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Niente più McDonald’s per le Terme di Caracalla. A dare la buona notizia, non solo per gli storici dell’arte e gli archeologi ma, in fondo, anche per i turisti e la salute dei loro stomaci, è stato lo stesso Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli. «Avevo già espresso la mia contrarietà ad un fast food nell’area archeologica delle Terme di Caracalla, vi informo che il Mibac ha provveduto ad annullare l’autorizzazione», ha scritto poco fa sulla sua pagina Facebook.
La vicenda era emersa la settimana scorsa e ha immediatamente suscitato lo sdegno dei residenti e di diversi membri del Comune di Roma e della Municipalità. Il 24 luglio, in Commissione lavori pubblici e ambiente del I Municipio, arrivava il progetto esecutivo del nuovo fast food, realizzato da Mc Donald’s development Italy LLC, all’indirizzo di viale delle Terme di Caracalla, al cospetto delle Mura Aureliane. All’interno del lotto di 35mila mq dello storico vivaio Eurogarden, l’area fast food si sarebbe sviluppata su circa 10mila mq, divisi tra ristorante, Mc Drive e Mc Café, con tanto di serra indoor, «per mantenere il legame con il vivaio», ha puntualizzato Mc Donald’s.
«Il ristorante andrà a occupare il capannone già esistente, non ci saranno volumi aggiuntivi, e non ci saranno insegne impattanti, così come prescritto dalla Soprintendenza, si tratta di un progetto di riqualificazione complessiva dell’area», avevano assicurato dalla multinazionale che, in effetti, in diverse città, ha costruito diverse sedi dall’architettura e dal design molto curati, come vi raccontavamo qui. Uno dei vari tentativi di far dimenticare l’etichetta da fast food, considerata ormai poco sostenibile.
«È stata una doccia fredda. Giravano voci allarmate dei residenti sul futuro del vivaio in via Baccelli, ma solo davanti alle carte, abbiamo avuto la certezza del Mc Donald’s», ha detto la consigliera Sara Lilli alla Repubblica. «Impossibile non avere delle perplessità su questo progetto. Si tratta di una delle poche aree del centro di Roma ancora sane, non snaturate, senza pensare all’impatto sulla viabilità che un Mc Donald’s potrà avere in un luogo percorso da un’arteria trafficata come la Colombo», spiegava il consigliere Stefano Marin, presidente della Commissione ambiente e lavori pubblici del I Municipio.
Bisogna contare, inoltre, che l’area è posta sotto vincolo dei siti Unesco, che nel nostro ordinamento non godono di una tutela a sé stante ma, anche a causa della loro diversità, beneficiano delle forme di protezione specifiche e apprestate ai beni culturali e paesaggistici.
«Dal punto di vista amministrativo è tutto assolutamente regolare – si tratta di un’area di verde privato, priva di servizi. Il bistrot è l’unica possibilità per non perdere il vivaio e vedere realizzati dei lavori a costo zero per l’amministrazione. Siamo nel libero mercato, un Mc Donald’s vale come un qualsiasi altro ristorante. Anzi, essendo una grande multinazionale i lavori saranno senz’altro soggetti a controlli più stringenti», dichiarava Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio e, secondo quanto riportato da Repubblica, l’unica a conoscere il progetto in anticipo.
All’oscuro anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ha subito chiesto la sospensione del progetto esecutivo. E oggi la conferma del veto definitivo. Il Mc Donald’s archeologico è stato servito freddo.