Barçelona si abbrevia “BCN”. E “Bcn – contemporary” è il titolo della prima mostra che ho visitato, un paio di mesi fa. Mi aspettavo molta pittura; il gusto spagnolo è famoso per essere orientato in questo senso. Invece, di una ventina di artisti presenti, 10 proiettavano video. Mi accorgerò che qui la querelle è ancora molto viva, pure se il linguaggio dell’immagine in movimento sta entrando nel bagaglio collettivo, specie tra i giovani.
Mi aggiro per la città, ci sono parecchie case di Gaudì. Negli ampi finestroni scorgo un salotto ben arredato, alcune persone sul divano sorseggiano the. Tra gli edifici liberty (un po’ Milano, ma tenuti meglio) ne vedo un’altra: questa è più strana, ha finestre molto lunghe e orizzontali. Le luci sono tutte spente, eccetto quelle di un piano. Mi avvicino, guardo i campanelli: casa editrice Sotelo Blanco che scoprirò essere un importante editore d’arte che non vuole cedere, e il suo piano non lo vende.
Proseguo in cerca del Macba (Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona). Lo trovo in una piazza del Raval, il quartiere, diciamo, multietnico. Lo spettacolo è sensazionale. Quello che ha creato Richard Meyer è una vera e propria scultura, che si inserisce dolcemente nel paesaggio cittadino, senza pretendere attenzioni maggiori di quelle dovute, e i ragazzi vanno in skate sulle sue rampe.
L’adiacente Centro di cultura contemporanea ospita la
Una mostra che mi fa riflettere sul cinema e l’arte. Non sui rapporti. Vorrei credere che ci sia ancora una distinzione tra arti visive e cinematografiche, e che queste non si incrocino a tal punto da far soccombere quelle visive. Però, di fatto, l’arte ha lasciato i propri spazi ai registi, ai foto-giornalisti, a tutti coloro che riescono a estrapolare qualcosa in modo semplice da ciò che li circonda. Le mostre più visitate, oggi, sono quelle di Kubrick, Armani e dell’Harley Davidson.
Qui il pubblico è giovane e abituato a avere rapporti diretti con l’arte del ‘900, profondamente inserita nel tessuto urbano: si tratta di spettatori esigenti. E la mancanza di riviste specializzate di largo consumo, come quelle italiane, credo sia da attribuire al fatto che non hanno bisogno di mediazioni, che sono in grado di selezionare autonomamente.
Dal 18 al 20 ottobre si è svolto VideA, il festival di video art organizzato da Telenoika. Presenti artisti internazionali come La fura dels baus, gli italio-spagnoli Elastic (Alexandro Ladaga-Silvia Manteiga) e una retrospettiva di Norman McLaren. Il tutto per una durata di tre giorni, dalle 18.00 alle 5.00.
All’alba, la passeggiata dal porto alla spiaggia comincia con un’istallazione di Roy Liechtenstein; più avanti, già sulla sabbia, ci si siede sotto una torretta di Rebecca Horn (foto) formata da 4 cubi irregolari in ferro, con due facciate in vetro. Un po’ snobbata l’installazione alta 20 metri di Gianni Kounellis, nascosta tra palazzi e alberi a ridosso della spiaggia, che meriterebbe maggiore visibilità.
Più avanti, nella zona che accoglierà le Olimpiadi del 2004 troviamo “la balena dorata” di Frank O’Gery (foto), una sorta di silhouette tridimensionale di una balena alta circa 15 metri, che dal bagnasciuga sembra voglia rigettarsi nel mare blu della costa catalana.
Articoli correlati
Recensione di VideA a firma Lavinia Garulli
Kermesse barcellonese a Roma
Mostra di arte digitale presso il MACBA, recensione di Valentina Tanni
Fontcuberta in mostra a Roma
Silvio Saura
[exibart]
Esperienze, cataloghi, libri, alberi: le idee per i regali di Natale 2024 a tema arte e cultura, scelti dalla redazione…
Via libera al progetto per il nuovo Museo dell’Opera del Duomo, commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore a Guicciardini…
A Castrignano de’ Greci, lo spazio KORA promuove una giornata dedicata alla creatività contemporanea, con le installazioni di Ludovica Carbotta,…
Ha circa 1500 anni e per decenni è stata usata come pavimentazione all'ingresso di una casa, con l'iscrizione rivolta verso…
Al Teatro Mercadante di Napoli, debutta la rilettura di Jacopo Gassmann del Macbeth shakespeariano: un ritratto in chiaroscuro di un’individualità…
MiC, “Partecipazione 2023 ai livelli pre-Covid”. Presentato il volume Minicifre della cultura 2024: dati e analisi su domanda, offerta e…
Visualizza commenti
Viva Sotelo Blanco! Come si può aiutare?
Viva Silvio Saura!
Ecco spiegata l'assenza di Silvio. Se la spassa in terra catalana. Olé.
Grande Barcelona...me gusta stu'...e non sapevo che fosse cosi...artistica. GRAZIED
Sono sulla via tra l' Italia e BCN dove Silvio evidentemente se la gaude non ^^poco mangiando i pescetti minimalisti cotti nell' olio bollente, bianchi come l' innocenza.
Avevo un indirizzo e-mail di Silvio: un bug di quest' estate ha distrutto anche quello.
Se leggi questa nota, mandami un mini/e-mail dalla Cataluna (se è vero che cisei ancora) e ritornandoTi fertmati da me a mangiare le ostriche fresche di giornata di Bretagna da "Astoux" in faccia al municipio di Cannes e al vecchio porto! T' invito Silvio Tel. 0033(0)674593200 Fax 0033 (0) 493466650
dachi'
Ola ola
in effeti, sono a spassarmela in terra catalana. E credo di rimanerci un bel po'.
In totale ci sono circa una sesantina di gallerie, e il 90% tratta il contemporaneo. É una botta di vita, qui. Tra musei, fondazioni, universitá e privati investono milioni di Euro in arte.
Vi confido che vivo a 100 metri dalla torretta di Rebecca Horn, in foto, e che a 15 metri da casa ho il Kounellis di cui parlo. Ma non solo io ho questa fortuna; tutti gli abitanti di Barcellona hanno nelle vicinanze un'opera contemporanea, e si continua a inaugurarne di nuove (ieri sera ne ho vista una di nuova, che stanno montando).
Quanto a Sotelo Blanco...se ha la redazione in un edificio di Gaudí, non credo abbia molto bisogno di aiuto; nel senso che é una delle maggiori case editrici spagnole, al pari di una nostra Electa o Marsilio.
Grazie a tutti per l'interesse; continueró a tenervi informati.
Sil
L'entusiasmo del Sig. Saura ci fa ben sperare, bell'articolo.
Ci tenga informati per cortesia.
Ciao, Biz.
Egr.Sig. Rete che scrivi da Kabul,mi dispiace che la Bomba Tagliamargherite abbia beccato proprio la tua testa. Sono desolato e rattristato dall'evento:se non ti piace Kounellis è tuo diritto(non piace troppo neanche a me). Ma qualcosa credo proprio anche in questa forma di espressione artistica sia da salvare.
Perchè non mettere Erica ed Omar nel Guggenheim di Bilbao? Magari travestiti da Omàr e Bin Laden?Magari con una foto di Silvio Berlusconi?Magari recitando l"Infinito" di Giacomo Leopardi?Magari con una tazzina della Illy Cafè?
magari.....
W il contemporaneo