Lontano dalle atmosfere del carnevale, tutto coriandoli e carri allegorici, esiste il particolarissimo “anticarnevale” di Mamoiada, piccolo centro della Barbagia di Ollolai. La denominazione anticarnevale, nasce dal fatto che i protagonisti di questa festa hanno un aspetto tutt’altro che gioioso e festante. Sono vestiti completamente di nero, coperti da una mastruca (giacca di pelle di montone, senza maniche, portata col vello all’esterno), e il loro volto è nascosto da una maschera di legno dall’espressione triste e dai lineamenti marcatamente deformi; sulla schiena portano a grappolo grossi campanacci di diverse dimensioni che gli attori, avanzando con passo lento e cadenzato, scuotono rumorosamente all’unisono.
Mamuthones è il nome di queste maschere, che accompagnate dagli Issohadores mettono in scena per le strade del paese, la sconfitta del Male, subita dai primi, rispetto al Bene, rappresentato dai secondi. Questa è l’ipotesi generalmente più accreditata dagli studiosi, per spiegare questo rito apotropaico, perché di questo si tratta, che, retaggio della cultura nuragica, è giunta incredibilmente fino ai giorni nostri, superando indenne le numerose dominazioni che hanno attraversato la terra di Sardegna.
A quest’affascinante esorcismo collettivo è oggi dedicato un museo, collocato al piano superiore della Biblioteca comunale di Mamoiada. Un museo Hi-tek verrebbe da dire, tutto suoni e immagini in movimento, che immergono il visitatore nella dimensione primitiva del carnevale mamoiadino. Connubio felice fra tradizione e innovazione, dove musica contemporanea, suoni e immagini della festa – gestite da un proiettore a dodici Dia – si trasformano in validissima introduzione ai neofiti di quelle atmosfere.
Spenta la “mega-macchina”, il visitatore ha la possibilità di ammirare le preziose maschere presenti nel museo, secondo criteri espositivi più tradizionali.
In mostra, i costumi completi dei Mamuthones e degli Issohadores, oltre ad alcune maschere in legno di pero, come vuole la tradizione, provenienti da altri centri della Barbagia.
Ma questo è, come dichiara il grande pannello collocato all’esterno, il Museo delle Maschere del Mediterraneo. Non mancano, infatti, altri esempi di costumi e maschere della tradizione pastorale con pezzi d’inestimabile valore, provenienti dalla Grecia, dalla Slovenia, dalla Croazia, ma anche dall’arco alpino. Una collezione unica nel suo genere intelligentemente concepita, che non si limita ad un’autocelebrazione geograficamente limitata, ma si proietta verso altri luoghi e altre culture, proponendo legami inediti, fra le tradizioni dell’isola ed altre realtà simili ad essa.
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I Mamuthones
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visita, per saperne di piĂą,il sito http://www.mamuthones.it
E' bellissimo, in 3 lingue italiano, sardo e inglese.
ciao
Sono uno dei soci della cooperativa VISERAS che gestisce il Museo delle Maschere Mediterranee e vi devo fare i complimenti per la bellissima recensione!!! Naturalmente il consiglio che do a tutti i visitatori di Exibart è quello di venire a Mamoiada per visitare il Museo, CREDETEMI NE VALE LA PENA!!!
Ciao
Credetemi andate al museo delle maschere di mamoiada sara' un esperienza indimenticabile.Complimenti,è proprio una cosa interessante.ciao Denis fercia
Tutti noi abbiamo presente il gioco del pallone.....e tutti noi rapportiamo il gioco del calcio a Maradona!!!!
Invece quando parliamo di carnevale!
parliamo di mamoioda!
le sue maschere!
il suo carnevale!
il suo gran museo delle maschere gestito come meglio nn si potrebbe dai grandi????
magici???
macchè!!!!
meravigliosi!!!
Gianluigi e Mario Paffi
e dalla Bellissima Franca Moro di Bono.
Vi abbraccio cari amici
anche son qui a cagliari
sappiate sempre che vi penso!
La freccia della Ogliastra vi abbraccia!
ciao ciao