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10
giugno 2010
fino al 27.VI.2010 Marc Chagall Cagliari, Il Ghetto
sardegna
Chagall approda in Sardegna. Per la prima volta a Cagliari la serie completa della Bibbia e dell’Esodo. 105 incisioni all’acquaforte e 24 litografie realizzate fra il 1931 e il 1966...
Le opere esposte, appartenenti a una
collezione privata acquistata di recente dal Consorzio Camù, propongono un
soggetto inconsueto per la pittura del Novecento: la rappresentazione di scene
tratte dalla storia dell’Antico Testamento.
Fu il più grande “mecenate” e mercante d’arte
del XX secolo, Ambroise Vollard, a commissionare a Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul-de-Vence,
1985) l’impressionante serie di 66 acqueforti incise a Parigi tra il 1931 e il
1939, a cui seguirono le ultime 39 tra il 1952 e il 1957. La scelta degli
episodi biblici rappresentati riflette l’amore e il ricordo dell’artista per la
sua città natale e il suo strettissimo legame con lo chassidismo.
Servendosi dell’arte incisoria, Chagall
racconta la tragicità delle storie dell’Antico Testamento e completa il
significato di ogni immagine con l’aggiunta dei versi del libro sacro secondo
la traduzione dei testi ebraici della Chiesa di Ginevra. È l’opera di un
maestro capace di sintetizzare attraverso linee grafiche “infantili” la lezione
storica del ciclo delle Anime Morte, il racconto personale della Mia Vita e la bravura tecnica
delle Favole.
In questo ciclo, il continuo alternarsi
di fantasia e sacralità è espresso dall’austerità dei segni neri sul foglio
bianco. Nel Sacrificio di Isacco la scena si svolge su uno sfondo scuro e
drammatico, in cui risalta in primis la veste ancor più scura di Abramo, un
padre che sta per compiere il sacrificio più grande che gli possa esser
chiesto: sacrificare la vita di suo figlio, in nome dell’amore e della devozione
verso Dio. Ma in questo mondo c’è ancora speranza se un angelo bianco arriva
dal cielo per fermare la mano di un uomo così devoto: è questo il senso della
scena trasmesso dall’artista.
La profonda convinzione della benevolenza di
Dio verso gli uomini trova un’espressione concreta nelle 24 litografie in
mostra che Chagall dipinge nel 1966 su commissione di Fernand Mourlot. In
queste opere, attraverso l’uso del colore, l’autore racconta con estro
fantasioso e un’innata capacità di essere un narratore di fiabe, le storie
dell’Esodo. In queste opere riscopriamo l’artista che dipinse Romeo e
Giulietta come due figure sospese nel vuoto.
Nella tavola XV, Mosè è un capo, un leader
a cui è affidato il compito di portare al suo popolo le Tavole della Legge e di
condurlo verso la terra promessa: colori caldi come il giallo, il rosso e le
loro sfumature illuminano l’intera scena, e raccontano la storia di una
salvezza possibile.
collezione privata acquistata di recente dal Consorzio Camù, propongono un
soggetto inconsueto per la pittura del Novecento: la rappresentazione di scene
tratte dalla storia dell’Antico Testamento.
Fu il più grande “mecenate” e mercante d’arte
del XX secolo, Ambroise Vollard, a commissionare a Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul-de-Vence,
1985) l’impressionante serie di 66 acqueforti incise a Parigi tra il 1931 e il
1939, a cui seguirono le ultime 39 tra il 1952 e il 1957. La scelta degli
episodi biblici rappresentati riflette l’amore e il ricordo dell’artista per la
sua città natale e il suo strettissimo legame con lo chassidismo.
Servendosi dell’arte incisoria, Chagall
racconta la tragicità delle storie dell’Antico Testamento e completa il
significato di ogni immagine con l’aggiunta dei versi del libro sacro secondo
la traduzione dei testi ebraici della Chiesa di Ginevra. È l’opera di un
maestro capace di sintetizzare attraverso linee grafiche “infantili” la lezione
storica del ciclo delle Anime Morte, il racconto personale della Mia Vita e la bravura tecnica
delle Favole.
In questo ciclo, il continuo alternarsi
di fantasia e sacralità è espresso dall’austerità dei segni neri sul foglio
bianco. Nel Sacrificio di Isacco la scena si svolge su uno sfondo scuro e
drammatico, in cui risalta in primis la veste ancor più scura di Abramo, un
padre che sta per compiere il sacrificio più grande che gli possa esser
chiesto: sacrificare la vita di suo figlio, in nome dell’amore e della devozione
verso Dio. Ma in questo mondo c’è ancora speranza se un angelo bianco arriva
dal cielo per fermare la mano di un uomo così devoto: è questo il senso della
scena trasmesso dall’artista.
La profonda convinzione della benevolenza di
Dio verso gli uomini trova un’espressione concreta nelle 24 litografie in
mostra che Chagall dipinge nel 1966 su commissione di Fernand Mourlot. In
queste opere, attraverso l’uso del colore, l’autore racconta con estro
fantasioso e un’innata capacità di essere un narratore di fiabe, le storie
dell’Esodo. In queste opere riscopriamo l’artista che dipinse Romeo e
Giulietta come due figure sospese nel vuoto.
Nella tavola XV, Mosè è un capo, un leader
a cui è affidato il compito di portare al suo popolo le Tavole della Legge e di
condurlo verso la terra promessa: colori caldi come il giallo, il rosso e le
loro sfumature illuminano l’intera scena, e raccontano la storia di una
salvezza possibile.
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dal 19 marzo al 27 giugno 2010
Marc Chagall – Il veggente di Vitebsk
Centro d’Arte e Cultura Il Ghetto
Via Santa Croce, 18 (zona Castello) – 09124 Cagliari
Orario: da martedì a domenica ore 9-13 e 16-20
Ingresso: intero € 3; ridotto € 2
Info: tel. +39 0706670190; ilghetto@camuweb.it; www.camuweb.it
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