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Artenatura Villaga: Un museo a cielo aperto sui Colli Berici
Progetti e iniziative
Artenatura Villaga è un progetto che intende creare un percorso di arte ambientale nell’anello dell’Altavia presso i Colli Berici e tanti altri programmi tra cui il premio internazionale “ART IN THE HILLS – ARTISTS IN RESIDENCY” e una struttura ricettiva dedicata al turismo esperienziale. Ce ne parlano il direttore Massimo Casagrande e la curatrice Agnes Kohlmeyer.
Come nasce il progetto Artenatura? Quali sono gli obbiettivi?
M.C: Il progetto nasce in un modo molto strano, l’ho sognato. Sono sempre stato affascinato dalla Land Art, come dal rapporto che nasce tra arte e natura ma mai prima di quel sogno avrei pensato di realizzare una cosa simile. Nel sogno però il progetto non si sviluppava in Italia, ma nel sud del Portogallo, ad Algarve ed era coinvolto anche un caro amico italiano, grande sostenitore di progetti artistici e culturali e appassionato anche lui di arte e natura. Poi però valutando le difficoltà progettuali e la sostenibilità ho iniziato a fare una ricerca approfondita di quale potesse essere un territorio adatto e tra tutti ho individuato il paesino di Villaga situato a sud dei Colli Berici nella regione del Veneto. Da qui ho iniziato a contattare il Sindaco Eugenio Gonzato che da subito ha dimostrato pieno interesse verso l’iniziativa e siamo partiti. Il progetto è molto ambizioso perché non si tratta solo di aprire a Villaga un museo a cielo aperto e di produrre un festival di Arte Contemporanea, ma sarà il punto di partenza per sviluppare il più grande percorso d’arte ambientale mai realizzato prima. Infatti, in comune accordo con tutte le amministrazioni dell’Altavia dei Berici, sono ben 15 i comuni coinvolti, l’esposizione si svilupperà nel corso degli anni anche in tutto l’anello dell’Altavia che misura circa 120 Km.
Oltre al museo e alla realizzazione di un festival di arte contemporanea nel comune di Villaga (VI), è in programma la creazione di una struttura ricettiva dedicata al turismo esperienziale. Di cosa si tratta? Perché oggi è importante questo tipo di turismo?
M.C: Sì, forse questa è la cosa cosa che ci differenzierà da altre realtà simili. Permetteremo, infatti, di vivere all’interno del museo, o meglio di “Abitare l’arte”. Metteremo a disposizione degli alloggi , precisamente delle Glamp Tents, delle tende attrezzate con tutti i comfort dove gli ospiti potranno soggiornare e vivere in piena libertà l’arte che il museo offre. Tutte le strutture saranno realizzate con materiali ecosostenibili, i nostri servizi avranno una gestione ad impatto zero. Penso che ancora oggi in Italia ci sia una grande carenza di educazione artistica verso il grande pubblico, soprattutto per quanto riguarda l’arte contemporanea. Credo che l’ospitalità esperienziale possa essere un mezzo piacevole ed avvolgente anche per chi non è esperto di arte contemporanea, almeno per apprendere la conoscenza base.
Cosa ci può dire riguardo alla sostenibilità del progetto?
M.C: Il progetto è abbastanza impegnativo, almeno per noi, essendo un’associazione no-profit perché richiede un’investimento di circa 500.000 euro anche se dilazionato nel tempo, prevediamo di realizzarlo completamente in 3 anni. A maggio sicuramente aprirà Artenatura Villaga. In parte sarà sostenuto dalla nostra associazione, ci saranno sicuramente contributi da parte delle amministrazioni ma confidiamo anche di riceverli dalla Provincia e dalla Regione e chissà magari anche dal Mibact. Abbiamo lanciato anche una campagna Crowdfunding che per chi vorrà potrà aderire attraverso il nostro sito.
Il programma del progetto Artenatura prevede la prima Edizione del premio internazionale “ART IN THE HILLS – ARTISTS IN RESIDENCY” per l’assegnazione attraverso un bando pubblico, di residenze d’arte ad artisti grazie alle quali verranno realizzate le opere per il museo nei colli Berici di Vicenza. A chi è rivolta la call?
