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Aron Demetz da Margini arte contemporanea a Massa

di - 16 Dicembre 2008

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[16|12|2008] |||arte contemporanea/personale

Aron Demetz da Margini arte contemporanea a Massa

DISEGNI E SCULTURE

fino al 10 gennaio 2009 | margini arte contemporanea | massa


Margini è lieta di presentare l’opera dello scultore Aron Demetz. La mostra è una sorta di retrospettiva che ripercorre i tre aspetti fondamentali del suo lavoro.

Nelle prime opere, delicatissime, Demetz si concentra sulla figura umana che riproduce con attenzione anatomica ammorbidita dal colore steso su legno in toni chiari e in modo liquido. Si tratta di ritratti colti nell’intimità del pensiero in cui la postura, più dell’espressione fisiognomica, individua cliché come quello dell’adolescente dai capelli rossi con i “brufoli” e la camicia sgualcita o il bambino sonnambulo che sono esposti qua in mostra. Nelle sculture di questo periodo vengono fissati gli attimi di “scollamento” tra psiche e corpo, quei momenti in cui la vista si offusca e siamo nello stesso tempo, ma in modo distinto, solo corpo e solo spirito. Il titolo per l’opera è ancora supporto comunicativo indispensabile, nota a piè di pagina di cui avvalersi nella lettura.
Più tardi, tra il 2005 e il 2007, arriva ad una sintesi in cui le persone reali diventano simboli, gli uomini diventano “l’uomo”, i tipi, archetipi. E’ un processo di purificazione verso l’essenziale. Pensiamo alle opere “in sé” e “purificazione” o al bozzetto “vita interiore”: sono forme eteree, spirituali, in cui la gamma tipologica delle prime sculture ha ceduto il passo ad una dimensione tanto intima da toccare il trascendente. Al posto del cromatismo delicato, ancora presente nelle opere citate, si arriverà alle foglie d’argento o d’alluminio stese sul legno a campiture nette, a blocchi sconnessi o a trama, come le foglie. La pelle inizia una metamorfosi e spesso è specchiante (“sul sentire”).
L’artista, prima narratore esterno, entra adesso nei corpi, li spoglia degli abiti per smaterializzarli in un’anatomia fluida, inconsistente. Anche i titoli sono impersonali ed epigrafici come nell’opera “spina”, sineddoche che indica il corpo. Il riflesso induce ad una complicità maggiore con chi, guardando, può riconoscere sia sé stesso sia un bisogno universale di tendere al sublime.

I disegni percorrono tutta la sua opera. Resa nella terza dimensione, l’idea per uno scultore va tradotta e quindi “tradita” nel compromesso con la materia ma soprattutto col tempo di lavorazione. Il disegno permette invece di fermare l’immediatezza e a noi di cogliere una dimensione ancora più intima del lavoro di Demetz.
Nell’ultimo anno entra un nuovo elemento che stravolge tutto: la resina naturale raccolta dall’albero e modellata sulla scultura in legno appena sbozzata. Come l’olio che passa sulla matita e coprendo il segno grafico crea un filtro poetico e lirico, così la resina degli ultimi lavori passa sul legno. Sembra che possa colare da un momento all’altro, tenuta su solo dalla tensione emotiva e da qualche dolorosa ferita-cucitura. Da eterei i corpi si fanno estremamente presenti, prepotenti, fastidiosi alla vista. Anime che tengono in vita corpi carbonizzati, glabri, deformati dalla malattia, scuoiati. Lo sguardo è penetrante ma non disperato, è consapevole. La carne pesante ma l’anatomia allungata, protesa. Le cuciture non hanno valore funzionale ma poetico e sono intese come suture, proprio come la resina che rimargina le ferite dell’albero creando nuova corteccia. Il sangue dell’albero crea forme nuove e così fa Demetz che approda ad un lavoro organico. Anche i titoli sono cambiati, diventati superflui.
Dalla dialettica corpo-psiche, la successiva tensione uomo-divino, spirituale e metafisica, lo ha portato a tornare alla dimensione contingente in cui il corpo, in accezione platonica, è prigione dell’anima, vincolo tremendo che frena il desiderio di diventare puro spirito; l’unica trasformazione possibile è tornare albero. L’anatomia si allunga come i rami, il corpo perde compattezza e sanguina resina.
Dopo una prima sensazione di repulsione siamo obbligati a guardare e riguardare queste figure perché le sentiamo vicine, familiari, vogliamo incrociare i loro sguardi decisi, penetranti.
Federica Forti

Biografia
1972 Vipiteno (Bolzano)
Dopo la scuola d’arte di Selva ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Norimberga
RECENTI MOSTRE PERSONALI
2008
-aron demetz- a cura di danilo eccher, pac, milano

2007
-cujidures- museo civico, chiusa (bz)
2006
-aron demetz- museo archeologico, milano
-aron demetz- albemarle gallery, london (GB)
2005
-in sé- a cura di marco tonelli, galleria il polittico, roma
-aron demetz- tradizione e leggerezza- a cura di beatrice buscaroli, galleria forni, bologna
RECENTI MOSTRE COLLETTIVE
2008
-art italien- a cura di luca beatrice, marlborough gallery, montecarlo (MC)
-manifesta parallelevents- ortisei (bz)
-aron demetz- elliott erwitt-first gallery, roma
2007
-les fleurs du mal- a cura di danilo eccher, arcos museo di arte contemporane, benevento
-arte e omosessualita da van gleoden a pierre & gilles- a cura di vittorio sgarbi, firenze
-la nuova figurazione. to be contenued…- a cura di chiara canali, fabbrica borroni, milano
-la nuova scena artistica italiana- a cura di alessandro riva, taipei fine arts museum, taipei taiwan
-italiana- a cura di alessandro riva, shanghai art museum, shanghai
2006
-arte-tempio/ kunst im sakralraum- a cura di peter weiermair, palazzo vescovile Bressanone (bz)
-holzwege- a cura di andreas ruess, städtische galerie die fähre, bad saulgau (D)
-kunstkörperlich – körperkünstlich- a cura di andré lindhorst, kunsthalle domenikanerkirche, osnabrück (D)
-fortearte- a cura di egon dejori, fortezza (bz)
2005
-l’inquietudine del volto, da lotto a freud da tiziano a de chirico- a cura di vittorio sgarbi, lodi (lo)
-apollo e dionisio- a cura di vittorio sgarbi, cortona (ar)
-chiaroscuro- a cura di john kirby, angela flowers art gallery, london (GB)
-what is realism?- a cura di edward lucie–smith, alberarle gallery, london (GB)
-miracolo a milano- a cura di alessandro riva, palazzo della ragione, milano
-il ritratto interiore, da lotto a Pirandello- a cura di vittorio sgarbi, museo archeologico regionale di Aosta


Aron Demetz – Disegni e sculture
Fino al 10 gennaio 2009
dal giovedì al sabato 16-20 ingresso: libero
testo di: Federica Forti
Margini, via dei Margini 11, Massa (ms)
Immagine: Aron Demetz Sul sentire legno di pero 2008 @the artist

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