Samuele Santi al Castello di Frontone

Terza personale per Samuele Santi, già segnalato ai suoi esordi nel 1997 durante il premio Ruga Giuffa dell’Accademia veneziana di Belle Arti e giunto ora alla sesta esposizione in meno di dieci anni.
La mostra che si inaugura domenica 1° aprile alle ore 17.00 ha per sfondo le suggestive sale del Castello di Frontone, che da alcuni anni ospita eventi e performance di artisti contemporanei di fama internazionale.
La personale si compone di due sezioni, “Corpi” e “Ritratti”, in cui Samuele Santi, nello stile pittorico dell’ “imperfetto” che gli è proprio, denuda e scandaglia la figura umana nella sua interezza, non limitandosi a raccontare le sole proporzioni o l’eleganza dei corpi, ma descrivendone sensualità e fisicità come confronto con la propria nudità e con sé stessi.

“Identità Nude” è ricerca di ciò che di puro c’è in un corpo e nella sua figura, superando quel mutevole e teatrale gioco che è l’identità nel postmoderno, per svelare invece una nudità intesa come il denudarsi di una coscienza interiore, sollevando condizionamenti e artifici che ne costringono le forme, invisibili abiti inconsapevolmente indossati.
Pennellate che scavano nell’essenzialità sottile di un nudo o di un volto, cercando appunto un’identità in quel conflittuale dualismo contemporaneo che al comportamento dell’individuo contrappone l’accettazione del sé all’interno di una società, che riconosce se omologo ma identifica per controllare.

Sono “Ritratti” i volti visti da vicino, nella loro iterante ricerca di espressività. Emblematici di una soggezione ossequiosa in chi li guarda, sono tratteggiati con gesti forti e incisivi: ogni solco è segno nella materia dell’artista, è un sentimento sul volto, è suono, vibrazione espressiva, penetrante come gli occhi che da questi ritratti fissano lo spettatore. Materici e sfaccettati ritratti come il reale susseguirsi delle emozioni su un volto, così anche il gesto, la tecnica e il contrasto cromatico mutano con la stessa rapidità. Dietro ogni volto, un mistero: espressività ineffabile che l’autore, in ciascuna pennellata, rivela e insieme nasconde.

Intrappolati, imprigionati tra gli stretti ed alti confini di una cornice, i “Corpi” esprimono in questa costrizione tutta la loro forza di corpi vivi, impronte indelebili della sinuosità e armonia di gesti e pose. Istantanee vivide nel fragore dell’impatto che le fotografa, sono in posizione frontale, eppure schivano lo sguardo di chi le osserva tanto è forte la loro plastica nudità, scolpita dai toni del bianco/nero e del chiaroscuro.
Una molteplicità di qualità e simboli, che muta e segna questi corpi disarmati e traditi da una fisicità che ne racconta la debolezza intrinseca, denudata della più profonda nudità, in un contorno indefinibile, dinamico, in cui linea e intorno si confondono.

Didascalia foto: Samuele Santi, dalla collettiva “Pelle Cruda” 2006 c/o Casa Museo Quadreria Cesarini, Fossombrone (PU) Opere esposte in tecnica mista su cartone