29 febbraio 2008

La rivista Art e Dossier si rinnova

 

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[29|02|2008] |||editoria/riviste

La rivista Art e Dossier si rinnova
 

L’EDITORIALE DI PHILIPPE DAVERIO

È la prima volta che mi capita di assumere la direzione d’una rivista, per giunta e per Giunti, tra l’altro, estremamente autorevole. Prendo il testimone da chi mi ha preceduto e che ha lavorato in modo eccellente, quindi non sarò in grado di proporre scelte migliori, ma forse solo diverse.

Il panorama della critica e della comunicazione in Italia è oggi innegabilmente meno stimolante di quanto non lo potesse essere una ventina d’anni fa. Molti fra i più acuti ci hanno lasciato, e tanti nuovi non sembrano ancora essere apparsi. La questione della cultura non è dissimile purtroppo da quella della politica e degli affari. Lo stallo sembra essere generale. Solo che la palestra delle idee è più facile da stimolare, chiede numeri più ridotti di partecipanti e di protagonisti. È una scena sulla quale è possibile intervenire senza scomodare il teatro mondiale, senza spostare masse monetarie, mercati, flotte e cannoni. Inoltre il pubblico sta mutando le sue richieste d’informazione verso un ventaglio d’indagine più largo e gli stessi specialisti tendono a una indagine dove la storia maggiore e quella dell’arte abbiano la fortuna di dialogare con la storia minuta per approfondire significati e valenze. All’orizzonte della palude si profilano cieli nuovi.

Non si può oggi non immaginare che la globalizzazione degli interessi, in ogni campo, stia per richiedere una ottica diversa del pensare. Se tutti accedono alla rete comunicativa, dovrà questa rete contenere un messaggio unico e omologato? Forse no! È pacifico che il contributo del nostro immenso e disordinato patrimonio culturale continuerà a essere fondamentale per il sapere del mondo. Ma potrà esso essere anche fondativo come lo fu per secoli? Saranno i nostri luoghi d’arte palcoscenico per avventure decise altrove come da anni avviene nell’ambito della Biennale di Venezia in mano a un nucleo di commercianti newyorkesi? Molto dipende dalla capacità di promuovere il dibattito delle idee quanto dall’informazione necessaria alla crescita della consapevolezza. Che mestiere faranno domani le decine di migliaia di giovani che si stanno laureando, spesso anche bene, in Storia dell’arte, in Conservazione dei beni culturali, in Comunicazione? Saranno essi meri inservienti d’un vasto sistema turistico mondiale che potrebbe immaginare la penisola come il luna park del bello? O possiamo accarezzare timidamente il sogno d’un paese capace di protagonismo negli affari e nei prodotti, in quanto ricco d’una formidabile sedimentazione artistica foriera d’una forte creatività attuale? A queste domande non intendiamo dare una risposta. Sarebbe una ambizione ingiustificabile. Ma vorremmo dare un contributo innovativo, che oggi deve superare gli schemi della critica di ieri, dotta ma talvolta isolata, per intingere la penna o meglio ancora il cavo del computer nella curiosità dell’antropologia culturale quanto nel percorso che da sempre connette tutte le arti, facendo di queste non solo il testimone ma pure il protagonista della storia. Almeno dalle parti nostre, quelle che hanno preferito allo schioppo lo scorrere nevrotico del pennello, della matita e del cesello.


Dossier Arte cinese di Francesco Morena
Sommario su www.artonline.it/arte dossier
Per saperne di più www.artedossier.it

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