Un weekend tutto per lui. Due giorni dedicati a un personaggio-mito. Vito Hannibal Acconci sbarca a Roma, star indiscussa di questo ultimo scorcio di Febbraio che lo vede impegnato, dopo trentâanni, in un progetto dedicato alla capitale: la realizzazione di una sound station espressamente ideata per il neonato Sound Art Museum.
Lo chiamano giĂ lâAcconci day, questo sabato capitolino. Al mattino, lâartista-architetto americano sarĂ il protagonista dâeccezione di una conferenza pubblica, promossa dalla FacoltĂ di Architettura dellâUniversita Roma Tre in collaborazione con Radioartemobile e la Fondazione Adriano Olivetti.
Acconci, ex poeta, performer, videomaker e body artist â uno dei padri delle sperimentazioni artistiche degli anni â60 e â70 â fonda a New York ventâanni fa lâAcconci Studio, un think-tank dâarte e architettura con cui ha realizzato, insieme ad un team di giovani progettisti, una serie di importanti e innovative opere pubbliche: dal centro culturale Storefront a Manhattan, al parco trasportabile Park up Building, installato sulla parete esterna del Centro Gallego de Arte Contemporaneo di Alvaro Siza a Santiago de Compostela; dallâIsola sul fiume Mur a Graz, al nuovo Design Store del Museum fĂźr Angewandte Kunst di Vienna, fino alla boutique newyorkese United Bamboo.
Un convegno-evento per celebrare il percorso eclettico e appassionato di un artista inquieto: quella di Acconci è una carriera lunga, segnata da passaggi continui, metamorfosi, deviazioni, approdi sempre provvisori, tessendo un filo robusto alla ricerca di una relazione intensa con il corpo, lo spazio, il pubblico, il territorio, il passaggio e la presenza. Abbandonata lâattivitĂ di artista strictu sensu, inizia lâavventura di architetto nei primi anni â80, rompendo definitivamente con il lavoro dentro gli spazi espositivi per passare alla progettazione di dimensioni percorribili, abitabili, integrate con la vita della comunitĂ urbana. Le sue sono spesso strutture sovversive e anarchiche in cui lâidea di funzione, regola, gerarchia viene manipolata e ripensata con incisivitĂ .
Durante lâincontro alcuni nomi illustri della scena culturale romana affiancheranno Acconci: il Prof. Francesco Cellini, Preside della FacoltĂ , Francesco Careri, architetto, docente e ricercatore, lâartista Cesare Pietroiusti, il direttore artistico della Fondazione Adriano Olivetti, Bartolomeo Pietromarchi, e Lorenzo Romito, uno dei membri fondatori del gruppo Stalker.
Anche per il venerdĂŹ è previsto un appuntamento speciale â riservatissimo stavolta -, un workshop col maestro americano destinato agli studenti della FacoltĂ di Architettura Roma Tre.
Ma il Saturday Acconci prosegue con una serata densa, tutta dedicata alla vista e allâascolto, un evento per esplorare quelle zone di contaminazione tra suono e arte, performance elettronica e installazione multimediale, tecnologia, architettura e sound art.
Inaugura, negli spazi di Radio Arte Mobile, il Sound Art Museum, un progetto promosso da Zerynthia e RAM e affidato alle scelte curatoriali di Lorenzo Benedetti, Riccardo Giagni e Cesare Pietroiusti. La nuova struttura opererĂ su piĂš livelli gestendo un archivio permanente di lavori audio (che ha giĂ catalogato piĂš di 350 opere audio provenienti da tutto il mondo), un archivio internet (www.radioartemobile.it), un archivio mobile (in collaborazione con Nomads in Residence), uno spazio per le installazioni degli artisti, tutte rigorosamente site specific.
Apre le attivitĂ del museo sonoro la collettiva Inaudita. Ospiti dâonore? Mr. Vito Acconci e il suo team di architetti. Sono in tutto cinque le nuove installazioni realizzate ad hoc da Acconci Studio, Markus Huemer, Donatella Landi, Stephen Vitiello e Achim Wollscheid. I lavori vanno ad aggiungersi a quelli giĂ presenti di Mario Airò, Massimo Bartolini, Bruna Esposito, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Annie Ratti, Gert Robijns. Grande attesa, chiaramente, per il lavoro presentato dallo Studio Acconci. Unâanticipazione? Inaudita presenterĂ al pubblico il progetto-simulazione per una sala con cinque postazioni audio riservata allâascolto del materiale in archivio. Si tratta di un primo step introduttivo, in attesa di realizzare il nuovo ambiente, destinato a diventare una struttura permanente del museo, funzionale alla fruizione dello spazio e della collezione.
helga marsala
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