«Conoscere la storia ci aiuta ad analizzare il presente». Così esordisce Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, per presentare, dopo tre anni di intensissimo lavoro, a Brescia il nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia.
«Far conoscere Brescia, quale grande capitale della Cultura, è la vera scommessa che la città stessa ha davanti» dice la Presidente di Brescia Musei, Francesca Bazoli. «Quando il Comune e il Sindaco Del Bono hanno voluto questo museo – prosegue – e ci hanno lanciato la sfida del riallestimento, il compito non era semplice né banale. La sfida di fare un nuovo museo, con pochi oggetti, che fosse capace di parlare della storia del Risorgimento, era difficile».
Si respira un clima di grande orgoglio: Brescia ha un nuovo museo che parla un linguaggio estremamente contemporaneo, impiegando le tecniche espositive più avanzate, mostrando cimeli storici come vere e proprie installazioni, attente da un punto di vista estetico, e includendo un significativo nucleo di opere dell’Ottocento – a completamento della storia enciclopedica della città. Il Museo è destinato ai giovani, pur essendo stato pensato per la fruizione di tutti, complice l’impiego della rappresentazione teatrale, coerentemente impiegata nel percorso espositivo.
Il Museo è articolato in otto sezioni che, oltre a ripercorrere cronologicamente le principali vicende del Risorgimento, utilizzano in successione otto concetti chiave che animano la nostra contemporaneità: Rivoluzione, Dissenso, Insurrezione, Guerra, Unità, Partecipazione, Mito, Eredità. Lo spirito di questi temi, è la chiave attraverso cui si lega il filo del tempo: i nostri ragazzi, come gli eroi del Risorgimento, sono giovani ora a rivendicare la loro libertà e la loro autonomia. Il nuovo Museo del Risorgimento non è interessante solo da un punto di vista storico ma ha una portata straordinaria in termini di educazione civica, promuovendo valori che oggi sono più attuali che mai, quelli fondanti la nostra Repubblica.
Traguardo, tra i più importanti nell’ambito di BGBS2023, il Museo del Risorgimento ha un approccio fortemente narrativo, la cui trama – dalla Repubblica Bresciana alla Repubblica Italiana – si articola intorno a tre pilastri: i reperti storici, dal carattere evocativo, che trasferiscono l’evidenza materiale della cultura del Risorgimento; la grande pittura, con una selezione di opere di Angelo Inganni, Jean Adolphe Beaucé, Adolfo Wildt, Giovanni Battista Gigola, Caroline Deby, Eliseo Sala, Faustino Joli; e la collezione digitale. Proprio grazie al digitale, il museo è stato pensato nella logica più moderna della museologia contemporanea, trasformandosi da luogo dove il patrimonio è conservato, illustrato e tutelato in un archivio esplorabile da chiunque, non solo gli addetti ai lavori. Grazie alle fonti digitali il museo riesce a costituire un grande strumento esperienziale e di approfondimento di quelle fonti per la maggior parte inaccessibili.
Non manca un approccio teso al ludico da comprendere come ambientazione e interazione dinamica, rivolta non solo ai bambini ma davvero a tutti: attraverso per esempio l’esplorazione della vita dei garibaldini bresciani, o di come i grandi personaggi del risorgimento siano presenti nella odonomastica, ovvero nel repertorio delle vie e delle città e dei comuni italiani. Tra queste installazioni multimediali anche quella incredibile che racconta le Dieci giornate di Brescia ambientandole attraverso l’iconografia storica.
Il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia si inserisce in un più ampio progetto cittadino di valorizzazione della memoria: c’è un legame continuo tra museo e città, che si completa con una visita della città tramite un’applicazione con un percorso che conduce ai luoghi del Risorgimento. Il periodo storico è tradotto in una narrazione presente ed europea e contestualizzato nella comprensione, fondamentale, degli avvenimenti contemporanei.
Il Sindaco, Emilio Del Bono, considera il nuovo museo una restituzione alla città, concepita in maniera innovativa e moderna, per parlare a tutte le generazioni e riconnettere le vicende storiche al nostro tempo per costruire una storia diversa.
Da domani il pubblico si troverà in nuovo spazio che non sarà da spiegare, perché vi sarà da immergervisi. Con la speranza che i cittadini bresciani se ne innamorino, e come loro tutti, italiani e stranieri, possano in esso riconoscersi. Riscoprendo volti, nomi e biografie di chi ieri ha fatto la storia per oggi, il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia racconta la nostra identità.
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