27 febbraio 2017

Prosegue alla Triennale di Milano fino al 19 marzo Collezione Giuseppe Iannaccone. Italia 1920-1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé

 

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La Triennale di Milano, Viale Alemagna 6

Prosegue alla Triennale di Milano fino al 19 marzo Collezione Giuseppe Iannaccone. Italia 1920-1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé , la mostra a cura di Alberto Salvadori e Rischa Paterlini che espone per la prima volta pubblicamente 96 opere della collezione privata dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone, realizzate tra il 1920 e il 1945 , acquisite e scelte personalmente dal collezionista nel periodo compreso tra il 1992 – anno del suo primo acquisto – e il 30 novembre 2016.

Giuseppe Iannaccone inizia a collezionare alla fine degli anni Ottanta , per passione e curiosità, e trova nell’arte un rifugio intimo e personale, un luogo dell’anima accessibile solo a lui dove ricevere conforto e sostegno al di fuori della vita di tutti i giorni. Il suo interesse si concentra subito sull’ arte italiana tra le due guerre, catturato dalla capacità degli artisti “non allineati”, al di fuori dei canoni di Novecento e del ritorno all’ordine, di cogliere la profondità dell’animo umano in tutte le sue sfaccettature. Gli artisti – Birolli, Guttuso, Mafai, Pirandello, Scipione, Vedova… – e le loro opere diventano così compagni di viaggio, le loro biografie e le loro vicende umane e professionali diventano stimolo per continui studi e ricerche, nel tentativo di ricostruire un percorso non ancora così esplorato dalla storia dell’arte ufficiale, ma senza nessuna pretesa di completezza o esaustività.

In parallelo alla mostra, fino al 14 marzo prosegue anche Arte in Italia negli anni Trenta, ciclo di incontri a cura di Elena Pontiggia pensato come occasione di approfondimento sull’arte italiana tra le due guerre. Tutti i martedì gli autori dei saggi in catalogo e i più importanti studiosi d’arte di quel periodo storico ripercorrono tappe fondamentali e biografie degli autori esposti, offrendo al pubblico racconti, aneddoti e strumenti su uno scorcio della vicenda artistica del nostro Paese ancora poco indagata.

Accompagna la mostra il volume Collezione Giuseppe Iannaccone.Italia 1920-1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé , un ricchissimo catalogo ragionato, edito da Skira in italiano e in inglese, dedicato alla parte della Collezione Giuseppe Iannaccone riguardante le opere realizzate dal 1920 al 1945 e acquistate dal collezionista fino alla data del 30 novembre 2016.

La mostra Collezione Giuseppe Iannaccone.Italia 1920-1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé è realizzata sotto il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, della Regione Lombardia, del Comune di Milano e della Camera di Commercio di Milano; con il sostegno di Fondazione Credito Bergamasco, Lamborghini Milano; con la sponsorizzazione di AXA Art, Cassina e Open Care. Media partner Artshell e Marie Claire Maison. Catalogo Skira. Si ringrazia Tenuta Sarno 1860.

Il progetto grafico della mostra è a cura di Mousse Agency, l’allestimento a cura dello studio Oblò Architetti.

Calendario dei prossimi appuntamenti :

28 febbraio 2017

FABIO BENZI

La svolta realista nella pittura romana degli anni trenta.

“Il tonalismo, una pittura basata su campiture cromatiche essenziali, prive di contorno e di ombre, che superano le volumetrie chiaroscurate e classicheggianti di un “Novecento Italiano” ormai stanco ed esautorato, è diventato in effetti a metà degli anni trenta ormai linguaggio comune, moderno; così come il termine “Scuola romana” ormai investe tutte le tendenze giovanili, anche diverse, che lo hanno fatto proprio, apportandovi un contributo espressivo personale: rendendolo insomma il linguaggio dominante. Benché la dizione Scuola romana fosse nata per definire il gruppo di artisti della novità tonale che espose a Parigi nel 1933 (Cagli, Capogrossi e Cavalli), a partire dal 1935 circa servì a definire la più larga generazione di pittori nata nel primo decennio del secolo, trentenni negli anni trenta, che fecero del tonalismo lo strumento espressivo comune” Fabio Benzi

7 marzo 2017

FLAVIO FERGONZI

Dodici temi critici per l’arte Italiana tra le due guerre.

“L’arco che va da Ottone Rosai (L’attesa e I giocatori di toppa, 1920) a Emilio Vedova (Il caffeuccio veneziano, 1942) mostra un’adesione a valori opposti. I due estremi cronologici raccontano bene una storia di cultura minoritaria, di furori giovanili non sopiti, persino di franca opposizione: esercitata, quest’ultima, contro il diffuso orgoglio di un ritorno alla tradizione nazionale, contro le mitologie neoumanistiche del fascismo e, insieme, contro le varie consolazioni offerte da un superiore formalismo” Flavio Fergonzi

14 marzo 2017

CARLO SISI

L’universo in una foglia. Vicende di Rosai e De Pisis

“Nel provare un abbozzo di vite parallele, è l’idea della solitudine poetica con i suoi molteplici corollari quella che sembra dare maggiori risorse al qui proposto accostamento fra Rosai e De Pisis, artisti operosi nel Novecento militante di Margherita Sarfatti e poi, anche se per breve periodo, negli anni impazienti del secondo dopoguerra senza però mai condividere, entrambi, i canoni del ritorno all’ordine né le politiche formali del Realismo.” Carlo Sisi

Triennale di Milano

Viale Alemagna 6

20121 Milano

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