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[05|05|2010] |||arte contemporanea/collettiva | |
| ARCHEOLOGIA DELL’IMMAGINE inaugurazione venerdi 7 maggio | ore 18.30 | rosso20sette arte contemporanea | roma Rosso20Sette ArteContemporanea presenta, dal 7 maggio al 19 giugno, la collettiva Archeologia dell’immagine. Un titolo dal forte valore concettuale che racchiude la ricerca di tre importanti artisti italiani: Luca Caccioni, Franco Guerzoni e Nicola Samorì. Il percorso di questi tre artisti, che appartengono a generazioni differenti e hanno estetiche diverse, converge però nella ricerca di un passato che non è mai frutto di una testimonianza diretta, ma che, anzi, deve essere ripescato del baratro della dimenticanza. Non è un caso, quindi, che il critico Pier Giorgio Castagnoli (ex direttore della Gam di Torino) parli di Franco Guerzoni proprio come di un archeologo, né che Olga Gambari (curatrice e giornalista di Repubblica) paragoni l’universo artistico di Samorì a un museo archeologico (ma anche “luogo sacro, gipsoteca, quadreria, laboratorio, morgue, spazio erotico”). Guerzoni e Samorì dialogano con il passato. Il primo lo fa utilizzando quella che i critici chiamano “la poetica del muro” dove la parete, spiega l’artista, “non è altro che una pagina, sotto la quale stanno altra pagine. È un libro da sfogliare alla ricerca di tracce, sedimenti, vissuto”. Nel giovane artista forlivese, invece, l’antico riemerge sotto forma di riproduzione di celebri, ma spesso dimenticate, opere d’arte. Una copiatura volutamente incompiuta che, spiega Samorì, “fa regredire il modello a uno stato pre-formale, all’incertezza dell’origine”. Se l’artista-archeologo è, quindi, colui che scava alla ricerca di un passato non solo dimenticato, ma anche nascosto, allora la definizione calza anche per Luca Caccioni. I cui lavori realizzati sui grandi fondali delle opere liriche portano traccia, non solo della loro funzione scenica ormai dismessa, ma anche degli interventi, in olio di papavero e pigmenti, con cui l’arista dona trasparenza alla carta scoprendone le velature sottostanti e prima nascoste. Archeologia dell’immagine è una mostra che, fin dal titolo, sembra un ossimoro. Lo è in questa era che, scrive il filosofo francese Baudrillard in L’altro visto da sè, è quella “del visibile, del troppo visibile, del più visibile del visibile, di ciò che non ha più segreto, di ciò che è interamente solubile nell’informazione e nella comunicazione”. E se non c’è segreto, se non c’è nulla di nascosto, l’archeologia muore e muore anche l’immagine. Caccioni, Guerzoni e Samorì si oppongono a questa morte creando opere misteriose e profonde, da guardare con attenzione alla ricerca di tracce e indizi celati. Lavori che combattono la superficialità e la vuotezza delle immagini moderne, una svalutazione dell’iconologia che ha ormai colpito anche l’arte, non quella dei tre artisti in mostra però. BIOGRAFIE |||Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primi anni ’70 presta grande attenzione al mondo dell’archeologia, intesa come stratificazione del tempo e riscoperta delle tracce del passato. La sua prima personale a Bologna, curata da Renato Barilli nel ’73, si chiama, appunto, Archeologia. Risale agli anni ’80 la svolta artistica che lo vede impegnato nella realizzazione di grandi carte parietali gessose e in una ricerca sulla superficie intesa come profondità. Di questi anni sono le mostre alla Rotonda della Besana di Milano a cura di Renato Barilli, alla Galleria Civica di Modena e alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Nel ’90 e nel ’94 partecipa alla Biennale di Venezia. Nel ’96 è la volta di un’ampia retrospettiva presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, mentre è del ’99 la personale Orienti, curata da Pier Giovanni Castagnoli, a Palazzo Massari di Ferrara. Nel 2005 si tiene la prima personale di Guerzoni alla galleria Marco Rossi artecontemporanea di Milano. Nel 2006 dieci opere di Guerzoni vengono acquisite dalla GAM di Torino ed esposte in una personale. Del 2009 sono l’installazione site-specific Pitture Volanti, presentata in occasione di ArteFiera e la partecipazione a Cà Pesaro, selezionato da Milovan Ferronato, alla Controbiennale di Venezia. |||Nicola Samorì è nato a Forli’ nel 1977. Vive e lavora a Bagnacavallo (RA). Diplomato in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dai primi anni novanta sviluppa una intensa attività pittorica, che lo porta ad affinare le più diverse tecniche espressive, fra le quali quella dell’affresco, tecnica sulla quale nel 2003 tiene due workshops presso la Tafe Gallery di Perth e l’Università di Kalgoorlie in Australia. Affronta anche le tecniche calcografiche, conseguendo nel 2002 il Premio Giorgio Morandi per l’incisione, e quelle plastiche, in particolare la scultura lignea, approfondita presso l’Accademia di Belle Arti di Berlino nel 2000. Giovane rivelazione dell’arte italiana e’ conosciuto ed apprezzato da pubblico, critica e collezionismo internazionali. Negli ultimi anni ha tenuto personali presso la galleria Marco Rossi Artecontemporanea, i Magazzini del Sale di Cervia (RA), il Museo di Riva del Garda, i Mercati di Traiano di Roma,la Galleria del tasso di Bergamo, lo Studio d’Arte Raffaelli di Trento e la Galleria l’Ariete di Bologna. Archeologia dell’immagine Caccioni Guerzoni Samorì Dal 7 maggio al 19 giugno 2010 Rosso20sette arte contemporanea Via d’Ascanio, 27 00186 ROMA – tel.06 68 19 32 37 Orari: da martedì a sabato, h 11.00 – 19.30 domenica su appuntamento lunedì chiuso info@rosso27.com – www.rosso27.com |
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