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Alessandro Mendini al Museo dell’Ara Pacis a Roma

di - 11 Aprile 2009

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[11|04|2009] |||architettura e design/antologica

Alessandro Mendini al Museo dell’Ara Pacis a Roma

DALL’INFINITO ALL’INFINITESIMO

fino al 6 settembre 2009 un’importante riflessione antologica ripercorre la carriera di uno dei maestri italiani dell’architettura e del design | ara pacis | roma

Un’importante riflessione “antologica” – che da molti anni mancava in Italia – sulla carriera del maestro italiano dell’architettura e del design, ALESSANDRO MENDINI (1931), che ha colto e sostenuto i valori della contemporaneità: trasversalità, versatilità, capacità di ascolto, dinamicità, e apertura alle temperature variabili del mondo. La mostra “Alessandro Mendini” – fino al 6 settembre 2009 – a Roma, al Museo dell’Ara Pacis intende proprio colmare questa lacuna. La mostra “Alessandro Mendini” è promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Sovraintendenza ai Beni Culturali e Zètema Progetto Cultura, a cura di Beppe Finessi, progetto di allestimento di Marco Ferreri, progetto grafico di Italo Lupi, catalogo edito da Corraini.

Grazie alla presenza armoniosa di disegni di progetto, fotografie, modelli, schizzi febbrili e coinvolgenti, riflessioni puntuali e oggetti veri e propri, quella che si apre al Museo dell’Ara Pacis è una mostra colta e solare, letteraria e comprensibile, adatta ad un pubblico ampio, sia di addetti ai lavori sia di semplici curiosi e appassionati.
Saranno circa 200 le produzioni di Alessandro Mendini esposte e prestate alla mostra da 19 prestigiose aziende italiane (Alessi, Baleri Italia, Bisazza, Byblos Casa – Errestudio, Cassina, Cleto Munari, Corsi Design, De Padova, Glas Italia, Alchimia, Mamoli Rubinetterie, Olivari, Segno, Slamp, Superego, Swatch, Venini, Zanotta e Zerodisegno,) oltre all’Atelier Mendini, ad 8 prestatori privati, alla Fondazione Boschi Di Stefano, al Museo Alessi e alla Collezione Permanente Triennale di Milano – Design Museum che mette a disposizione circa 300 disegni originali.

Se Walter Gropius individuava con una celebre affermazione il campo di attività dell’architetto “dal cucchiaio alla città”, nel caso di Alessandro Mendini il motto diventa “Dall’infinito all’infinitesimo”, vista la capacità di operare con successo in tutte le diverse scale di progetto, da quella più piccola a quella più estesa. Seguendo questa traccia, le sezioni della mostra approfondiscono le tematiche che caratterizzano la carriera di Mendini: dal “progettare orizzonti” (le tante architetture pubbliche e gli interventi a scala territoriale) al “progettare stanze” (i mobili e gli ambienti interni), dal “progettare corpi” (gioielli e orologi, vestiti e borse, ma anche performance e azioni “teatrali”) al “progettare pensieri” (attraverso la sua fervida attività teorica e critica, anche come direttore di riviste – dalla “Casabella” radicale degli anni Settanta alla “Domus” postmoderna degli anni Ottanta, dalla nuova teoria espressa con “Modo” alla rimessa in discussione dello stesso strumento/rivista con “Ollo” – e poi di direttore artistico per alcune importanti aziende, come Swatch e Alessi).

Uno spazio introduttivo ospita un racconto biografico con opere e fotografie d’epoca, per presentare la vita e l’opera del maestro attraverso i momenti più significativi e le opere maggiormente caratteristiche.
Il nucleo centrale dello spazio espositivo, la “cripta” sotto l’Ara, conterrà la sezione teorica “progettare pensieri”, con alcuni scritti emblematici esposti e riprodotti, alcune “mappe mentali” e alcuni grafici/organigrammi ingranditi (articolatissimi e cristallini al contempo) che diventeranno texture parietali, mentre i tanti numeri delle riviste “storiche” del design da lui dirette verranno esposti per intero (tutte le copertine) e in parte saranno consultabili.
Intorno a questo nucleo centrale si snoderanno, articolandosi e congiungendosi, le altre tre “sezioni” di progetto.

Di speciale impatto sarà l’esposizione – nella sala del mosaico di Mimmo Paladino – di due “Mobili per uomo” (“Guanto” e “Scarpa” ) disegnati da Alessandro Mendini tra il 1997 e il 2008 per BISAZZA, azienda di cui Mendini è stato art director dal 1994 al 1999. Oggetti scultorei “fuori scala” impreziositi da tessere in mosaico oro 24K tagliati e posati a mano. La particolare collocazione permetterà alle due opere di essere sempre visibili, giorno e notte, dal Lungotevere.
Una posizione di rilievo, all’ingresso della Sala dell’Ara Pacis, vicino ai busti, avranno le 7 Colonne in ceramica smaltata di Mendini per SUPEREGO, provenienti dalla collezione “12 Colonne” .
All’ingresso del Museo, nella Sala della Biglietteria, ad accogliere i visitatori, sarà il “Monumentino da casa” di Alessandro Mendini per CASSINA, una scaletta più sedia in legno laminato.

