Fonte d’inesauribile ispirazione e fulcro della sua continua ricerca artistica, la Sardegna fu compagna inseparabile dello scultore, anche quando, costretto da ragioni politiche, dovette abbandonarla, nel 1938, per raggiungere prima Parigi e successivamente gli Stati Uniti.
L’evocazione di spazi naturali ancora incontaminati, di paesaggi arcani di una terra antica al centro del Mediterraneo, gli permise di approdare alle radici di una cultura arcaica, mediante un linguaggio basato sull’essenzialità della forma, in grado di trasmettere la tradizione isolana lontana da folcrorismi e memorie nostalgiche. L’antologica, in mostra a Casa Papandrea, è il dovuto omaggio ad un artista profondamente legato alla sua terra, che ha saputo coglierne l’essenza primordiale mediante una sintesi primitivista.
Le cento fotografie, suddivise in sedici sezioni, mirano a scandire la personalità dello scultore oranense attraverso la documentazione di fotografi del calibro di Henry Cartier-Bresson, Richard Avedon, Carlo Bavagnoli, Bruce Davidson, Hans Namuth, Ben Schulz e Ugo Mulas.
I soggetti spesso inediti restituiscono il percorso artistico di Costantino Nivola, impegnato in collaborazione con artisti come Jackson Pollock, Willem de Kooning e Saul Steimberg, conosciuti con il suo trasferimento a New York, e introducono lo spettatore nell’intima quotidianità dell’eclettico artista, rivelando momenti trascorsi con la moglie Ruth Guggenheim e i figli Pietro e Chiara, o a lavoro presso l’Olivetti di Milano, della quale fu direttore artistico negli anni ’30.
Fondamentale, per la ricerca di un legame organico tra costruzione plastica e architettura, fu l’amicizia con Le Corbusier, con il quale nacque un intenso scambio di esperienze. In esposizione una foto del 1950 mostra l’architetto intento a dipingere un murale a casa Nivola ad East Hampton.
Il lungo percorso creativo lo porterà ad elaborare una tecnica di sua invenzione, i pannelli in sand-casting realizzati attraverso colate di cemento entro forme ottenute con la sabbia. Davidson, nel 1957, lo ritrarrà in un momento della realizzazione dei pannelli scultorei per la facciata dell’Hartford Mutual Insurance Company, alla quale seguiranno le decorazioni dello showroom Olivetti a New York, dell’Haward University e del McCormick Plaza Exposition Center di Chicago.
Un altro importante documento proveniente dall’archivio fotografico Nivola è relativo alla mostra all’aperto, ad accompagnare la decorazione a graffito della chiesa della Madonna d’Itria, organizzata per le vie di Orani nel 1958 che suscitò non poca meraviglia tra gli abitanti del paese. Curiosa la fotografia nella quale compare abbigliato con un tipico costume sardo femminile, e notevole la ripresa fatta dallo stesso Nivola della Piazza Sebastiano Satta a Nuoro, realizzata dallo scultore nel 1966 in onore del poeta.
Chiude la mostra un significativo primo piano dell’artista ripreso in occasione della sua ultima grande esperienza artistica, la decorazione scultorea del Palazzo Regionale di Cagliari, morirà un anno dopo nella sua casa di East Hampton.
Il catalogo che accompagna l’esposizione contiene un numero superiore di fotografie selezionate per la mostra e due saggi redatti dalla storica dell’arte Dore Ashoton e dal critico Diego Mormorio, accompagnati da schede realizzate con la collaborazione di Ruth Guggenheim.
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Roberta Vanali
(mostra vista il 30 giugno)
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