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[23|09|2009] |||arte contemporanea/mostra | |
| LA SECONDA ORIGINE inaugurazione 25 settembre 2009 | ore 18,00 | galleria contemporaneo | mestre Il lavoro di Italo Zuffi, ha mantenuto negli anni la stringata durezza ed eleganza di certe sue performance in cui il corpo del performer (egli stesso) sembrava sfidare la legge di gravitĂ , ponendosi come un asse rigido retto ai due capi opposti dagli schienali di due sedie (The remainder, 1997). Qualcosa riguardava lâequilibrio difficile da tenere, un equilibrio che richiede sforzo e nonchalance, come un gesto atletico nascosto in un atteggiamento discreto e schivo. Ha parlato non a caso di laconicitĂ Nicolas Bourriaud nel bel testo dedicato allâartista originario di Imola (1969), che vive e lavora a Milano. Italo Zuffi è uno degli artisti piĂš intensi delle ultime generazioni, con partecipazioni di rilievo a mostre internazionali, e in rassegne e pubblicazioni che hanno definito un orizzonte della ricerca italiana piĂš recente. Ma non per questo ha mai rinunciato alla particolaritĂ della sua posizione, che ne fanno un artista forse unico nel panorama nazionale, ma con profonde affinitĂ con ricerche avvenute altrove. Ci vorrĂ del tempo per valutare appieno la portata del suo lavoro, la complessitĂ concettuale e poetica, non meno che la sobrietĂ formale che lo contraddistinguono. Per questo la mostra che viene presentata, tutta composta di lavori nuovi progettati e realizzati per lo spazio della Galleria Contemporaneo, rappresenta unâoccasione rara per poter conoscere una ricerca che concede forse poco in termini di immediatezza spettacolare, e che invece può diventare estremamente stimolante per chi pensa che lâarte non debba venir meno al suo compito di suscitare riflessioni. Il titolo stesso della mostra, è un incipit assai significativo ad una serie di questioni che attraversano la ricerca contemporanea, (si pensi al testo del curatore dellâultima Documenta, Roger Buergel, dedicato appunto a âDer Ursprung/The Originsâ) nellâintersecarsi di aspetti che riguardano ad un tempo le condizioni della modernitĂ (e delle sue origini), della pratica dellâarte (con i suoi problematici risvolti fra libertĂ espressiva ed esigenze di mercato) e delle sue relazioni con lâesistenza individuale dellâartista, che si gioca sempre e di nuovo senza riserve nel cercare il difficile equilibrio fra queste diverse tensioni. La seconda origine è un percorso che tocca i diversi media reiteratamente utilizzati dallâartista negli anni: il testo scritto, la produzione e lâinstallazione di elementi scultorei, la fotografia. Si tratta di lavori sempre molto diversi fra loro, che possono per questo disorientare, pur essendo tutti di grande nitore compositivo. CosĂŹ come può suonare in un primo momento disorientante, il titolo scelto da Zuffi per questo appuntamento alla Galleria Contemporaneo. Ma costringe anche a pensare se, quella dellâorigine, non sia sempre questione che si pone, di cui si può parlare, solo a partire dallâassunzione consapevole che â se vi deve essere stato un qualche elemento assumibile come fondativo od originario â è solo in una fase successiva che lo si potrĂ riconoscere come tale. Riflettere sullâorigine implica uno slittamento temporale rispetto al suo essere avvenuta. Vuol dire, ad esempio, assumere consapevolezza del gesto, cosĂŹ umano, del costruire, evidenziandone la sua origine nei giochi infantili dellâassemblare piccoli elementi lâuno sullâaltro. Come avviene nelle serie, tutte diverse lâuna dalle altre, di mattoni da edilizia riproposti in scala 1/1 e in marmo; serie nelle quali compare sempre anche un mattoncino giocattolo, anchâesso in pietra. Si tratta del ciclo di sculture La replica (2006-09), di cui verrĂ proposta in mostra una nuova versione. Ma, a ben vedere, lo stesso materiale usato in queste opere, il marmo, crea una relazione fra il costruito dellâuomo e ciò che produce la natura nel suo incessante lavoro di trasformazione, di compressione e di stratificazione di rocce sedimentarie. Si tratta ora di architettura o piuttosto di geologia? Oppure è questione che riguarda lo stesso sedimentarsi esperienziale? Come sembrerebbe indicare lâintenso testo E adesso che sorvoliamo (2009), in apertura della mostra. Oppure si tratta effettivamente delle origini dellâarte, come ci racconta la serie di testi e immagini di Un confine (2009) elaborati a partire da una visita alle grotte cantabriche di Puente Viesgo, nel nord della Spagna, dove vi sono graffiti e disegni risalenti al Paleolitico. Gli scivolamenti fra un ambito disciplinare e lâaltro, fra un media e lâaltro, fra pratica di vita e pratica dellâarte continuano a generare un processo incessante di riflessione ed elaborazione che riguarda la nostra stessa condizione individuale di spettatori non meno che quella collettiva, cioè il nostro formare la massa critica di un âpubblicoâ possibile. Alla fine si tratta di âpoliticaâ, dunque delle condizioni del vivere comune, come ha ricordato lo stesso Zuffi in una lettera-saggio pubblicata nel 2009. Italo Zuffi. La seconda origine Evento collaterale alla 53. Esposizione Internazionale dâArte â la Biennale di Venezia Inaugurazione VenerdĂŹ 25 settembre â h 18.00 In collaborazione con Newman Popiashvili Gallery New York Pinksummer contemporary art â Genova Orario: Mar-sab 15.30-19.30 chiuso la domenica e il lunedĂŹ GALLERIA CONTEMPORANEO P.tta Olivotti 2 â 30171 Mestre-Venezia, Italy www.galleriacontemporaneo.it
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