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Alberto Castelli alla GiaMaArt studio

di - 8 Ottobre 2008

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[08|10|2008] |||arte contemporanea/personale

Alberto Castelli alla GiaMaArt studio

ALBERTO CASTELLI

dal 4 ottobre 2008 | giamaart studio | vitulano

Inaugurata sabato 4 ottobre presso la galleria GiaMaArt studio, la nuova personale di Alberto Castelli, che ha presentato una selezione di quadri degli ultimi anni dove la figura femminile diviene il tramite per una ricerca approfondita sulle ragioni e sulle radici storiche della pittura contemporanea.

Gli enigmi degli occhi dipinti
Il ritratto femminile, dal Rinascimento in poi, ha rappresentato per secoli un genere fondamentale nella storia dell’arte occidentale che ha segnato le permanenze e le innovazioni, le commistioni e le metamorfosi della pittura. In un percorso che nel tempo si è caricato di molte e diverse valenze storiche, simboliche ed estetiche, il ritratto femminile nei secoli è stato strumento politico per favorire unioni e nozze tra importanti casate, testimonianza di potere, di ricchezza o di semplice agio borghese, marchio di amore di fede matrimoniale o di attrazione erotica, segno tangibile della volontà di conservare, comunicare e tramandare una bellezza destinata inesorabilmente a svanire, piccola testimonianza di un’intimità colta in un attimo della sua esistenza quotidiana. L’importanza di questa lunga storia è innegabile anche perché la sua influenza ha superato i limiti della pittura sconfinando verso altre arti che in un certo senso ne hanno suggellato il trionfo e i cambiamenti, e non a caso alcuni fulgori estremi di questo genere sono legati alla grande stagione del teatro della fine dell’Ottocento, agli albori del cinema e alla nascita delle icone delle dark ladies in un viaggio che potrebbe unire Charles Baudelaire e Gabriele D’Annunzio a Dante Gabriel Rossetti, Gustav Klimt, John Singer Sargent e Giovanni Boldini, la Marchesa Casati e Sarah Bernardt a Theda Bara e Marlene Dietrich. In questa mostra Alberto Castelli presenta una selezione di quadri degli ultimi anni dove la figura femminile è usata per una personale riflessione sulle ragioni e sulle radici storiche della pittura contemporanea: l’artista lavora infatti con la volontà di, confrontarsi con il ritratto femminile e con le sue molte implicazioni, con uno sguardo che non esamina soltanto il contesto mediatico della comunicazione, della pubblicità e della moda, ma che si relaziona volutamente allo straordinario codice genetico della grande tradizione occidentale. Castelli in questo modo intende mostrare il suo dialogo con un percorso pittorico che va dal Seicento all’Ottocento, una matrice colta che oltrepassa le contingenze spesso effimere dell’attualità rielaborata con uno sguardo fecondo e costruttivo che entra con decisione all’interno dei dibattiti e dei linguaggi della contemporaneità. Questa indagine sulle visioni formali di diverse epoche, che combina i fasti di una pittorica età dell’oro alle presenze iconiche di oggi, fonda dunque le evocazioni di diverse immagini femminili che richiamano ritratti borghesi e nobiliari, semplici ragazze o le icone cinematografiche di donne “fatali”. La ricerca di Castelli si dipana allora con una fusione attuale di suggestioni, di influenze e di recuperi che crea un tragitto composito e difforme nella storia delle immagini, dove gli abiti e le acconciature evocano non soltanto periodi e stili, ma anche suggestioni psicologiche, uno studio dell’interiorità, dei sentimenti e della psiche che compone uno degli ultimi e basilari tasselli della storia del ritratto femminile. Lo sguardo, il suo rapporto voluto, cercato, dimenticato o evitato con lo spettatore rappresenta così un punto di snodo essenziale nel lavoro dell’artista, un motivo di analisi costante condotto con una attenzione approfondita per le mutazioni che si possono intuire negli occhi delle sue donne, a quelle variazioni di stati d’animo che la pittura di Castelli sa cogliere con un’attenzione lenticolare. In questo senso anche le luci e le ombre dei quadri, unite alla valorizzazione di particolari solo a prima vista secondari, diventano fulcri compositivi che l’artista utilizza in senso quasi simbolico, contribuendo al senso dell’opera e alla sua esibizione formale attraverso una materia cromatica lieve colmata di bagliori e di offuscamenti, di concordanze e di contrappunti. Allora lo studio delle acconciature, degli abiti e degli ornamenti non appare un semplice riferimento alla moda delle diverse epoche, ma si pone come un meditato accompagnamento alle diverse suggestioni delle opere, all’atmosfera e alle allusioni suscitate dal pennello dell’autore. Il rosso delle rose che si riverbera nei bagliori dei capelli ramati, le trasparenze delle ombre bluastre e quelle dei veli, le fioriture delle vegetazioni e le decorazioni floreali delle vestaglie compongono pertanto l’armonia discordante e complessa di un viaggio sotterraneo nell’enigma rappresentato dalla figura femminile dove la quotidianità del privato si accosta alla sensualità di un erotismo sussurrato e incombente, in una misteriosa quadreria di volti, vestimenti e corpi rivelati attraverso il mistero costantemente rinnovato della pittura.

Lorenzo Canova


ALBERTO CASTELLI
dal 4 ottobre 2008 al 24 gennaio 2009
orario: dal martedì al sabato ore 17.00 – 20.00 e per appuntamento
catalogo: in galleria. edizioni GiaMaArt studio, pp 40 bilingue ita/ing
testo: Lorenzo Canova
GiaMaArt studio • Via Iadonisi, 14 • 82038 Vitulano (BN)
Tel/Fax: 0824.878665 – 338.9565828
www.giamaartstudio.it
info@giamaartstudio.it



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