Gocce di dolore purissimo grondano dalle pareti di Sa Domo Manna a Villanova Monteleone. Non entrare in dialogo, in contatto empatico con i suoi spazi è letteralmente impossibile. Tanto vale prenderne atto. Una casa mai abitata, costruita per le nozze combinate degli eredi di due importanti famiglie, che mai si svolsero perché il futuro sposo morì poco prima, in circostanze misteriose. Quasi una casa maledetta.
Ateros cuentos, “altri racconti”, è un complesso progetto a tappe che assegna le stanze vuote a giovani artisti, per sentire la loro versione della storia.
Il visitatore è accolto dal tappeto rosso di
Pietro Pintadu, che sceglie una lettura politico-sociale. Su un gradino della scala è riportata la scritta
Atto di sfratto, alle pareti immagini di grafismo forte e attuale dei “disabitanti”. Non c’è più sicurezza fra le pareti domestiche. Tutto, da un momento all’altro, può esserci tolto. Il video triplice di
Giusy Calia mostra la danza subacquea di Ofelia, appassionata della vita che non vuole morire e prende la forma della corrente, continuando a pulsare di un ritmo non suo, come in una placenta. Le opere edibili di
Daniela Giorico si prestano a un banchetto nuziale non consumato, che verrà consumato, qui, dai visitatori. Un epitalamio alimentare, ma anche tutto ciò che riguarda il cibo nelle cerimonie per i morti, a partire da “prendete e mangiate”.
Silvia Idili sembra sia ancora alla festa dismessa, con una sala invasa di palloncini rossi attraverso i quali si è costretti a passare con imbarazzo. L’installazione, la cui componente sonora è opera di
Enrico Meloni, ha un certo impatto. I dipinti spiegano che non è una festa, ma è l’eterea fragilità dell’uomo che rivive in quelle sottili pellicole riempite d’aria.
Nella release successiva della mostra, l’accoglienza è fragorosa.
Francesco Puggioni ha portato la banda musicale di Villanova a suonare, spalle al pubblico, nella sua sala. Senso numero uno: la felliniana e ricorrente atmosfera di festa sbaraccata; senso numero due: il rapporto fra pubblico e privato, la fanfara delle leggende che ha distrutto l’intimità persino di una casa vuota. Esistono almeno quattro canzoni famose che s’intitolano
Me, Myself and I. Tuttavia, nessuna sembra essere in rapporto con l’omonima installazione di
Silvia Argiolas, che raccoglie frammenti della vita possibile e mancata della casa e si compiace della loro tristezza. Giocattoli neri, ritratti d’ispirazione funeraria, persino una mano mozza di cera. Siamo in piena estetica new gothic e dobbiamo considerare di buon gusto tutto ciò che non lo è, con una buona dose d’ironia.
L’aspirapolvere amplificato di
Carlo Spiga riporta a una dimensione “domestica” più consueta: una dimensione elettro-domestica. Il pick-up che preleva il suono di uno splendido Hoover vintage è attivato da una fotocellula. Basta avvicinarsi per sentirgli intonare il suo canto d’amore. Il ciclo (letteralmente) di immagini di
Valentina M è composto dai fotogrammi di una normale camminata urbana di una giovane donna. Le foto sono allestite all’altezza del pavimento come una sequenza ininterrotta. Il titolo è
Inf. III, e il terzo canto dell’Inferno raffigura la sua porta che conduce, appunto, ai gironi. Ma
inf. può stare naturalmente per “infinito”. Se si può vivere così, nella ripetizione costante di giorni sempre uguali, a che serve morire?
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ben detto giuliano! e lasciamo che gli incompetenti continuino a scrivere sui quotidiani e non sporchino exibart
si bravo ben detto giovane pastorellogreteafrau e mi riferisco a sale se non si fosse capito, tu si che sei l'innovazione...altro che caster njcolai sei prorpio avanti!continua così viva i ggiovani artisti cagliaritani perche col panorama sardo e nazionale non hanno nulla a che fare
Giuliano Sale,
ma che eleganza!
Le tristi radure della Sardegna?
Ma non ti vergogni?
un'affermazione simile ce la aspettiamo da Borghezio.
Il Quaroni che tu citi ti piglierebbe a sberle sulle natiche.
E chiunque altro a seguire.