In mostra, tra gli altri oggetti, un piccolo “esercito” di 27 modelli di cavatappi “Alessandro M.” per ALESSI, 100 vasi della collezione “100% Make Up” , molti oggetti da indossare, orologi, borse, gioielli, copricapi, scarpe, fino alle ipotesi di “Arredo vestitivo” e la performance “Architettura ermafrodita”. Ma anche il progetto di un sassofono (“Alessofono”) calibrato intorno al corpo, un “Robot sentimentale”, un “Costume per donna e arpa” che ingabbia strumento e musicista fino all’“Abito del designer” con riprodotti tutti i loghi delle aziende con cui ha collaborato (in una sorta di uomo-sandwich, ma elegantissimo). Si continua con le sculture luminose della collezione “Galassia” di VENINI, un prototipo – pezzo unico, non in produzione – di sedia “Contessa” di BALERI ITALIA, in fibra di carbonio, la “Poltrona Girotondo” disegnata da Magistretti con un rivestimento in tessuto realizzato da Mendini per DE PADOVA, la “Zig-Zag” di Rietveld e la “Universale” di Joe Colombo, i tavoli, i letti e gli armadi (“Archetto”), fino all’idea più compiuta di ambienti unitari ritmati da presenze calibrate in dialogo tra loro, compresi di quadri, suppellettili, rivestimenti e decorazioni varie. Senza dimenticare il “Mobile infinito” e la “Poltrona di Proust”, momenti emblematici che mostrano al meglio i risultati di un atteggiamento progettuale intriso di presupposti teorici. Infine, per arrivare ai lavori in scala architettonica, urbana e territoriale realizzati insieme al fratello architetto FRANCESCO MENDINI e al loro atelier, 5 maquette – modelli in legno – di edifici pubblici in molti paesi del mondo (dal “Groningen Museum” a Groningen in Olanda alla “Torre del Paradiso” a Hiroshima in Giappone, dalla “Galleria Mendini” a Lörrach agli “Uffici Madsack” ad Hannover in Germania, e la nuova “Piscina olimpionica” a Trieste). E i progetti dei recenti edifici a Milano Bovisa.

In occasione della mostra “Alessandro Mendini” saranno organizzati da Zètema Progetto Cultura laboratori didattici destinati alle scuole e al pubblico, che si concentreranno su due dei campi di indagine: “progettare corpi” (con i materiali più disparati – carte di riciclo, materiali di “natura”, oggetti d’uso caduti in disuso, tappi, scampoli di stoffa – si progetteranno e realizzeranno gioielli, orologi, vestiti e borse, oppure specchi che alludono a facce, vasi che diventano visi, cavatappi e lampade da terra che simulano figure intere, etc…) e “progettare stanze” (durante i fine settimana, si applicherà il concetto di cosmesi e di realizzazione in scala – con l’aiuto degli operatori didattici e grazie all’uso di materiali vari come metalli di riciclo, reti metalliche, gomme, superfici ruvide, legno – di alcuni componenti d’arredo come poltrone e lampade, armadi e librerie, ma anche vasi e soprammobili, specchi e cornici, arazzi e tappeti).

Completa la mostra il volume dedicato ad Alessandro Mendini pubblicato dalle Edizioni Corraini, un flusso ininterrotto di immagini e occasioni all’interno delle opere e della filosofia progettuale del celebre architetto milanese. Nel volume, le immagini sono accompagnate da testi del curatore Beppe Finessi (architetto, professore presso la Facoltà di Design e la Prima Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano) e di Alessandro Mendini stesso, in cui l’architetto si racconta a partire dalla propria esperienza di progetto. Conclude il libro una sintetica biografia e bibliografia su Mendini e la sua opera.

Al bookshop del Museo dell’Ara Pacis, in occasione della mostra, oltre al catalogo, saranno disponibili una serie di titoli ad hoc, riviste di settore e saggi specifici tra cui “Design Interviews: Alessandro Mendini” edito da Corraini e diversi oggetti realizzati da Alessandro Mendini nel corso della sua attività.


Alessandro Mendini
Fino al 6 settembre 2009
Museo dell’Ara Pacis – Roma
www.museiincomuneroma.it

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Bracci +39 06 82077337 p.bracci@zetema.it

Fabiana Magrì +39 0682077386/327 +393404206813 f.magri@zetema.it

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