Bruno Ceccobelli inaugura la primavera a Sabbioneta

La promozione di eventi artistici, culturali e di spettacolo legati al calendario culturale-turistico di una città, è oggi una delle attività più richieste e commissionate dalla società nelle sue diverse espressioni collettive e di valenza fortemente strategica, al servizio di politiche culturali, sociali, di marcheting territoriale, di immagine e comunicazione.
Gli eventi culturali, artistici, le iniziative di spettacolo diventano così strumenti a disposizione della coscienza civile, dell’identità collettiva, dell’espressione della diffusione di conoscenza della crescita, competitività ed affermazione territoriale.
Scopo della mostra è aprire un dialogo sulle potenzialità dell’arte come luogo di incontro e di confronto su problematiche che investono la contemporaneità.
L’artista, infatti, pone alle basi del proprio agire l’esigenza di un confronto reale fra le parti, creando un ponte fra la società civile e l’istituzione.
In questo contesto l’arte può recuperare una centralità, un ruolo antico, una volta al centro del vivere quotidiano, come produttore di pensiero in grado di immaginare e reinventare equilibri e relazioni nel tessuto sociale.
Sabbioneta si propone come luogo d’incontro e confronto per le espressioni e per le culture nelle sue diverse prospettive e tendenze artistiche.
Uno dei tratti distintivi della programmazione è la frequentazione del ricco e straordinario patrimonio monumentale.
La sede di Palazzo Ducale offre infatti la scenografia adatta allo svolgimento di alcuni eventi e attribuisce un fascino particolare alla rassegna grazie a quel magico nesso che si stabilisce fra monumento antico e opera d’arte moderna.
Dal 25 marzo al 17 aprile 2006, nelle prestiose sale del piano nobile saranno esposte trentacinque opere dell’artista Bruno Ceccobelli, di realizzazione sia recente che passata.
Le opere pittoriche di piccolo, medio e grande formato, variano dal genere astratto/concettuale al figurativo simbolico con il recupero del ready-made che contribuisce ad un aumento di pathos nel complessivo significato spirituale delle opere.
Spesso l’artista lavora con materiali “raccattati”, usati come “reperti” che li innalzano a livello “immateriale” con uno spostamento dal campo reale al campo delle idee, in un complesso processo di elevazione spirituale.
La mostra sarà corredata da un elegante catalogo con testo critico di Flavio Caroli.