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Le Sirene di Tommaso Ottieri al Castel dell’Ovo di Napoli

di - 28 Giugno 2006

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Le Sirene di Tommaso Ottieri al Castel dell’Ovo di Napoli

SIRENE

inaugurazione 29 giugno 2006 | ore 18:00 – 20:00 | a cura di giovanna procaccini | castel dell’ovo | sala delle prigioni | napoli

La mostra “Sirene” prende il titolo da una caratteristica insita nella città di Napoli, alla quale è dedicata, quella di ammaliare ed allarmare al contempo; una bellezza affascinante, quella napoletana, che trasmette una sensazione di minaccia imminente. I lavori in mostra, tutti appartenenti ad uno stesso ciclo pittorico, propongono visioni urbane contemporanee nelle quali compaiono, come frammenti destabilizzanti, pezzi di macchine da guerra in azione. Tommaso Ottieri presenta la sua Napoli, nella quale è nato e cresciuto, come una città che porta la guerra nel proprio patrimonio genetico, a tal punto da non provocare più alcuno stupore, come se fosse endemica nella popolazione. La mostra è allestita in una sala che, per sua stessa natura e conformazione, ricorda quella dei rifugi antiaerei, la Sala delle Prigioni di Castel dell’Ovo: un unico ampio ambiente scavato nella pietra di tufo con una sagoma voltata a botte ed una serie di cunicoli che si diramano fino al mare, portandone all’interno l’odore.

Dal catalogo della mostra:
“Che senso ha, all’alba del terzo millennio, parlare ancora di pittura? Di una forma d’arte che ha mantenuto costante la sua materia prima per almeno quattro secoli? Quella fatta con la tela ed i pennelli, con gli olii e la trementina?
Quando a metà dell’Ottocento la fotografia nacque e sembrò portare via di colpo la principale ragione di esistenza alla pittura: il suo dover rappresentare il mondo, in realtà le tolse la forma e solo parte la sua sostanza, quella più storicizzata, ma non potè portarle via l’anima.
Il desidero di fermare la memoria di un’immagine è un aspetto fondamentale della natura umana, la precisione e l’accuratezza del mezzo fotografico possono sopperire a questa esigenza, ma non rispecchiano una caratteristica peculiare della memoria umana, quella di essere modificabile o addirittura stravolgibile dal tempo, e, se si vuole, di ingiallire e di deformarsi come un quadro. (…)
L’influenza della fotografia, del cinema e del video ha cambiato profondamente l’iconografia pittorica, inserendo nel quadro concetti come quello di mosso o di inquadratura casuale. Oggi, ancora di più, la pittura si è spinta in questa direzione, i classici bozzetti di studio si sono trasformati in fotocomposizioni al computer, le tecniche di proiezione luminosa o di impressione fotografica della tela sono state sostituite dalla stampa con plotter, lo studio dei colori ed i viraggi acidi sono sperimentati a monitor. E’ come dire che anche la pittura si è rinnovata mediante la tecnologia.
Ma sono la densità o la fluidità dell’impasto cromatico, la grafia dell’artista che si esprime mediante la pennellata, la rifrazione della luce non omogenea per la struttura mai planare del quadro, i valori olfattivi e tattili della pittura, che non le faranno mai cedere il passo. La distanza e la soggezione emotiva che si provano al cospetto della tela dipinta non lascia indifferente lo spettatore e, se l’opera d’arte nel Novecento diventa Opera Aperta al suo stesso completamento da parte del fruitore, le caratteristiche di risonanza emotiva che la pittura suscita non possono essere lasciate da parte per motivi storicamente preconcetti.” Giovanna Procaccini


Tommaso Ottieri.SIRENE
Dal 29 giugno al 30 luglio 2006
Orario: lunedì – sabato 10.00-19.00. domenica 10.00-14.00
Catalogo in sala. Con testi di Mirella Armiero, Giovanna Procaccini, Alfredo de Dominicis
Castel dell’Ovo. Sala delle Prigioni.
Via Luculliana. Napoli
Patrocinata dal Comune di Napoli / Assessorato alla Cultura, dalla Regione Campania e dall’Ordine degli Architetti Pianificatori e Paesaggisti della Provincia di Napoli

Per informazioni:
info@tommasoottieri.com
www.tommasoottieri.com

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