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[24|11|2014] Arte Contemporanea |
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29 novembre 2014 – 16 gennaio 2015 inaugurazione venerdì 28 novembre 2014, ore 19
Giovanni Sartori Braido / Vito Stassi Sedici sfumature di Grigio a cura di Eva Comuzzi 29 novembre 2014 – 16 gennaio 2015 inaugurazione venerdì 28 novembre 2014, ore 19 Galleria Massimodeluca via Torino 105/q 30170 Venezia Mestre dal lunedì al venerdì 10-17, sabato su appuntamento m 366 6875619 info@massimodeluca.it https://www.facebook.com/GalleriaMassimodeluca La Galleria Massimodeluca presenta la nuova mostra Sedici sfumature di Grigio , bipersonale di Giovanni Sartori Braido (VeneziaMestre, 1989) e Vito Stassi (Palermo, 1980), a cura di Eva Comuzzi ( dal 29 novembre 2014 al 16 gennaio 2015, inaugurazione venerdì 28 novembre 2014, ore 19). Il titolo, riferimento ironico al best seller erotico di Erika Leonard James, al momento il più venduto della storia, è nato in modo divertente ed istintivo pensando a ciò che ad un primo, superficiale, impatto, unisce il lavoro dei due autori e il cui numero ne indica tutte le gradazioni di grigio percepibili dall’occhio umano. “Oltre all’immediatezza e all’ironia con cui è apparso” afferma la curatrice, “mi piaceva l’idea che andasse a contrastare con i due titoli regali e colti usati nelle due precedenti esposizioni, Regio e Reginae, risultando da un lato riconoscibile e banale come la maggior parte delle cose che attraggono nella società odierna, dall’altro disorientante , così come lo sono i lavori dei due autori. La mia riflessione sulle tele e sul dialogo da instaurare fra Stassi e Sartori Braido è quindi proseguita tenendo come riferimento il libro: la freddezza di certe ambientazioni e amplessi, l’artificialità o surrealtà dei dialoghi ed in particolare il senso del controllo e l’attenzione ossessivo-feticistica del protagonista. Attenzione, che ritrovo sia nella ricerca della variazione del colore, che nell’interesse per l’oggetto/dettaglio. Dal momento che più volte è stato evidenziato il lato malinconico, silenzioso e spesso funereo della loro produzione, vorrei ora portare lo sguardo negli strati più profondi della superficie, in tutte quelle sedimentazioni che hanno formato la pelle della tela bianca e fra tutti quegli elementi che danno vita ad una quieta ma brulicante archeologia del vissuto”.
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