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02
giugno 2014
Sound Corner Cristiano Luciani, Enter the Void Auditorium Parco della Musica, Roma
roma
Continua la collaborazione tra Auditorium e RAM. Ogni mese una stanza viene abitata dal suono realizzato da un artista. Un esperimento dai risultati sorprendenti -
di Paolo Aita
Decisamente splendida l’idea di presentare progetti sonori in modo stabile all’interno dell’Auditorium di Roma. Questa struttura, diventata uno dei simboli della città, in questo modo viene rinnovata da un approccio completamente differente. La musica che viene eseguita all’Auditorium normalmente è classica, sebbene progetti più attuali abbiano giusta ospitalità.
In ogni caso si tratta per lo più di musica scritta, realizzata con strumenti musicali acustici, o, se elettronici, pensati comunque per questo uso. Espressa così l’estetica della musica ospitata dall’Auditorium non riuscirebbe a contenere le ricerche più recenti in ambito musicale, precisamente quelle relative al suono in quanto tale.
Preceduta dagli esperimenti dei Futuristi, con l’uguaglianza suono=rumore, stabilita tra gli altri da John Cage, si apre un nuovo universo di possibilità espressive che devono essere giustamente ospitate dall’Auditorium, con un’attività pionieristica.
Lo spazio Sound Corner organizzato da Anna Cestelli Guidi è decisamente particolare. Con una singolare virtù di under statement, questa zona è, al contempo, al centro dell’Auditorium e discosta da tutto. Si annuncia discretamente, con la percezione di strani fatti sonori che sfuggono a qualsiasi definizione, e generano una forte curiosità, poiché la dimensione dell’esperimento supera quella della ricerca della bellezza sonora.
Ultimo artista intervenuto: Cristiano Luciani.
Un flusso sonoro molto diversificato ci colpisce. Suoni addensati o diradati arrivano a noi quasi con una differente tangibilità, infatti, la nostra attenzione è colpita soprattutto dal particolare rapporto di pieno e di vuoto, che non è relativo solamente alla musica, ma riguarda anche la presenza, l’essere. Solo in un secondo momento ci accorgiamo dell’origine elettronica di questi suoni, in cui, in modo molto sottile, sentiamo la presenza di elementi naturali straniati, perché filtrati anch’essi dall’elettronica. Il risultato somiglia parecchio ai flussi sonori della computer music. In realtà ascoltando bene questa composizione, ci accorgiamo di uno spessore umano spesso volutamente assente dalla musica elettronica. Siamo quindi piuttosto distanti dalla programmazione pura, sebbene i risultati di questo procedimento non siano sconosciuti a Cristiano Luciani, che, pur puntando ad una zona di ipotetica stasi sonora, realizza una composizione a suo modo caleidoscopica.
Paolo Aita
Mostra visitata il 19 maggio
Sound Corner
Cristiano Luciani
Enter the Void, 2014
A cura di Anna Cestelli Guidi
Auditorium Parco della Musica
V.le De Coubertin, Roma