Piuttosto, Sale, prendiditi una pausa e usa il grano di dignità rimasto per non scambiare queste righe per considerazione ulteriore.
Sei un pittore, taci e dipingi.
HS
Ciao
Sono stupito ! Quando finira'la diatriba tra nord e sud nell'isola?
Manco fossimo negli Stati Uniti D'America.
Oramai i sassaresi si appendono ai pochi artisti rimasti (per colpa dell'accademia che non vale un piffero)tenendo sempre nel cuore il Dio Greta Frau e il piccolo Pastorello.
C'e dell'altro in giro ragazzi ! Nel resto d'Italia c'è un universo che voi non avete idea di cosa sia. A Cagliari si stanno muovendo meglio di voi con o senza accademia. Con quel foglio di "laurea" ci si asciugano le ascelle. I parametri dagli anni 90 ad oggi si sono capovolti, ora siete voi di serie B. Datevi da fare incece che perder tempo a criticare chi fa' piu' strada di voi !
Cazzarola quanto siete gelosi ! Non puo' che farmi piacere tutta questa considerazione ! Immagino che dopo che hai scritto il commento hai chiuso i pugnetti con soddisfazione e ti sei sentita fiera di te' ! Brava ! Hai reso Giusizia alla rispettatissima scena Sarda riconosciuta in tutto il globo. Continuate a idolatrare voi stessi e i vostri "illustri" artisti territoriali, io nel mentre mi accontentero' di lavorare nel territorio nazionale. Grazie ancora ! scrivetemi ancora ! Nel frattempo vi consiglio una lettura che troverete in tutte le migliori librerie :LIT-Nuove tendenze in pittura a cura di Ivan Quaroni(e basta il Nome). Buon proseguimento tra le tristi radure della Sardegna !
che c'è campus, ti hanno pestato i calli? togli i morti da sottoterra... ma chi sono greta frau e pastorello???? sono già anziani, per non dire decrepiti, e ancora nessuno li conosce al di fuori della sardegna, poveretti... ma fammi il piacere! piuttosto impara a scrivere...
Beh ! Forse hai ragione "Heidi" ! Mi aspettano tante mostre importanti a breve ! Ora preparo la tela e dipingo !
Ti mandero' l'invito.
Grazie ancora a tutti quanti per lo spettacolino grottesco ! é stato molto divertente !
Alla prossima. Ciao Ciao
cara o caro Haidi, la gelosia fa maleeee! dai ci sarà spazio anche xtè nella sala della chiesa! un bacio Peter
Ho letto i messaggi, e non sono i primi sicuramente che reputo sconsiderati e inopportuni...
L'arte è arte, c'è chi la fa e chi la riceve... questa storia del CAMPANILISMO è vecchia come il cucco, e parlando di "contemporaneità" miei cari colleghi e amici, credo devvero non sia il caso di sprecare parole così sterili.
Pensate a fare invece che "parlare" con il vostro solito bla bla bla...
E soprattutto, imparate a venire alle mostre di chi, per rispetto, gusto, e libertà di scelta, viene a vedere con soddisfazione le vostre.
L'arte in Sardegna, non ha certo bisogno di tali polemiche... l'arte in generale non ne ha bisogno.
E a chi scrive così male dell'Accademia di Belle Arti di Sassari, lancio un invito ad un incontro, magari proprio all'Accademia.
Firmato, un cagliaritano che ha fatto l'Accademia di Sassari. Un artista che crede nell'arte e nella possibilità di una discussione costruttiva, e non inutile come questa!
guardate i vecchi, discutetene, e andate avanti senza fermarvi.
Buon lavoro a tutti.
Un abbraccio.
Paolo Carta
Salve a tutti!
Anche io provengo dall'Accademia di Belle Arti di Sassari, e ne sono fiero, a testa alta.
Non riesco a comprendere gli anonimi che criticano in modo acido e offendono gratuitamente le scelte altrui.
Non mi piacciono le mancanze di rispetto da parte di chi è ignorante e che si avvale di saccenza.
Non puntate il dito verso chi non conoscete, vomitando cattive parole.
Perchè chi fa certe affermazioni si nasconde come un codardo?
Mi fai pena.
Alessio Onnis
Ps.: dimenticavo una cosa importarte l'Arte non ha confini!