A.K: Prima di tutto ci tengo a rivolgermi ad artisti di qualità. Ho scritto tantissime lettere personalizzate allegando il bando nelle due lingue a persone, artisti, curatori, direttori di musei di mia fiducia in tutta l’Europa, per farlo girare ad artisti, relativamente giovani – ho tolto io il limite dei 35 anni che inizialmente c’era nel bando – ma con già esperienza e una piccola carriera, che si interessano a tematiche come la natura, arte ed ecologia. Ho ricevuto tantissime risposte di persone che mi dicono che a molti artisti piacerebbe fare una residenza in Italia, tra cui anche cinquantenni. Da sempre seguo quell’idea di Harald Szeemann, che intitolò la mostra della Biennale del ‘99, a cui ho collaborato, “dAPERTuttO”: la giovane arte non è legata ai 25 anni, è legata alla mente, alla contemporaneità; la nostra Biennale del ‘99 aveva come più giovane Paola Pivi di 26 anni e Louise Bourgeois che ne aveva oltre 90, tutti dappertutto, tutti giovani, nella mente e nella creatività. Il bando quindi si rivolge ad artisti europei e verranno scelti dai 18 ai 24 progetti migliori tra quelli proposti. Come sempre quando si crea una mostra, io valuterò anche una certa varietà delle proposte.
Si sa già come saranno strutturate le residenze? Con che personalità verranno a contatto gli artisti selezionati? La residenza sarà aperta al pubblico?
A.K: Penso che si possano chiamare, nei comuni coinvolti, artigiani a disposizione e interessati a collaborare per i materiali e la realizzazione delle opere. Ma si saprà quando vengono scelti i progetti, immagino a fine gennaio, e in base a quello che vogliono fare gli artisti. So dalla mia esperienza che non tutti gli artisti sono uguali, alcuni hanno un assoluto bisogno, almeno in una prima fase, di essere completamente soli. Inizialmente Massimo proponeva di invitare anche i visitatori mentre gli artisti creano durante la residenza. Questo per me è un punto un pò delicato, magari a fine residenza ci può stare. Mi immagino di più due settimane di costruzione, silenzio e atmosfera lavorativa in questo primo anno.
Lei crede che Artenatura, attraverso la convivenza, possa attivare una sensibilizzazione riguardo ai temi ambientali e alla difficile situazione del mondo dell’arte, creando un avvicinamento e una sensibilità maggiori verso queste emergenze?
A.K: Penso che in ogni caso, indipendentemente da un turismo per i Colli Berici, indipendentemente da una necessità di educare le persone anche che non studiano arte, parlare lo stesso di fenomeni di arte è una bella chance. Parlare con un certo linguaggio davanti a un’opera può aprire qualcosa e far fantasticare, penso che un popolo che vive con l’arte sia più pacifista. La situazione attuale è incredibile, anche adesso nella discussione su cosa finanziare, l’arte viene sempre per ultima. Con un progetto come il nostro non so quanto si può migliorare la conoscenza e coscienza dei politici, ma mi sembra già un bel successo che Massimo sia riuscito ad avere il patrocinio dal Mibact. Vedo una chance in questa situazione terribile di pandemia, vedo che tutti impariamo nuove cose e magari qualcosa si riuscirà a cambiare. La sensibilità rispetto al mondo che abbiamo rovinato è molto importante da dover rifletterci, far discorsi e letture, soprattutto in mezzo a un bellissimo bosco e davanti a opere che trattano questi temi. L’arte può fare tante cose perché ha questa capacità e libertà di entrare in ogni campo.
Grazie Ilaria, perfetto –
l’unica aggiunta che vorrei fare è che il bando è assolutamente internazionale, e quindi anche extra-europeo! Bisogna solamente essere realistici in questa prima fase ancora “pandemica” – chissà cosa sarà a marzo prossimo – quali viaggi saranno possibili …
sono il direttore artistico della prima edizione del Festival delle Arti di Todi. Sono nata a Vicenza e vivo tra l’America (Toronto, Canada)e l’Italia (Vicenza-Venezia, Roma). Poter forse anch’io dare un contributo
Francesca Valente
fvdirector@gmail.com