Lo avevamo già visto protagonista di un lavoro ‘patriottico‘ al nascente Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. Oggi Luca Vitone (Genova, 1964), torna a toccare temi cari alla ‘nostra’ Italia con la sua personale Isole recluse. Ottologia della villeggiatura presso la galleria Cesare Manzo.
Il primo impatto all’interno della galleria è quello di aver sbagliato luogo o di essere arrivati troppo tardi per ‘vedere’ la mostra. Un ambiente bianco, apparentemente vuoto, e una scultura come un vaso di fiori, unico protagonista colorato della sala. Addentrandosi si scorgono dei fogli bianchi il cui lato stampato capovolto è rivolto verso le pareti. Sono carte dell’Istituto Geografico Militare che, in particolare, raffigurano otto isole (Favignana, Lipari, Lampedusa, Ustica, Pantelleria, Ventotene, Ponza e l’arcipelago delle Tremiti). L’ambiente è luminoso silenzioso e immobile.
Vitone torna indietro nel tempo nella storia italiana e focalizza la sua attenzione sulla pratica del ‘confino’ degli anni ’30, durante il periodo fascista, quando coloro che, ostili al regime, venivano ‘invitati’ (in modo coatto) a soggiornare in quelle isole che erano lontane dal mondo civile, paradisi perduti e che, veri e propri campi di internamento, in maniera propagandistica, venivano spacciati dal regime come luoghi di villeggiatura, considerata una possibilità di redenzione per i dissidenti.
Una riflessione dunque, quella di Vitone, che incrocia il ‘genius loci’, inteso come senso di appartenenza ad un luogo, come legame identitario culturale e sociale con la propria terra e il ‘topos’ d’origine fisico, qui visibile attraverso l’utilizzo (scientifico) delle carte geografiche. L’espediente di rivoltare le carte rimanda, infatti, ad una negazione d’appartenenza per quei luoghi che sono stati complici e testimoni involontari del volere del regime, ospitando coattivamente e dissolvendo il rapporto fra un’identità italiana e il suo riconoscimento culturale.
Improvvisamente anche il vaso di fiori all’ingresso non è più un vaso decorativo dal titolo Eppur si muove , ma un omaggio a quelle otto terre, (e non a caso anche i fiori della scultura sono otto, da qui il titolo Ottologia della villeggiatura) che rimangono vive nella nostra memoria, come un messaggio forte che l’artista ci vuole trasmettere; la storia deve essere ricordata perché fulcro costitutivo portante su cui si costruisce una società e che qui si concretizza attraverso il nostro intervento con il gesto di cambiare ciclicamente i fiori per tenerli in vita.
Luca Vitone, inserisce inoltre, nello stesso ‘vaso -messaggio’ un simbolo della comunità rom, la ruota, quasi come se volesse ampliare la questione sull’identità culturale di un popolo.
Quale tema più attinente, dunque, nel momento in cui l’Italia festeggia i suoi 150 anni.
Viene da chiedersi se ancora oggi esiste un’identità italiana in cui riconoscersi.
Vitone insinua questa domanda fra le sue opere ma lascia a noi l’arduo compito di trovare una risposta.
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mostra visitata il 10 marzo 2011
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Luca Vitone – Isole recluse. Ottologia della villeggiatura
Galleria Cesare Manzo,
Vicolo del Governo Vecchio 8 – Roma 00186
Orario: da martedì a venerdì ore 16-20; sabato ore 10-13
Ingresso libero
Info: tel. +39 06 93933992; roma@galleriamanzo.it
http://www.galleriamanzo.it/
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