MiArt fiera internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano

MiArt si conferma come l’unica manifestazione italiana che, accanto alle gallerie italiane ed internazionali, presenta una serie di progetti curatoriali non legati alle consuete ottiche commerciali.
Oltre alle numerose iniziative per la promozione e il supporto delle giovani avanguardie artistiche, la dodicesima edizione di MiArt si presenta al pubblico con altri due eventi di grande richiamo.
Il primo è legato ad Alfa Romeo, che anche quest’anno conferma la scelta di supportare MiArt in qualità di sponsor e official car di questa dodicesima edizione.
Proprio durante la vernice di MiArt, giovedì 29 marzo Sotheby’s batterà all’asta una riproduzione in bronzo fuso di Alfa Brera, l’auto-scultura realizzata in scala 1:2 dal Centro Stile Alfa Romeo, già presentata al pubblico nella piazzetta di Palazzo Reale in occasione della mostra Boccioni pittore scultore futurista.
Il ricavato sarà devoluto all’associazione Onlus “Crescere Insieme al Sant’Anna” per contribuire al progetto di ristrutturazione del reparto di neonatologia dell’Ospedale Sant’Anna di Torino.

Who do you think you are?
La seconda iniziativa sviluppa un’ulteriore riflessione sullo scenario artistico della Cina, il Paese Ospite di MiArt 2006. La mostra dal titolo Who do you think you are?, organizzata da MiArt e Tang Contemporary Art di Pechino, è un progetto curatoriale di Adriana Forconi e si terrà negli affascinanti spazi ex industriali di BaseB, proprio di fronte alla Triennale Bovisa, la sera di mercoledì 28 marzo.
Who do you think you are? presenta le opere – alcune totalmente inedite – di 16 artisti tra i più rappresentativi della stagione artistica cinese contemporanea, spaziando tra media diversi, pittura, fotografia, video e installazioni.
La rassegna, giocata sul concetto di identità, tenta di rispondere al problema tutto occidentale di definire l’attuale arte cinese. Adriana Forconi ha inteso il termine cinese nell’accezione di un’appartenenza ad una koiné culturale e linguistica che, nella maggior parte dei casi, implica anche un’appartenenza nazionale più o meno concreta e formalizzata. Si tratta di 16 artisti cinesi che vivono, lavorano ed espongono le loro opere sia in Cina sia all’estero. Dunque, produzione contemporanea cinese o arte contemporanea internazionale?
Il titolo della mostra contiene in sé una presunzione di coscienza, delinea l’ipotesi di una affermazione circa l’identità dell’interlocutore. Ma nell’incontro tra artisti cinesi e pubblico occidentale come vengono distribuiti i ruoli agli interlocutori? Chi è l’intervistatore e chi è l’intervistato? E’ il pubblico occidentale che chiede a questi artisti: chi pensi di essere? O sono gli artisti cinesi che rivolgono la stessa domanda al loro pubblico, ai loro ammiratori e seguaci, ai collezionisti, ai critici, ai curiosi e agli scettici? Questa sono alcune delle domande e degli spunti offerti dall’iniziativa, che si aprono e chiudono in un gioco di scatole cinesi. Una perfetta ironia Made in China: una cultura che tanto attira quanto spaventa il pubblico mondiale sempre più affascinato dalle potenzialità di sviluppo insite in questo Paese.

In mostra opere di:
Cao Fei, Chen Jieren, Gu Dexin, Hong Hao, Jiang Zhi, Lin Yilin, Liu Jianhua, Liu Wei, Liu Zhenchen, Ou Ning, Weng Fen (Weng Peijun), Yan Lei, Yang Jiecang, Zheng Guogu, Zhu Jia, Zhuang Hui.

Cristina Pariset
cristina.pariset@libero.it