Sono le parole dell’Assessore alla Cultura del Comune di Roma, Gianni Borgna, ad informarci sui presupposti del grande mosaico di Paladino: il progetto nasce per il Giubileo 2000 con la volontà di lasciare un segno tangibile e permanente al termine della celebrazione dell’Anno Santo; a tale scopo l’opera doveva trattare i temi del sacro e della classicità . I tempi sono slittati e viene presentato solo ora al pubblico in un cantiere allestito presso i Mercati Traianei, ove l’apparato musivo scomposto potrà essere ammirato sino alla fine di Gennaio.
Successivamente verrà assemblato ed esposto temporaneamente alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea (EX Peroni) fino a raggiungere la sua sede definitiva il controverso Auditorium dell’Ara Pacis.
Mimmo Paladino, considerato uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea italiana e internazionale, è protagonista insieme a Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Sandro Chia e Nicola De Maria della Transavanguardia, corrente artistica che ebbe il suo maggiore sviluppo negli anni ’80 e oggi è considerata una delle esperienze più significative dell’arte italiana dello scorso secolo.
L’artista ha, per l’occasione, lavorato a stretto contatto con l’Architetto Richard Meier, responsabile del progetto di risistemazione del monumento romano, studiando i rapporti dimensionali e strutturali della sede che ospiterà il mosaico (6×7 metri) e realizzando a questo scopo una parete aggettante, quasi una scultura.
Ludovico Pratesi interviene illuminandoci circa gli elementi tecnici e le informazioni di carattere storico-artistico. Il mosaico, riprendendo la tradizione dei mosaici pavimentali romani, è costituito da tessere lapidee, lo sfondo è bianco e i disegni hanno contorni neri; figurazioni realizzate con paste vitree e smalti testimoniano il passaggio dalla simbologia pagana a quella cristiana con l’immediato riferimento ai ricchi cicli musivi ravennati e ai più vicini mosaici romani da Santa Pudenziana a Santa Maria in Trastevere.
Fondamentale è il rapporto tra la luce e le tessere, di qui il taglio differenziato che caratterizza ciascuna di esse, la struttura, e il singolare aggetto che connota l’intero mosaico.
I 20 triangoli di mosaico in oro, ocra, verde smeraldo, rosso presentano simboli del sacro e della cristianità : l’agnello, la coppa, la mano, la corona di foglie, uccelli e graffiti e figure umane stilizzate.
L’opera è stata realizzata dal mosaicista Costantino Aureliano Buccolieri su bozzetti di Mimmo Paladino.
articoli correlati
Il cantiere dell’Ara Pacis
daniela bruni
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialitĂ e nell’oggettualitĂ .…
Una mostra interattiva per scoprire il proprio potenziale e il valore della condivisione: la Casa di The Human Safety Net…
Al Museo Nazionale di Monaco, la mostra dedicata all’artista portoghese Francisco Tropa indaga il desiderio recondito dell’arte, tra sculture, proiezioni…
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Visualizza commenti
aho ma 'o sanno tutti che l'auditorium dell'Ara Pacis nun se farĂ ...embe...