20 settembre 2005

fino al 30.IX.2005 Omaggio a Lia Drei Calasetta (ca), Museo Civico d’Arte Contemporanea

 
Estrema sintesi formale. Modulazioni ritmiche e cromatiche. Dinamismo. Strutture rigorose che non escludono una visione emozionale della rappresentazione...

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Origina da un’attenta disamina della natura, la pittura scientifica di Lia Drei. Il Museo di Calasetta le dedica una mostra antologica composta da venti dipinti, nell’intento di ricostruire l’importante percorso di un’artista non abbastanza celebrata. L’adesione al Gruppo 63 e la successiva istituzione dello Sperimentale P, con Francesco Guerrieri, ne fecero una protagonista del movimento strutturalista all’interno del quale i dettami della Gestalt rivelano una dimensione emozionale che sembra prescindere dal rigore concettuale del processo costruttivo.
Se nella fase iniziale del suo percorso prevale l’interazione di forme geometriche primordiali, come in Operazione spaziocromatica 02 e in Modulo spaziocromatico, dopo la scissione del Gruppo 63 inizia per Drei una fase improntata sull’estetica della rappresentazione. Un’estetica che prende in considerazione l’elemento intuitivo, capace di oltrepassarne la scientificità a favore di una ricerca metalogica. Appartengono allo Sperimentale P (P sta per ‘puro’) opere come Dietro la luce, Operazione spaziocromatica R2 e Cristallo trasgredito dove il passaggio a forme spigolose, perlopiù triangolari, è confacente a determinare la percezione dinamico-luministica e i meccanismi illusori, consentendo all’opera di rigenerarsi di volta in volta in quanto lo spettatore coinvolto ne diviene parte integrante. Proprio come teorizzato da Umberto Eco: “insieme l’oggetto (opera d’arte) e il soggetto (spettatore) fanno parte di una comune visione del mondo e delle cose.
Seguendo un’impostazione cronologica, il percorso espositivo procede con dipinti come Spaziotempo K3 dove l’artista sperimenta la fuoriuscita dell’opera dai limiti fisici del quadro, e Collage ottenuto dalla sovrapposizione di materie plastiche trasparenti per creare la tridimensionalità mediante una sapiente scansione di ombre e luci.

Negli anni Ottanta, dopo l’adesione alla Metapittura, del quale sottoscrive il secondo Manifesto, Lia Drei opera nel campo della poesia visiva e della Mail Art per approdare, negli anni Novanta, ad un nuovo ciclo di strutturazioni dove i triangoli, concepiti con accensioni cromatiche, si liberano dalla griglia compositiva per fluttuare nel vuoto seguendo diverse direzioni (come in Walzer). Nel gennaio del 2004 rimarrà folgorata da una serie di opere atipiche di Raoul Dufy che l’ispireranno a realizzare lirici elementi floreali stilizzati che originano da triangoli, apparentemente algidi, attraverso l’incontro-scontro di linee, ora bruscamente interrotte da filari di punti in successione e piccoli tratteggi, a delineare percorsi impossibili. Nasce la serie Il tempo del sogno che proseguirà fino al momento della sua scomparsa avvenuta la notte del 22 marzo di quest’anno.
Una mostra antologica che si rivela non solo esaustiva, per la comprensione dell’evoluzione del codice espressivo di Lia Drei, ma che le riconosce una forte capacità d’interazione emotiva. Qualità incarnata da una personale visione esistenziale che elude dal rigore scientifico della costruzione strutturale. Dopo Calasetta la mostra giungerà il 15 ottobre a Cosenza dove sarà ulteriormente arricchita dalle opere dell’ultimo periodo e dei libri d’artista realizzati tra gli anni Sessanta e Novanta.

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Omaggio a Lia Drei – Strutture spaziocromatiche 1962-2004
A cura di Teodolinda Coltellaro
Museo Civico d’Arte Contemporanea
Calasetta, Via Savoia n. 2
Telefono e Fax 0781 899078
Ingresso da martedì a domenica dalle ore 18 alle 21


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