Jazz?
Analogamente a quanto detto per le Scuderie, la programmazione delle strutture culturali gestite da Palaexpo è stata progettata con l’obiettivo di integrare e valorizzare le vocazioni disciplinari e multidisciplinari dei singoli spazi che, peraltro, sono organizzati attraverso una centralizzazione della gestione.
Qualche cenno ai costi di una struttura come il nuovo Palazzo. Qual è il budget annuale per la realizzazione delle mostre? Quanto si prevede che contribuiranno i servizi come il bookstore, la caffetteria, il ristorante? A che percentuale di autofinanziamento puntate?
Palaexpo è un’azienda speciale del Comune di Roma, interamente posseduta dall’ente locale, ma con autonomia gestionale. Questa condizione ci ha consentito, in questi anni di progressiva riduzione dell’intervento pubblico, di reperire risorse aggiuntive attraverso gli sponsor (che hanno apprezzato le nostre mostre) ma anche attraverso un’oculata politica di programmazione che, attraverso i crescenti ricavi da biglietteria, ha reso possibile il pareggio di bilancio. A titolo esemplificativo, ad oggi, fatto cento il valore del nostro bilancio, l’intervento del Comune si limita al 31% del totale dei ricavi previsti, mentre le entrate da biglietteria e sponsor rappresentano il restante 69%.
Roma si appresta a vivere un periodo di formidabili aperture riguardo al panorama galleristico (Larry Gagosian) e museale (Maxxi e Macro). Come vede il Palaexpo all’interno di questo acquario? Quale ruolo? Come distinguersi e posizionarsi rispetto agli altri?
Il rapporto tra domanda e offerta culturale, in questa città, ha dimostrato, in questi anni, di non soffrire di squilibri per un eccesso di offerta ma che, anzi, l’apertura di nuovi spazi, ha stimolato ancor più la domanda. Maxxi e Macro sono due musei di arte contemporanea che Roma attende da molto tempo e che colmano un’assenza culturale profonda. Il Palazzo delle Esposizioni che ripeto, non è un museo e quindi non possiede una collezione, ha una vocazione legata alla storia del Novecento, nelle sue diverse espressioni, allo sguardo sulle grandi civiltà e ai nuovi linguaggi della comunicazione.
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Ceroli al Castello Svevo di Bari
Kubrick alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia
a cura di massimiliano tonelli
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 43. Te l’eri perso?Abbonati!
[exibart]
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