L’evento è di quelli che fanno rumore per l’autorevolezza del soggetto interessato. Il MoMA scende in campo in Second Life. Presso l’isola virtuale di Style Magazine, rivista del Corriere della Sera, il Museo di New York ha presentato una mostra dal titolo
Humble Masterpieces curata da Paola Antonelli, del Dipartimento architettura e design del museo stesso. L’esposizione ripropone, in veste tridimensionale, quella tenutasi nel 2004 negli spazi reali del MoMA sul mondo del design, di un variegato e spesso non troppo considerato universo quotidiano.
Un piccolo oggetto può essere rivoluzionario in maniera inversamente proporzionale alle sue dimensioni e gran parte del successo dipende anche dalle caratteristiche estetiche. Ogni giorno compiamo determinate azioni con una tale routine che, se per un attimo ci fermassimo a pensare, ci accorgeremmo di quali e quanti sono gli oggetti a cui magari non diamo molta importanza, ma che sono fondamentali nello svolgimento della vita giornaliera. Un esempio? La mattina, dopo esservi alzati, probabilmente andate in cucina e, mentre bevete un caffè, con una penna prendete nota di un appunto e date un occhiata all’orologio per vedere che ora avete fatto. E se viene voglia di dolce? C’è il lecca-lecca. A queste azioni possono essere collegati una minima parte degli oggetti presenti in mostra, come la Moka, la penna Bic, i Post-it e lo Swatch, veri e propri piccoli capolavori d’arte, a volte disegnati da grandi artisti come l’involucro del Chupa-chups partorito dalla geniale mente di
Dalí.
Questo dunque è un mondo popolato da oggetti e strumenti, inventori e designer-artisti. Ad esempio
Laszlo Biro, che inventò la penna a sfera grazie a una felice intuizione, adattando un congegno utile a marcare il cuoio; poi la sua effettiva diffusione si ebbe grazie a
Marcel Bich, che riuscì a coniugare la nuova invenzione con i bassi costi. E fu un successo. Basta pensare che, nel settembre 2005, la Bic, la società fondata da Marcel Bich insieme a
Eduard Buffard nel 1945, dichiarò di aver venduto fino a quel momento cento miliardi di penne monouso. Mentre le caratteristiche minimali ed essenziali, insieme alla riduzione dei costi, hanno fatto la fortuna di
Nicolas Hayek, fondatore nel 1983 della Swatch, con la quale ha collaborato anche
Keith Haring. Swatch ha avuto un successo incredibile, che gli ha permesso di divenire la più grande produttrice di orologi al mondo. Oppure le varie facce intagliate nell’alluminio e nel metallo che sono diventate un’icona del caffè grazie alla Moka creata da
Alfonso Bialetti.
Quale miglior mezzo per sottolineare la loro carica di innovazione storica culturale se non riproporre la mostra a un vasto pubblico come quello di Second Life? La curatrice, presente sul posto tramite il suo avatar, ha affermato:
“SL offre la possibilità di creare un vero spazio di fruizione, non un semplice catalogo di oggetti. Il software di LindenLab deve ancora migliorare e diventare più semplice per gli utenti, ma sono convinta che la sperimentazione di Second Life darà un enorme contributo allo sviluppo del design”.