Il titolo della mostra Passo a due. Avanguardie del movimento non potrebbe render meglio la fluidità che caratterizza il rapporto fra arte e cinema d’animazione. La metafora della danza rende con raffinata suggestione il modo in cui il flusso creativo si muove da un campo all’altro, intrecciando tecniche e materiali, potenza visiva e ritmo, nel comune interesse per il movimento.
I curatori Lorenzo Giusti, direttore del museo MAN, ed Elena Volpato, conservatrice della GAM di Torino, responsabile della Collezione di Film e Video d’Artista, ci presentano una mostra che indaga a fondo questo filone di ricerca, a cui le istituzioni non dedicano spesso la sufficiente attenzione, e che invece ha il grande merito di custodire fieramente la purezza dell’atto creativo, forse per il suo essere di nicchia e quindi non pienamente contaminato dalle regole del mercato. Così come l’incontestabile fascino dell’atto demiurgico del creare dalla penna, dell’infondere vita in un disegno inanimato, non viene scalfito dall’incalzante evoluzione tecnologica.
Il progetto presentato dal MAN lo dimostra, mantenendo viva l’attenzione in un percorso che va dalle prime sperimentazioni dell’inizio del secolo scorso, come Fantasmagorie di Émile Cohl (1908) fino ai più recenti lavori in digitale, alle cui fila appartiene Totò nudo (2005) di Diego Perrone.
Oltre a una piccola sezione più strettamente filologica sulle origini del genere – con il quintetto Segundo de Chomon, Len Lye, Émil Chol, Bertol Bartosh e Fernand Léger – la mostra è condotta attraverso un taglio per tematica. Assoluto protagonista è il corpo, declinato nel suo essere sé stesso e in relazione con la comunità: il corpo in pezzi e il corpo ricomposto (che ha il proprio apice in It’s the mother di Nathalie Djurberg – 2008) , il corpo danzante – in cui troviamo Pas de Deux di Norman McLaren, protagonista di un progetto monografico nella scorsa stagione autunnale del museo – il corpo reinventato, il corpo mitico e, infine, il corpo storico e il corpo sociale, con un (riscoperto) Claudio Cintoli con Più, opera del 1964, e il distopico After laughter di Stan VanDerBeek (1982).
Al ventaglio delle umane forme si accompagna l’altrettanto ampio spettro dei sentimenti, dall’anelito alla perfezione nell’armonia di un movimento alle inquietudini derivanti dalla ricerca di un’identità – individuale e comunitaria – mai pienamente conquistata.
I tempi richiesti per apprezzare pienamente una così ampiamente argomentata escursione nel cinema d’animazione, per quanto lunghi, volano via nel sinuoso movimento su questi piccoli mondi, su queste finestre della fantasia che ci incantano, stimolando il piacere visivo, la curiosità per le tecniche (quasi tutte rappresentate) e la riflessione sul mondo contemporaneo.
Micaela Deiana
mostra visitata il 30 maggio
Dal 30 maggio al 29 giugno 2014
Passo a due. Avanguardie del movimento
Museo MAN
Via Sebastiano Satta, 27, 08100 Nuoro
Orari: dal martedì alla domenica 10-13 e 15-19