08 marzo 2011

Alessandro Kokocinski al Museo del Duomo a Perugia

 

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[07|03|2011] |||arte contemporanea/personale

Alessandro Kokocinski al Museo del Duomo a Perugia
 

  
TRASFIGURAZIONE

fino al 30 marzo 2011 | a cura di francesco federico mancini | museo del duomo | perugia

Tormentato cittadino del mondo in cerca di un fulgido cielo celato, Alessandro Kokocinski elabora un’arte d’esperienza e di metafora. In essa confluisce e si sublima la sua storia, narrata con un alfabeto esondante dagli stilemi del Novecento, sebbene ne assuma codici e ascendenze. Trattandosi di un’arte drammaticamente esistenziale, quella del Maestro non riporta, né gli accademismi di corrente, né le essenzializzazioni delle ideologie.

Un’arte non astratta, non concreta, ma esemplare. Un’arte riportante in icona, tanto lo scandalo della tragedia umana, quanto la luminosità dell’utopia divina. Il gravame biografico trattiene il Maestro, così che non trasforma la migrazione verso esemplari trascendentali in ascesi verso sincretismi religiosi, permanendo i «significanti» di questi nei «significati» di quelli. Più enigmatico si rivela il suo passaggio dal trascendentale, scoperto oltre le tormentate scorribande dell’esistenza individuale, al Trascendente, alluso nelle pindariche rivisitazioni dell’universo dantesco.

Terapeuta esteta e comunicatore sociale, Kokocinski offre un’arte di indubbia qualità per sublimare l’effimero, così da rialzare l’uomo dalle ceneri dell’oppressione tirannica, del servaggio sensuale, del nichilismo consumistico. Un’arte che riflette il mondo e fa riflettere l’uomo, così da accompagnare il fruitore oltre il tormento di una vita priva di significato, non offrendo soluzioni dolcificanti, bensì bellezza catartica.

Kokocinski è terapeuta della globalizzazione commerciale. La sua arte umanizza i linguaggi, attualmente mistificati dalla persuasione occulta esigita dai poteri, primariamente dei mercati e surrettiziamente delle politiche. Kokocinski organizza codici che riuniscono tempi e spazi lontani, culture e spiritualità diverse. Sintetizza senza scadere nel sincretismo delle spiritualità, nel-l’eclettismo degli stili, nella massificazione dei gusti, poiché il suo inventare forme sensibili non conduce al rilassamento disimpegnato, ma all’impegno disciplinato.

Il Maestro sembra barocco e anche nichilista: ma la sua scena, se teatro, è quello tragico della condizione mortale; il suo nulla, se sapere, è quello fecondo della «teologia negativa».

Sembra orientale e anche occidentale: ma il suo poema, se raccontato, non inabissa nel panteismo partenogenetico; la sua poetica, se rappresentata, non conduce all’idolatria consumistica.

Sembra disperato ed eginetico: ma il suo animo, se esternato, non rivela odio atavico; le sue figure, se indagate, non ostentano triste apatia.

Il Maestro offre la bellezza estetica per dare al pellegrinaggio esistenziale respiro rasserenante, di modo che il viandante del tempo possa intravedere la speranza oltre la mestizia, l’immortalità oltre la mortalità, il divino oltre l’umano.

Quella di Kokocinski non è arte alienante, ma suggestione estatica. Mediante l’arma potente e fragile della bellezza non sobilla la fuga dai drammi esistenziali e dalle responsabilità personali, ma ne sussurra il riscatto etico. Propugna tolleranza, non solo per rivestire di romantica sopportabilità la comune disgrazia, bensì per mostrare la reale utopia di un mondo migliore.


Alessandro Kokocinski
Fino al 30 marzo 2011
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30
Museo Del Duomo in Perugia- Sala del Dottorato
Mostra parallela dedicata ad Alessandro Kokocinski
Todi, Palazzo Morelli, dal 6 al 20 marzo 2011

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