Su La Grande Bellezza è stato detto più o meno tutto. Ha vinto il premio Oscar come miglior film straniero nel 2014, ridando un poco di lustro al cinema italiano, in una sorta di amarcord della gloriosa stagione del made in Italy. Ha vinto meritatamente, non meritatamente? È il miglior film di Paolo Sorrentino? Corrisponde a un’immagine reale di Roma o trasfigurata oniricamente?
Non ci interessa. E comunque sarebbero discorsi infiniti.
Concentriamoci invece sulla mostra, che giustamente, e doverosamente, celebra ancora una volta quella vittoria nell’ambito del Festival Internazionale del Film di Roma. Si tratta di 150 fotografie di scena del fotografo Gianni Fiorito (cornice bianca), alternate a frame originali del film (cornice nera). Ovviamente è una carrellata su quella varia umanità che abbiamo imparato a amare/disprezzare guardando il film, oltre a qualche scorcio estivo e deserto di Roma. Sono immagini che ormai sembra di conoscere a memoria, tanto ne siamo stati bombardati, e tutti gli scatti e i fotogrammi sembrano alla fine essere echi di echi di sé stessi.
La mostra, sponsorizzata da Mediafriends e Fondazione Cinema per Roma, con il contributo di Medusa e IndigoFilm, contribuirà a finanziare – e questo è il suo profilo migliore – un progetto della Fondazione Italiana Ricerca sull’Artrite per giovani ricercatori, tramite il ricavato dalla vendita delle fotografie.
Proprio in occasione del Roma Film Festival, Il Centro Sperimentale di Cinematografia cura una mostra fotografica su Asia Argento, contemporaneamente alla presentazione del libro fotografico Asia Argento. La strega rossa, a cura di Stefano Iacchetti – autore anche del reportage fotografico sul set di Era di marzo e Incompresa, raccolto all’interno del libro.
Figlia d’arte – il papà Dario, premiato alla carriera proprio in questa edizione del Festival, è uno che tra l’altro di streghe se ne intende, ricordiamo il meraviglioso Suspiria – Asia si è però riuscita a ritagliare un suo percorso personalissimo di tutto rispetto, muovendosi tra cinema, musica e varie trasformazioni personali, spesso al limite del provocatorio, imponendosi come piccola icona dell’anticonformismo.
Una manciata di enormi stampe bianco e nero e a colori invadono lo Spazio Risonanze, dove ora è sistemata la sala stampa, fino alla fine del festival, mentre quelle esposte nel Foyer Santa Cecilia saranno esposte inspiegabilmente solo sino al 21. Gli scatti di Iacchetti, raffiguranti la Argento in versione regista, sono tratti dal libro, il vero protagonista di tutta l’operazione: uno zibaldone costruito con fotografie realizzate da lei o che la ritraggono, immagini dei taccuini di schizzi e poesie, sagaci aforismi, stralci autobiografici, e altri memorabilia assortiti – ed emozionanti, suppongo, per lo zoccolo duro dei fan della attrice. In fondo una celebrazione, ma quale (auto)biografia non lo è?
Simbolicamente, segna anche un momento cardine nella carriera dell’artista romana, che alla soglia dei 40 anni ha deciso di abbandonare la recitazione perché troppo limitante per la sua natura polimorfa e artisticamente irrequieta, per dedicarsi unicamente alla regia e alla musica.
Mario Finazzi
mostra visitata il 18 ottobre
La Grande Bellezza
Asia Argento. La strega rossa
Festival del Cinema di Roma
Viale Pietro De Coubertin, 10
00196 Roma
Info: Tel +39 06 40 401 900