Un viaggio con destinazione la finzione quello che ho voluto porre al vostro giudizio, un percorso a tappe che percorre i cunicoli della chirurgia plastica, delle posizioni stereotipate, delle espressioni sentenziali di chi crede di aver capito tutto e ormai ha trovato il segreto di una vita da vivere al ‘top’. Silvia Argiolas (Cagliari, 1977) decide di presentare da sé la sua prima mostra personale e lo fa con gran coraggio e naturalezza. Venti i dipinti in esposizione tra grandi e piccoli formati. Ritratti in chiave pop dei personaggi del mondo dello spettacolo, della politica, dell’economia si stagliano provocatoriamente tra le pareti della galleria. Vip in vetrina ma stavolta non più immortalati attraverso immagini patinate imposte come di consueto dalla società contemporanea.
Argiolas indaga tra le pagine di riviste e rotocalchi alla ricerca della sua vittima sacrificale. Spietatamente se ne impossessa e traduce espressioni autocelebrative, di chi in delirio di onnipotenza si pone come esempio da imitare, in immagini che sconfinano nel grottesco, al limite del surreale. “L’uomo della finanziaria”, “La sensitiva dei vip”, “La moglie dell’imprenditore”, ”Il politico”, “L’attrice” ed ancora “La presentatrice” assumono pose ed espressioni stereotipate, hanno acquisito l’arte di persuadere con l’abilità d’imporsi attraverso i media.
Silvia Argiolas, prediligendo tagli fotografici inusuali, conferisce ai ritratti, in bilico tra caricatura e realtà, un’intensa forza espressiva avvalorata dall’inquietante deformazione dei tratti somatici come occhi e bocca, consacrati alla comunicazione più immediata. Orde di commedianti a caccia della loro piccola fetta di celebrità, “bella gente” all’asta in balia di chi offre di più in un’era “votata alla totale assenza di personalità individuale basata su una sorta di gregge uniforme nell’apparire e nell’essere che ci indirizza inesorabilmente allo stato di automi viventi”.
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Bello l'articolo, brava la critica...Si gioca in casa Exib?...Mica male...