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Di tanto in tanto la pittura viene data per morta. Quando ritorna in auge e nella sua veste meno tradizionale scombina completamente la concezione visiva cui si è avvezzi. Ecco perché la pittura di Pino Pinelli al Marca di Catanzaro, non è subito comprensibile: ci si aspettava un quadro appeso sulla parete, una serie di linee e soggetti già conosciuti e invece i pezzi si rompono e si ricompongono ex novo in modo totalmente inatteso. “La pittura in cornice scompare per fare posto a una pittura smembrata e ambientale, sostiene il direttore Guglielmo, in cui la parete non è un semplice supporto ma parte integrante dell’opera”. Sta in questo l’intuizione di Pinelli e di parte degli artisti degli anni ’70. In mostra in Calabria, dopo l’esposizione di Mosca, Pinelli porta le sue principali opere, scelte da una vasta produzione che conta lavori degli ultimi 40 anni.
L’artista catanese, da tempo storicizzato, ha esposto in musei di tutto il mondo e ora espone 21 opere della sua “pittura disseminata”. Impaginata da Giorgio Bonomi e da Domenico Piraina, la mostra riporta al centro dell’attenzione, come già con Paolo Cotani a Roma (Galleria Erica Ravenni), uno degli aspetti più innovativi dell’arte analitica, un fenomeno nuovo e tutto italiano. Molti artisti tentarono, dopo il passaggio dell’arte concettuale, di riformulare la disciplina pittorica partendo da una sorta di grado zero pittorico. E Pinelli e Cotani, insieme a Claudio Verna, Giorgio Griffa e molti altri rimisero al centro dell’attualità temi come il ruolo del colore, il supporto, il materiale, il processo di lavoro, lo spazio pittorico quindi la parete e l’ambiente. Temi che da qualche tempo rimbalzano nel dibattito critico per le riflessioni che operazioni di ripensamento dell’arredo urbano hanno portato. Ma anche perché negli ultimi anni le quotazioni di mercato di questi artisti hanno registrato un incremento significativo. La cosiddetta pittura analitica insomma inizia ad insinuarsi nei circoli più virtuosi dell’arte contemporanea nonostante offra qualcosa di visivamente poco spettacolare per i collezionisti e ben pochi stimoli sensoriali: le forme sono ridotte al minimo e i colori compaiono nella gamma di quelli primari e solo, in più qualche grigio. L’attenzione formale di Pinelli però si distingue e in lui il dato estetico non è secondario. L’utilizzo di un tessuto che ha come esito un effetto simile al velluto, le forme quasi floreali delle opere degli ultimi anni la maggiore dimensione lasciano intuire un’evoluzione del suo linguaggio : da un’estrema sintesi si è passati a un’articolazione più distesa. Dalla parete all’ambiente.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 4 febbraio 2017
Dal 4 febbraio al 28 aprile 2017
La pittura disseminata di Pino Pinelli
Museo MARCA
Via A. Turco, 63 Catanzaro
Orari: dal martedì alla domenica 9.30-13.00; 15.30-20.00
Info:
www.museomarca.info