Il Futurismo nell’editoria, nella fotografia e nelle invenzioni grafiche di
Fortunato Depero è protagonista della trilogia di mostre allestite negli spazi dell’Exmà di Cagliari: nella Sala delle Volte, la sezione
Bulloni, Grazie & Bastoni offre una nutrita esposizione di libri e riviste; nella stessa sala,
L’obbiettivo futurista dispiega le sperimentazioni fotografiche compiute tra gli anni ‘20 e ‘40 del Novecento; infine, nella Sala delle Terrazze, la mostra monografica su Depero propone tavole grafiche dell’artista trentino.
Le tre sezioni, nell’ambito del progetto
L’Idrovolante di Marinetti. Cagliari riscopre il Futurismo, inseriscono il capoluogo sardo nel circuito nazionale di manifestazioni dedicate al movimento, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. È infatti del 1909 il
Manifesto firmato dal poeta
Filippo Tommaso Marinetti: un epocale invito allo svecchiamento, alla forza e all’audacia.
L’onda rivoluzionaria investe la produzione editoriale, illustrata dalla mostra
Bulloni, Grazie & Bastoni. Le riviste e i libri, liberatisi del ruolo tradizionale di veicolo culturale, assumono aspetti inusitati sotto il profilo estetico, contenutistico e tecnico.
Come il
Libromacchina imbullonato di Depero, del 1927, con la rilegatura in bulloni d’alluminio, omaggio al mondo delle macchine e dell’acciaio, tanto caro al movimento. La poesia futurista si affranca dalle regole della versificazione con le edizioni di “Poesia”, le frasi si snodano senza sottomissioni alla sintassi nello
Zang Zang tumb tumb con parole in libertà, i caratteri tipografici alternano minuscole e maiuscole per comporre immagini grafiche e abbondano le onomatopee.
Lo stesso fervore innovativo si riscontra negli oltre 150 scatti originali della sezione
L’obbiettivo futurista. È ancora Marinetti il protagonista, redigendo nel 1930, insieme a
Tato, il
Manifesto della fotografia futurista, che intende proseguire le ricerche già avviate nel 1912 da
Anton Giulio Bragaglia, creatore del fotodinamismo. Sfumano i contorni tra oggetti mobili e immobili, si compenetrano le forme, le ombre drammatizzano le immagini. Tra le fotografie in mostra, spiccano gli scatti di
Elio Luxardo, autore di un mosso e vibrante
Ritratto di Marinetti, di
Wanda Wultz, che in
Io + gatto fonde in un’unica effige il muso di un gatto e un volto femminile, di
Filippo Masoero, creatore della
Veduta aerea del foro romano, un’aerofotografia scattata in volo con accorgimenti tecnici in grado di dare la percezione della velocità e della discesa.
Gli esemplari esposti tradiscono, inoltre, la sensibilità al fascino militaresco, veicolano la propaganda imperiale e il culto dell’attivismo, trasmettono significati drammatici attraverso la fuga prospettica delle luci e delle ombre, come nel
Sacrario di Oberdan di
Ferruccio Demanins, e riflettono il gusto per la sintesi e semplificazione formale (
Effige sintetica del duce di
Thayat).
Il viaggio nella cultura futurista prosegue nella sezione monografica dedicata a Fortunato Depero, che offre una ventina di riproduzioni di disegni del pittore, firmate dallo stesso autore, dove si ritrovano due episodi significativi del suo percorso artistico: la progettazione di costumi per i Balletti russi e la rappresentazione del movimento.