Erotismo in salsa pop-surrealista. Il primo impatto con le
opere di
Ultra Erotica è molto forte, quasi respingente per la natura al limite del
pornografico di certi scatti fotografici in particolare. Tuttavia, scorrendo i
lavori in mostra, realizzati con le tecniche più diverse, dai quadri a olio di
Michael
Hussar – alla sua
prima apparizione in Italia – agli acrilici di
Dorian X, passando per i disegni a china
di
Roberto Baldazzini, si scopre una raffinatezza unica e una cura dei dettagli che – ad
esempio negli oli di Hussar, primo fra tutti la celebre copertina di
V.M. 18 di Isabella Santacroce – arriva
alla maniacalità.
Tutti uniti dalla rappresentazione della ricerca del
piacere, che si fa spasmodica e totalizzante quanto più è frustrata e
insoddisfatta. L’obiettivo sembra essere quello d’indagare la pervasività della
sfera sessuale nell’immaginario moderno, nutrito di film, letteratura, fumetti
e televisione e alimentato da una pulsione voyeuristica e perversa
qual è
efficacemente immortalata nei corpi nudi e contorti di giovani modelle nelle
opere di
Atsushi Tani,
Kenichi Murata ed
Estevan Oriol.
Vanno in scena le fantasie erotiche femminili, come nelle
illustrazioni di
Makiko Sagawa, in cui giovani donne giocano consapevolmente con il
proprio corpo, in un eccitante nascondino, svelando o velando impudicamente
parti di sé; oppure salgono sul palcoscenico visioni alternative, come quella
di
John Santerineross, che realizza una suggestiva
commistione di elementi mitologici greci e ispirati al cattolicesimo, in un
inno alla sacralità del sesso e una critica feroce ai reprimenda religiosi.
Il più genuinamente “pop” e fantastico resta però Michael
Ussar, che è in grado di veicolare nelle sue opere temi universali come amore,
morte, peccato e redenzione, costruendo un vero e proprio immaginario dark e
gotico abitato da creature cupe e tentatrici.
Eros e Thanatos sono le due facce della stessa medaglia e
i due inevitabili punti di convergenza delle opere in mostra, sospese tra
creazione (attraverso l’impulso sessuale) e distruzione, disgregazione verso
cui tutto tende. Ed entrambe animano la ricerca terrena del piacere, la volontà
di soddisfare uno stimolo che può essere bestiale o affettatamente edonistico,
ma in ogni caso dev’essere placato.
Mondo Bizzarro, così come Dorothy Circus Gallery, sempre a
Roma, offre cittadinanza a un tipo d’arte molto “borderline”, influenzata dai
manga giapponesi, dalle stampe erotiche ottocentesche, dal mondo reale e per
questo da alcuni ritenuti meno valida. Sicuramente di un esperimento rischioso,
per la vena commerciale che coltiva, ma non privo di un interesse che può
essere anche antropologico.
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... direbbe Vulvia: "è proprio vero...tira più un pelo di **** che un carro di buoi"...
Proprio bello, ma ci sono anche le f...? perchè se non ci sono allora vado al Gilda che lì ci sono a dimenarsi.
PIACERE IN PIENA…”spy”
…andiamo giù al mare ad amare per sconvolgersi in piedi di fronte al piacere…
GIROVAGANDO in quell’immesso sapore femminile-
Poco prima,
la donna era venuta a moda, in modo
che ci si addossò con il dorso rimanendo in piedi a presa,
allargò le prodighe gambe
e gli fece cenno all’uomo di approssimarsi.
Avvalersi da naufrago
di una corsa sulla sabbia
e un contatto con il ventre della terra
che senza buche
lasci cadere solo l’infinito inaspettato.
Gli fece cenno delle donne notturne
che avvertono uomini rudi
con il serpeggiare dei centimetri duri.
E,
appena l’uomo le fu diffuso odore,
si fece prolificare,
uscì proprio qualche goccia di liquido salato
dal mare sporcato e imboscato
di perle mosse.
Affondata dal desiderio la donna spronava l’onda
e si faceva sbattere contro le sciupate rocce.
Avvalersi da naufrago
di una corsa sulla sabbia
e un contatto con il ventre della terra
che senza buche
lasci cadere solo l’infinito inaspettato.
Lei gli disse di fare di sé il brivido:
di sé il brivido…
il brivido,
lo diceva a guizzi strozzata dal leccarsi le labbra
stirate dal mosso vento enorme
senza riunire e coordinare la rotta lingua,
ora a riportare,
ora ad insinuare,
l’avvalersi da naufrago
di una corsa sulla sabbia
e un contatto con il ventre della terra
che senza buche
lasci cadere solo l’infinito inaspettato.
Io, sono infrangibile
e cominciò a cicatrizzare la notte
fino al putrido ritorno
stavolta in modo che si indusse,
il frastuono del piacere,
lo strepito dei detriti a riva,
il disorientamento…
E quel finimondo in piena di un venuto amare.
Io,
posso immaginare anche un mio commento:
Perché ho scritto questa gelosissima e golosissima poesia?
Donna,
te ne approfitti perché sei molto più forte di me.
Ho i miei cedimenti,
le mie debolezze perché ti amo troppo,
più di me e delle certezze.
Donna infinita, donna memoria,
donna inghiottita dal mio mare…
Spy è qui.
©2010 Maurizio Spagna
Da “Il d IO in tutti modi”
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L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-